Necaxa
Official Info
- Official Website: https://clubnecaxa.mx
- League Website: https://ligamx.net
- Twitter: https://twitter.com/ClubNecaxa
- Facebook: https://www.facebook.com/ClubNecaxaOficial
- Instagram: https://www.instagram.com/clubnecaxa
- YouTube: https://www.youtube.com/@ClubNecaxa
Quick Facts
- Founded: 21 agosto 1923
- City: Aguascalientes
- Country: Messico
- Founder: William H. Fraser e dipendenti della Compañía de Luz y Fuerza
- Milestones: 1923: fusione di Luz y Fuerza e Tranvías, nasce Necaxa; Anni 1930: era dei "Once Hermanos" con titoli in serie; 1943: sospensione attività con avvento del professionismo; 1971: cambio nome in Atlético Español; 1982: ritorno al nome Necaxa; 1994–1996: due scudetti consecutivi; 1998: terzo titolo nell’era dei tornei corti; 1999: conquista della CONCACAF Champions’ Cup; 2000: 3º posto al primo FIFA Club World Championship; 2003: trasferimento da Città del Messico ad Aguascalientes (Estadio Victoria); 2009 e 2011: retrocessioni; 2010 e 2016: promozioni; 2018: vittoria Copa MX e Supercopa MX; 2021: ingresso di investitori USA e celebrità nel gruppo proprietario.
History
Il Club Necaxa nasce ufficialmente il 21 agosto 1923 dall’iniziativa dell’ingegnere scozzese William H. Fraser, dirigente della compagnia elettrica Compañía de Luz y Fuerza. La squadra eredita identità e personale calcistico da due club-azienda, Luz y Fuerza e Tranvías, e adotta il nome del fiume Necaxa, legato alla centrale idroelettrica. Il soprannome Los Electricistas, poi Los Rayos, è un marchio di fabbrica che attraversa un secolo di storia. Negli anni Trenta il Necaxa diventa leggenda: la formazione conosciuta come "Los Once Hermanos" incarna un calcio solidale, di movimento e sacrificio, collezionando campionati e coppe nell’era amatoriale, e fissando un canone estetico e culturale rimasto nel lessico del pallone messicano.
Con l’avvento del professionismo (1943), il club vive una fase complessa: l’attività viene sospesa e nel 1971 il titolo sportivo assume il nome Atlético Español, riflettendo l’influenza della comunità ispanica nella capitale. Nel 1982 il ritorno all’identità storica coincide con la ricostruzione: struttura organizzativa moderna (Televisa tra i proprietari), vivaio e scouting aperti al Cono Sud. È il preludio al “rinascimento” degli anni Novanta: con Manuel Lapuente e poi Raúl Arias in panchina, e fuoriclasse come Álex Aguinaga, Alberto García Aspe e il bomber cileno Ivo Basay, Necaxa conquista due campionati consecutivi (1994–95 e 1995–96) e poi l’Invierno 1998. Nel 1999 arriva anche la CONCACAF Champions’ Cup, biglietto per il Mondiale per Club FIFA 2000: in Brasile i Rayos chiudono terzi, battendo il Real Madrid ai rigori nella finale per il podio, impresa scolpita nella memoria collettiva.
Per cercare una base tifosa più identificabile e un impianto moderno, nel 2003 il club si trasferisce ad Aguascalientes, inaugurando l’Estadio Victoria. Il ciclo successivo è altalenante: retrocessione nel 2009, immediata risalita nel 2010, nuova caduta nel 2011 e definitivo ritorno in Liga MX nel 2016, dopo un progetto sportivo centrato su giovani di prospettiva e sudamericani dal costo sostenibile. Nel 2018 Necaxa firma una bella doppietta di coppe (Copa MX Clausura e Supercopa MX), confermando la vocazione da “ammazzagrandi” nei tornei a eliminazione.
Negli ultimi anni la proprietà si è ampliata con investitori statunitensi e figure di richiamo mediatico, mentre la base tecnica ha puntato su un modello sostenibile: vivaio (Necaxa Femenil e accademia capillare), scouting in Sudamerica e valorizzazione con plusvalenze. Oggi i Rayos restano un marchio globale del calcio messicano: tradizione, maglia a strisce biancorosse e un’identità competitiva capace di rinnovarsi, con il supporto di una piazza calorosa ad Aguascalientes e una diaspora di tifosi in tutto il Nord America.
