Club America
Official Info
- Official Website: https://www.clubamerica.com.mx/
- League Website: https://www.ligabbva.mx/
- Twitter: https://twitter.com/ClubAmerica
- Facebook: https://www.facebook.com/ClubAmerica
- Instagram: https://www.instagram.com/clubamerica/
- YouTube: https://www.youtube.com/@ClubAmerica
Quick Facts
- Founded: 12 ottobre 1916
- City: Città del Messico
- Country: Messico
- Founder: Rafael Garza Gutiérrez e Germán Núñez Cortina
- Milestones: 1924–28: quattro titoli consecutivi nella Primera Fuerza (era amatoriale); 1959: l’acquisizione da parte della famiglia Azcárraga apre l’era moderna e la futura integrazione con Televisa; 1966: debutto all’Estadio Azteca, nuova casa e simbolo del club; anni ’80: età d’oro con cinque campionati e un dominio nazionale; 2002 e 2005: ritorno ai vertici nel professionismo moderno; 2015–16: back-to-back in CONCACAF Champions League; 2023–24: doppietta di campionati corti e record storico di titoli in Liga MX; crescita dell’Academia de Coapa e consolidamento del brand a livello internazionale.
History
Il Club América nasce il 12 ottobre 1916 a Città del Messico dall’iniziativa di giovani studenti guidati da Rafael Garza Gutiérrez e Germán Núñez Cortina. La scelta del nome, América, celebra la data della fondazione – il Columbus Day – e si traduce presto in un simbolo forte: lo stemma con la mappa delle Americhe e i colori crema e blu. Negli anni Venti, le Águilas si impongono come potenza dell’era amatoriale, conquistando quattro campionati consecutivi (1924–28) nella Primera Fuerza e gettando le basi di una cultura vincente.
Con la nascita del professionismo (1943), il club continua a strutturarsi fino alla svolta del 1959, quando l’ingresso della famiglia Azcárraga e il legame con l’impero mediatico Televisa proiettano l’América in una nuova dimensione: infrastrutture, scouting nazionale e internazionale, un’identità mediatica fortissima. Nel 1966, l’Estadio Azteca diventa la nuova casa: uno stadio mitico che ospiterà due Mondiali e diverrà un totem per generazioni di tifosi.
Gli anni Ottanta segnano l’età d’oro: con una rosa piena di talento e personalità – guidata da figure come Alfredo Tena, Daniel Brailovsky, Carlos Reinoso (già icona del decennio precedente) – l’América vince ripetutamente in patria e si consolida come club da battere. La tradizione prosegue nei decenni successivi: titoli nel 2002 e 2005, quindi la fase internazionale con sette trionfi in CONCACAF Champions’ Cup/League (record continentale). Tra i grandi che hanno vestito la maglia, spiccano Cuauhtémoc Blanco, Iván Zamorano, Claudio López, Salvador Cabañas, Luis Roberto Alves “Zaguinho”, simboli di diversi periodi storici.
Nel calcio dei tornei corti, l’América sviluppa una continuità di rendimento rara, sostenuta da una cantera – il Centro de Alto Rendimiento di Coapa – capace di produrre profili per la prima squadra e la nazionale. In tempi recenti, con tecnici come Miguel Herrera e André Jardine, le Águilas hanno unito solidità e verticalità, conquistando titoli ravvicinati e registrando dati offensivi di vertice. Allo stesso tempo, il brand cresce oltre i confini nazionali grazie a tournée, audience televisive e una community digitale enorme.
La rivalità con Chivas (Clásico Nacional) è la più sentita del Paese, contrapposizione identitaria tra capitale e Guadalajara; quella con Cruz Azul (Clásico Joven) ha prodotto finali memorabili, mentre il Clásico Capitalino con i Pumas completa una geografia del tifo unica. Oggi il Club América è riconosciuto come la società più titolata della Liga MX e un riferimento strutturale per la CONCACAF, unendo tradizione, risultati e una capacità di rinnovarsi che ne alimenta la fama globale.
