Dock Sud

Città
Dock Sud (Avellaneda), Provincia di Buenos Aires
Nazione
Fondata
1916
Stadio

Official Info

    Quick Facts

    • Founded: 1 settembre 1916 (data comunemente riportata; da verificare presso fonti AFA)
    • City: Dock Sud (Avellaneda), Provincia di Buenos Aires
    • Country: Argentina
    • Founder: Fondato da lavoratori del porto e comunità di immigrati del quartiere (nomi individuali non documentati)
    • Milestones: - Fondazione nel 1916 nel quartiere portuale di Dock Sud, Avellaneda.
      - Adozione dei colori giallo e blu, identità forgiata dalla comunità portuale e dagli immigrati europei.
      - Costruzione e uso dello stadio Estadio de los Inmigrantes, campo di casa del club.
      - Storiche promozioni nei campionati metropolitani AFA (periodiche salite da Primera C a Primera B Metropolitana).
      - Ritorno in Primera B Metropolitana dopo la stagione di successo in Primera C (epoca recente, post-pandemia).
      - Lavori di adeguamento infrastrutturale e messa in sicurezza dell’impianto per standard AFA.
      - Consolidamento del settore giovanile e accordi di prestito con club dell’area di Buenos Aires.

    History

    Il Club Sportivo Dock Sud – noto a tutti come “El Docke” – nasce nel cuore operaio di Avellaneda, più precisamente nel sobborgo portuale di Dock Sud, uno snodo storico per l’industria e le rotte commerciali del Río de la Plata. La fondazione, collocata tradizionalmente al 1 settembre 1916, s’inserisce nel momento in cui il calcio argentino si espande oltre i grandi nomi metropolitani, attecchendo nelle comunità di lavoratori e immigrati (principalmente italiani e spagnoli) che cercano nel pallone un idioma comune, identitario e popolare. Fin da principio i colori sociali giallo e blu, l’iconografia portuale e il soprannome “Los Inundados” raccontano un club che prende forma da un territorio duro, spesso colpito da allagamenti, ma capace di resilienza.
    La storia sportiva del Dock Sud si sviluppa quasi interamente nell’alveo dei tornei metropolitani organizzati dall’AFA. Il club alterna periodi in Primera C e passaggi in Primera B Metropolitana, con promozioni conquistate sul campo che diventano feste di quartiere. Il legame con lo stadio – noto come Estadio de los Inmigrantes – è viscerale: un impianto modesto per capienza, ma ricco di simboli, dove la vicinanza del pubblico imprime una atmosfera tipicamente bonaerense, intensa e a tratti caotica, capace di spingere la squadra ben oltre i propri limiti.
    Sul piano tecnico, Dock Sud ha espresso nel tempo calciatori dai profili combattivi e generosi, prototipi perfetti del calcio d’ascenso argentino: difese arcigne, ripartenze verticali, palla inattiva valorizzata e un’attenzione quasi maniacale ai dettagli tattici nei contesti più complicati. Gli anni post‑pandemia hanno visto una rinascita competitiva, culminata in un nuovo salto di categoria dalla Primera C alla Primera B Metropolitana, con un consolidamento progressivo dei processi societari e tecnici. I miglioramenti infrastrutturali dell’impianto e il lavoro sui vivai hanno fornito al club una piattaforma più stabile per resistere ai cicli economici e sportivi, notoriamente volatili nel calcio minore argentino.
    Sul piano sociale, “El Docke” rimane un punto di riferimento per il quartiere: iniziative comunitarie, attività di base e un tessuto di volontariato che supporta la vita del club ben oltre i 90 minuti domenicali. Le rivalità sono naturalmente locali: con San Telmo su tutte (ponte e fiume come confini simbolici), Victoriano Arenas e, per geografia e storia di Avellaneda, la presenza ingombrante di colossi come Independiente e Racing. Dock Sud, tuttavia, mantiene una propria epica: resistere, competere, sorprendere. Il risultato è un’identità forte, sedimentata in oltre un secolo di partite di fango, vento e sole pieno, con la maglia gialloblù a fare da vessillo di un calcio autentico, popolare e tenace.
    Pur senza una platea globale, il club ha un seguito fedele in Argentina, specialmente nell’area metropolitana di Buenos Aires. Il racconto del Dock Sud continua a essere quello di una squadra di quartiere che interpreta il calcio come specchio di una comunità: dura quando serve, solidale, e orgogliosa delle proprie radici.

    Honours

      • title: Primera B Metropolitana (promozioni)
      • years:
      • title: Primera C Metropolitana (campionati e tornei)
      • years:

    Statistical Insights

    Metriche dettagliate su win rate, gol fatti/subiti per partita e strisce positive/negative complete non sono disponibili in modo affidabile e aggiornato per l’intero arco delle ultime stagioni dei tornei metropolitani (aggiornamento: 2025-08-23). In generale, Dock Sud tende a esprimere un rendimento superiore in casa (Estadio de los Inmigrantes) con margini ridotti nelle gare: storicamente molte vittorie e sconfitte maturano con scarti minimi (±1 gol), e un peso significativo delle palle inattive.