Honours
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- title: Primera División de México (era professionistica)
- years: 1995, 1996, 1998
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- title: Liga Mayor (era amatoriale)
- years: 1933, 1935, 1937, 1938
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- title: CONCACAF Champions' Cup
- years: 1999
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- title: Copa México / Copa MX
- years: 2018
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- title: Supercopa MX
- years: 2018
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- title: Ascenso MX (campionati di seconda serie)
- years: 2009, 2010, 2016
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- title: Campeón de Campeones
- years: 1995, 1998
Statistical Insights
Profilo prestazionale recente (Liga MX e coppe nazionali, dati combinati Transfermarkt/FBref, ultimo aggiornamento 2025-08-23): tasso di vittoria intorno al 33–37%; media gol segnati 1,20–1,35 a partita; media gol subiti 1,25–1,40; percentuale di clean sheet 25–30%; circa il 25–30% delle reti arriva da palla inattiva (angoli, punizioni, rigori). Tendenza: blocco medio-basso compatto, transizioni rapide sugli esterni, forte utilizzo del cross sul secondo palo. Strisce note: miglior serie utile recente 6–8 gare senza sconfitta; peggior sequenza 7–9 match senza vittorie. Performance casa/trasferta con differenziale tipico di +0,25 punti a gara all’Estadio Victoria rispetto all’esterno.
Key Players
Facundo Batista (ST, Uruguay): riferimento offensivo, volume tiri alto e media realizzativa ~0,40–0,50 gol/90 nelle ultime stagioni; pericoloso su rigore. Raúl Gudiño (POR, Messico): struttura fisica, reattività sui tiri ravvicinati; percentuale parate spesso sopra il 70% su campione stagionale. Heriberto Jurado (ALA, Messico): prodotto del vivaio, progressioni palla al piede e creatività tra le linee; contributo a xA e falli subiti elevato. Alexis Peña (DC, Messico): leadership difensiva, duelli aerei vinti ~60–70%, buon primo passaggio. Agustín Oliveros (TS, Uruguay): terzino di spinta con buon volume di cross, aggressivo in anticipo e utile sulle palle inattive.
Projection
Outlook analitico in chiave Liga MX: rosa corta ma equilibrata, con spina dorsale sudamericana e giovani messicani in crescita. Identità: blocco medio, ripartenze e sfruttamento delle palle inattive. Se il reparto difensivo mantiene concentrazione nelle fasi calde e l’attacco converte oltre il 10% dei tiri, i Rayos hanno buone chance di post‑season. Probabilità implicite (stile betting, non vincolate a un singolo torneo): qualificazione al Play‑In/Liguilla 55%; Top‑4 15%; semifinale 10%; titolo 3–5%. Rischi: variabilità offensiva e dipendenza da pochi realizzatori; benefici: panchina giovane e margine di crescita, fattore Estadio Victoria. Range punti tipico: fascia medio‑classifica con picchi in caso di strisce positive.
Trivia
• Origini elettriche: il nome Necaxa richiama il fiume che alimentava le centrali idroelettriche della Compañía de Luz y Fuerza. Da qui i soprannomi Los Electricistas e poi Los Rayos, oltre al fulmine presente nell’iconografia del club.
• Los Once Hermanos: la squadra degli anni Trenta è entrata nel mito per la coesione estrema. Poche star e tanto collettivo, fraseggi rapidi e spirito di sacrificio. Il soprannome è diventato un modo di dire nel calcio messicano per indicare un gruppo unito che gioca “da squadra”.
• Dalla capitale al Bajío: dopo decenni a Città del Messico, nel 2003 il club si trasferisce ad Aguascalientes. L’Estadio Victoria (circa 23.000 posti) prende il nome dalla celebre birra; l’impianto è compatto, con grande impatto acustico e visibilità ottimale. Il trasferimento ha rimodellato la geografia del tifo, creando un forte radicamento locale senza perdere il seguito storico nella capitale e tra i migranti negli USA.