Honours
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- title: Liga MX (professionismo)
- years: 1966, 1971, 1976, 1984, 1985, 1985, 1988, 1989, 2002, 2005, 2013, 2014, 2018, 2023, 2024
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- title: Primera Fuerza (era amatoriale)
- years: 1925, 1926, 1927, 1928
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- title: Copa MX
- years: 1954, 1955, 1964, 1965, 1974, 2019
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- title: Campeón de Campeones
- years: 1955, 1976, 1988, 1989, 2005, 2019
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- title: CONCACAF Champions’ Cup/League
- years: 1977, 1987, 1990, 1992, 2006, 2015, 2016
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- title: Copa Interamericana
- years: 1978, 1990
Statistical Insights
Profilo prestativo recente (tornei corti e coppe nazionali/continentali). Win rate medio ultime stagioni: ~60% complessivo, con picchi superiori al 65% nelle regular season migliori. Gol segnati: ~1,8–2,0 a partita; gol concessi: ~0,8–1,0. Differenziale reti spesso tra i migliori della Liga MX. Streaks: serie utile massima recente intorno a 15–18 gare senza sconfitta in campionato (inclusi playoff), con sequenze di clean sheet di 4–6 partite. Worst runs contenute: raramente oltre 2–3 sconfitte consecutive. Indicatori avanzati (xG/xGA) tipicamente positivi, con high press e recupero palla nella metà campo offensiva tra i punti di forza. Nota: stime derivate da sintesi di dati ufficiali e database pubblici, aggiornamento entro 30 giorni.
Key Players
Henry Martín (C, capitano): finalizzatore e regista offensivo, doppia cifra gol abituale e alto coinvolgimento nelle catene laterali (gol+assist stagionali spesso >15). Álvaro Fidalgo (CC): metronomo tecnico, alto volume di passaggi progressivi e creazione di occasioni su attacco posizionale. Diego Valdés (TQ): rifinitore/seconda punta, produzione in doppia cifra tra gol e assist quando integro fisicamente. Luis Malagón (POR): affidabile tra i pali, % parate elevata e buona gestione dell’area su palle inattive. Sebastián Cáceres (DC): duelli vinti e leadership difensiva, forte nel gioco aereo; Alejandro Zendejas (ED): ampiezza e 1v1, contributo costante in G/A.
Projection
Outlook competitivo da favorita per il titolo. Probabilità implicite (quote modelizzate): vincere Liga MX ~30–35%; top‑4 di regular season ~75–85%; raggiungere la finale ~45–50%. In CONCACAF Champions Cup: titolo ~20–25%. Driver chiave: profondità rosa, qualità nel pressing organizzato, soluzioni multiple in zona rifinitura. Rischi: gestione carichi tra campionato e continente, dipendenza dalla salute dei creativi (Valdés/Fidalgo) e dagli equilibri difensivi nelle gare a ritmi alti. Con roster completo, l’aspettativa resta da contender primaria.
Trivia
Pochi club nel mondo ispirano una dicotomia tanto marcata quanto il Club América: o lo ami o lo odi. In Messico esiste perfino una parola, “antiamericanismo”, che fotografa la fascinazione e insieme l’avversione verso il gigante della capitale. L’identità è un mix di estetica, simboli e risultati: lo stemma con la mappa delle Americhe, i colori crema e blu, l’aquila come mascotte, l’Estadio Azteca come tempio. L’Azteca, inaugurato nel 1966 e legato al club, ha ospitato Pelé e Maradona in due finali Mondiali: pochi stadi possono vantare un simile pedigree e l’América ne ha capitalizzato la mitologia.
La genesi del nome è una cartolina di storia del calcio: nel giorno del Columbus Day, i fondatori decidono di battezzare la squadra “América”, immaginando una vocazione continentale. Negli anni Venti arrivano quattro titoli consecutivi nell’era amatoriale: una striscia che definisce un DNA competitivo fatto di ambizione e continuità. Con l’avvento del professionismo, l’ingresso della famiglia Azcárraga cambia il paradigma: nasce un modello industriale integrato con la comunicazione televisiva di Televisa, che trasforma l’América in una potenza sportiva e mediatica.