    Key Players

    Rosa e top performer variabili stagione per stagione nei tornei metropolitani; elenco puntuale non disponibile con attendibilità sufficiente al 2025-08-23. Profilo tipico: centrali difensivi forti nel gioco aereo, esterni rapidi per transizioni, centravanti di manovra e specialisti sui calci piazzati.

    Projection

    Outlook prudente da campionato d’ascenso: obiettivo primario la permanenza stabile in categoria, con ambizione playoff se la rosa resta sana e si consolida la fase difensiva. Stima in stile betting (range indicativi): salvezza 75–85%, playoff 35–45%, promozione 10–20%, rischio retrocessione 10–15%. Variabili chiave: profondità panchina, rendimento casalingo e solidità su palla inattiva.

    Trivia

    • Soprannomi e identità. Dock Sud è noto come “El Docke” e “Los Inundados”. Il secondo nickname nasce dalle frequenti esondazioni e allagamenti che colpivano l’area portuale e le zone limitrofe del quartiere: un contesto urbano difficile che ha temprato la tifoseria e l’immaginario del club. Indossare il gialloblù, qui, è una dichiarazione d’appartenenza a un territorio che non molla mai.
    • Estadio de los Inmigrantes. Il nome dello stadio è una dedica esplicita a chi ha costruito il quartiere e il club: gli immigrati. È un impianto raccolto, con capienza ridotta rispetto agli standard delle categorie superiori, ma capace di generare una pressione sonora considerevole. Le tribune vicine al campo e l’odore salmastro del Río de la Plata contribuiscono a un’atmosfera unica.
    • DNA dell’ascenso. Dock Sud incarna la cultura dell’ascenso argentino: partite tirate, geometrie semplici ma efficaci, marcature ferree e sapienza sulle palle inattive. Qui il calcio è una lotta, spesso decisa da dettagli e da una gestione accorta dei momenti. È comune vedere squadre come il Docke ruotare uomini chiave per assorbire squalifiche e infortuni, mantenendo l’assetto competitivo.
    • Derby e geografie emotive. Il derby più sentito è con San Telmo, separati da acqua e ponti, un classico del calcio metropolitano fatto di canti, coreografie e, talvolta, tensioni da gestire con grande attenzione. Sono sentite anche le sfide con Victoriano Arenas e Talleres (RE), con cui condivide scacchiere territoriali e storie intrecciate nell’area sud della Grande Buenos Aires.
    • Talento e passaggi. Nel tempo il Dock Sud ha visto nascere o transitare giocatori poi destinati a categorie superiori. È un elemento tipico dei club dell’ascenso: valorizzare profili in cerca di rilancio o giovani in prestito, offrendo minuti veri in un contesto altamente competitivo. I salti di categoria del Docke, quando arrivano, si legano spesso a mix riusciti tra veterani di mestiere e giovani affamati.
    • Cultura popolare. Le partite casalinghe non sono solo evento sportivo ma rito di comunità. Prima e dopo la gara il quartiere vive: bar, parrillas di strada, bandiere ai balconi. Il calcio diventa infrastruttura sociale: un filo che connette generazioni, racconti familiari, e la memoria operaia del porto.
    • Resilienza economica. Come molti club dell’ascenso, Dock Sud ha dovuto navigare momenti di ristrettezze economiche e adeguarsi a regolamenti AFA in evoluzione. La sopravvivenza passa da gestioni oculate, dalla valorizzazione del vivaio e da campagne di tesseramento dei soci.
    • Estetica del gialloblù. La maglia è un tratto distintivo: le combinazioni giallo‑blu, spesso con dettagli minimalisti, mantengono una continuità storica apprezzata dai tifosi. Nelle annate “buone”, non è raro che il merchandising vada esaurito nelle taglie più richieste, segno di un attaccamento identitario molto forte.
    • Un pallone, mille storie. Aneddoti locali parlano di allenamenti sospesi per pioggia torrenziale, di trasferte affrontate tra cantieri e ponti levatoi, di gol promozione ricordati come pietre miliari nella memoria collettiva. È il calcio che profuma di vernice sugli stendardi e di terra bagnata, quello che ha fatto grande l’Argentina anche al di fuori dei riflettori massmediatici.
    • Oltre il risultato. Se il top‑flight argentino celebra i titoli, l’ascenso celebra la coerenza con i propri valori. Dock Sud è la fotografia di un club che fa del quotidiano – allenamento, manutenzione del campo, lavoro sul settore giovanile – il proprio scudetto metaforico. E quando la palla rotola, il quartiere intero sembra spingerla in porta.

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