• Gli anni d’oro: con Manuel Lapuente e poi Raúl Arias, Necaxa domina la metà dei Novanta. L’asse tecnico passa dai piedi di Álex Aguinaga, regista e simbolo, sostenuto dalla qualità di Alberto García Aspe e dalla concretezza del cileno Ivo Basay. Due titoli consecutivi e un altro nel 1998 certificano un’era iconica.
• Mondiale per Club 2000: al primo torneo FIFA della storia, i Rayos strappano un prestigioso terzo posto superando il Real Madrid ai rigori nello spareggio per il podio. Un risultato che ancora oggi alimenta l’aura internazionale del marchio Necaxa.
• Double di Coppa 2018: la vittoria nella Copa MX Clausura 2018, ottenuta con pragmatismo e attenzione ai dettagli sulle palle inattive, è seguita dalla Supercopa MX nella classica kermesse estiva negli USA: un’ulteriore conferma della competitività del club nei format a gara secca.
• Cadute e risalite: la storia recente alterna retrocessioni e promozioni, ma evidenzia resilienza gestionale. Nel 2016 il ritorno in massima serie passa da una promozione costruita con scouting accurato in Sudamerica e il rilancio di profili sottovalutati.
• Proprietà cosmopolita: nel nuovo millennio il club è passato da asset di media company a polo d’investimento con partecipazioni statunitensi e volti noti dello showbiz. L’obiettivo dichiarato: costruire un modello sostenibile, con academy, data analytics e valorizzazione dei talenti.
• Identità visiva: le strisce biancorosse verticali e lo scudo a bande sono fra i simboli più riconoscibili del calcio messicano. Nel corso degli anni le maglie hanno spesso giocato con il tema del “fulmine”, comparendo in dettagli tonali o grafiche diagonali.
• Femenil e cantera: la squadra femminile (le Centellas) partecipa alla Liga MX Femenil, mentre l’accademia ha esteso le scuole calcio in più stati. La pipeline giovanile è centrale per contenere i costi e restare competitivi nelle finestre di mercato.
• Cultura dei dettagli: storicamente Necaxa valorizza specialisti sui piazzati (rigori e punizioni) e difensori forti nel gioco aereo. Non è un caso che molte stagioni “over‑performate” vedano una percentuale di conversione su palla inattiva sopra la media di lega.
• Tifoseria e rituali: cori, tamburi e bandiere rosse e bianche creano un ambiente caldo all’Estadio Victoria. I tifosi hanno preservato canti e riferimenti ai “Once Hermanos”, tramandando simboli e aneddoti intergenerazionali.
• Rivalità: storicamente viva con América e Cruz Azul per i duelli degli anni Novanta; a livello regionale, l’arrivo ad Aguascalientes ha acceso derby e contrapposizioni con club del Bajío e dell’Occidente.
• Aneddoti di mercato: Necaxa è spesso stato trampolino per giocatori diretti verso top club messicani o europei. La strategia buy‑low/sell‑high è diventata tratto distintivo, con occhio alle statistiche avanzate e alla maturità tattica.
In sintesi, Necaxa incarna una parabola unica del calcio messicano: dalle origini aziendali all’icona pop, passando per gloria internazionale e reinvenzione territoriale. Un club che sa rigenerarsi, restando fedele alla sua scintilla: i Rayos.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 2 | 2 | 4 | |||
| Vinte | 0 | 0 | 0 | |||
| Pareggi | 1 | 0 | 1 | |||
| Sconfitte | 1 | 2 | 3 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 0.5 | 1 | 0.5 | 1 | 0.5 | 2 |
| Goal concessi | 1 | 2 | 3 | 6 | 2 | 8 |
| Cartellini gialli | 2.5 | 5 | 3 | 6 | 2.8 | 11 |
| Cartellini rossi | 0 | 0 | 0 | |||
| Reti inviolate | 0 | 0 | 0 | |||
| Calci d'angolo | 6.5 | 13 | 3 | 6 | 4.8 | 19 |
| Falli | 9.5 | 19 | 13 | 26 | 11.3 | 45 |
| Fuori gioco | 0.5 | 1 | 1 | 2 | 0.8 | 3 |
| Tiri | 19 | 38 | 10 | 20 | 14.5 | 58 |
| Tiri in porta | 4 | 8 | 4.5 | 9 | 4.3 | 17 |