I decenni successivi sono punteggiati da personaggi simbolo. Alfredo Tena, “Capitán Furia”, incarna la leadership degli anni d’oro. Cuauhtémoc Blanco diventa icona pop e tecnica, con colpi spettacolari e un carisma da trascinatore. Dagli anni Duemila passano stelle internazionali come Iván Zamorano e Claudio López, mentre Luis Roberto Alves “Zague” resta fra i più prolifici di sempre. Nel mezzo c’è la tradizione di allenatori che hanno segnato epoche: da Leo Beenhakker, figura d’avanguardia, a Miguel Herrera, l’allenatore-showman con una predilezione per il calcio verticale, fino alle idee moderne di André Jardine.
I Clásicos raccontano una geografia del tifo che va oltre il campo. Il Clásico Nacional contro Chivas è una partita-paese, contrappone capitale e Guadalajara, modelli e culture. Il Clásico Joven con Cruz Azul ha regalato capitoli rimasti nella memoria collettiva, come la rimonta in finale che ha alimentato il neologismo “cruzazulear”. Il Clásico Capitalino contro i Pumas completa un triangolo di rivalità che rende ogni stagione una saga.
L’América detiene il record di titoli nella Liga MX e quello continentale in CONCACAF Champions’ Cup/League, con sette successi: 1977, 1987, 1990, 1992, 2006, 2015 e 2016. Il club ha vinto anche due Coppe Interamericane, competizione ormai scomparsa che opponeva i campioni di CONCACAF e CONMEBOL, aggiungendo una nota internazionale al palmarès. Non manca la dimensione globale: partecipazioni al Mondiale per Club, tournée estive negli Stati Uniti davanti a platee miste di messicani e neutrali, una fanbase digitale imponente e attivissima.
Sul piano culturale, l’Academia de Coapa (Centro de Alto Rendimiento) è un laboratorio di talenti: da lì sono usciti giocatori per la prima squadra e per El Tri. La cura del dettaglio si nota anche nelle palle inattive, un marchio di fabbrica in varie edizioni della squadra, e nella capacità del club di rigenerare cicli vincenti con investimenti mirati e scouting accurato. L’Azteca, intanto, continua a vivere trasformazioni strutturali in vista dei grandi eventi, mantenendosi come uno dei luoghi più iconici del calcio mondiale.
Un altro tratto identitario è lo stile: l’América cerca di imporre il gioco, con ampiezza sulle corsie e interni di qualità per manipolare le linee. Nei momenti chiave, il carattere fa spesso la differenza: partite ribaltate, finali vinte ai dettagli, freddezza nei rigori. È anche per questo che le Águilas sono sempre al centro della conversazione, sportive e non: un brand che supera il terreno di gioco, capace di generare narrative e passione a ogni latitudine.
Curiosità sparse: il colore “crema” originario nacque per differenziarsi dai bianchi più comuni dell’epoca; la maglia ha conosciuto celebri “V” e grafiche ispirate alla geografia del continente. Nel settore femminile, América Femenil è già tra i protagonisti della Liga MX Femenil, confermando la vocazione multisettoriale del club. E sì, all’Azteca risuona spesso il “¡Vamos América!” che accompagna la squadra come un mantra: una colonna sonora di vittorie e grandi serate.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 1 | 3 | 4 | |||
| Vinte | 1 | 2 | 3 | |||
| Pareggi | 0 | 1 | 1 | |||
| Sconfitte | 0 | 0 | 0 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 3 | 3 | 2.7 | 8 | 2.8 | 11 |
| Goal concessi | 1 | 1 | 1.3 | 4 | 1.3 | 5 |
| Cartellini gialli | 3 | 3 | 3.3 | 10 | 3.3 | 13 |
| Cartellini rossi | 0 | 0 | 0 | |||
| Reti inviolate | 0 | 0 | 0 | |||
| Calci d'angolo | 6 | 6 | 3.7 | 11 | 4.3 | 17 |
| Falli | 11 | 11 | 14 | 42 | 13.3 | 53 |
| Fuori gioco | 1 | 1 | 1.7 | 5 | 1.5 | 6 |
| Tiri | 18 | 18 | 12 | 36 | 13.5 | 54 |
| Tiri in porta | 10 | 10 | 3.7 | 11 | 5.3 | 21 |