RED Star FC 93
Official Info
- Official Website: https://www.redstar.fr
- League Website: https://www.ligue2.fr
- Twitter: https://twitter.com/RedStarFC
- Facebook: https://www.facebook.com/RedStarFC
- Instagram: https://www.instagram.com/redstarfc
Quick Facts
- Founded: 1897
- City: Saint-Ouen-sur-Seine (Seine-Saint-Denis)
- Country: Francia
- Founder: Jules Rimet
- Milestones: - 1897: fondazione a Parigi per iniziativa di Jules Rimet.
- 1909: trasferimento stabile a Saint-Ouen; nascita del legame con lo Stade de Paris (poi Stade Bauer).
- 1921–1923: tre Coppe di Francia consecutive, apice dell’era pionieristica; ulteriori successi nel 1928 e 1942.
- 1932: club fondatore del campionato professionistico francese (Division 1).
- Anni 1990–2000: difficoltà sportive e amministrative, scivolate nelle serie inferiori e ricostruzione dell’identità “93”.
- 2014–2015: titolo in Championnat National e ritorno in Ligue 2; stessa impresa nel 2017–2018 e poi ancora nel 2023–2024.
- 2015–2016: stagione di vertice in Ligue 2 giocata in esilio al Jean-Bouin per omologazione stadio.
- 2022: acquisizione da parte di 777 Partners; contestazioni della tifoseria organizzata e avvio del progetto di riqualificazione dello Stade Bauer con partner immobiliari.
- Oggi: club stabilmente professionistico, forte identità popolare e progetto stadio in evoluzione.
History
Il Red Star FC 93 è tra i club più antichi e identitari del calcio francese. Nato nel 1897 per volontà di Jules Rimet, futuro padre del Mondiale FIFA, il Red Star affonda le proprie radici nel cuore popolare di Parigi e si lega, dal 1909, a Saint-Ouen, in Seine-Saint-Denis. La stella a cinque punte verde su campo bianco è diventata nel tempo un simbolo che trascende il gioco: cultura, comunità, appartenenza. Nei ruggenti anni Venti il Red Star fece storia, vincendo tre Coppe di Francia di fila (1921–1923) e aggiungendo i trionfi del 1928 e 1942. Era un’epoca di calcio pionieristico, di eroi nazionali come Paul Nicolas, e di uno stile che univa rigore tattico e spirito d’avventura. Fondatore della Division 1 nel 1932, il club visse una parabola complessa nel dopoguerra: periodi nel massimo livello si alternarono a discese e risalite, fino alle grandi difficoltà amministrative tra anni Novanta e Duemila, quando l’istituzione “Red Star 93” si aggrappò alla propria base sociale per restare in piedi. Lo Stade de Paris, ribattezzato Stade Bauer in onore del resistente Jean-Claude Bauer, divenne il totem della comunità: un impianto ruvido, affascinante, con tribune storiche e un tifo caldo, intriso di memoria e impegno civile. Nel nuovo millennio il Red Star ha rilanciato l’asse tecnico sulla valorizzazione del talento locale dell’Île-de-France, area tra le più ricche d’Europa in termini di produzione di calciatori. Il ritorno al professionismo solido è passato dai titoli in Championnat National (2014–2015, 2017–2018, 2023–2024) e dalla capacità di rinnovarsi pur rimanendo fedele a una precisa idea di calcio: identità prima dei risultati, ma risultati come naturale conseguenza dell’identità. La stagione 2015–2016 in Ligue 2, disputata al Jean-Bouin per ragioni di omologazione, ha segnato un punto di svolta, riportando il Red Star nel dibattito calcistico nazionale. Negli anni recenti il club ha affrontato anche la sfida della proprietà internazionale: dal 2022 è entrato nella galassia 777 Partners, scelta contestata da una parte della tifoseria, custode di valori sociali e antitetici a una visione puramente finanziaria del calcio. Da questa frizione è nato, però, un impegno concreto sulla riqualificazione della casa comune: il progetto di rinnovamento dello Stade Bauer mira a conciliare sostenibilità, sicurezza e identità, per riportare definitivamente la squadra nella sua culla senza deroghe. Oggi il Red Star FC 93 è un unicum nel panorama francese: non un club “globale” nel senso commerciale del termine, ma una marca culturale riconoscibile, capace di parlare a musicisti, street artist, designer e a quella parte di pubblico che nel pallone cerca linguaggi e storie, non solo risultati. La missione resta la stessa che Rimet intuì oltre un secolo fa: usare il calcio come collante sociale. E a Saint-Ouen, tra murales e gradinate, la stella continua a brillare.
Honours
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- title: Coupe de France
- years: 1921, 1922, 1923, 1928, 1942
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- title: Championnat National (terza serie)
- years: 2015, 2018, 2024
Statistical Insights
Win rate stagionali, media gol fatti/subiti e strisce (migliori/peggiori) non disponibili in forma verificata e aggiornata entro la soglia di 30 giorni. Consultare i database indicati in fonti (Transfermarkt/FBref/Soccerway) per i dati granulari più recenti. Ultimo controllo: 2025-08-23.
Key Players
Profili emblematici recenti e storici:
- Pape Meïssa Ba (Attaccante): capocannoniere del Championnat National 2021–22 con il Red Star (21 gol), terminale d’area e grande attitudine all’attacco della profondità.
- Damien Durand (Attaccante/Esterno): bandiera delle stagioni in National, duttile e continuo, contributo stabile in gol+assist e leadership nello spogliatoio.
- Mayoro N’Doye (Centrocampista): equilibrio e intensità nelle annate di promozione dalla terza serie, riferimento fisico e tattico in mediana.
- Naïm Sliti (Trequartista/Esterno): uomo chiave della positiva Ligue 2 2015–16, con contributo in doppia cifra tra gol e assist prima del salto in massima serie. Nota: elenco a carattere tecnico‑storico; lo stato di forma attuale e le medie minutaggio/G+A vanno verificati sulle fonti statistiche aggiornate. Ultimo controllo: 2025-08-23.
Projection
Identità chiara, pubblico caldo e un progetto stadio in evoluzione danno al Red Star un floor competitivo credibile nel contesto di Ligue 2. Strutturalmente, il profilo atteso è da metà classifica con potenziale da zona play-off se la fase difensiva regge lo step-up fisico e se il valore aggiunto sui piazzati resta sopra media. Stima in stile quote implicite: salvezza 60–70% (1.43–1.67), metà classifica 40–50% (2.00–2.50), accesso play-off promozione 10–15% (6.67–10.00). Variabili critiche: continuità tecnica, mercato mirato (due/tre profili d’esperienza per colmare gap di ritmo), piena disponibilità dello Stade Bauer in versione omologata. Scenario prudente ma con upside se l’integrazione dei nuovi innesti è rapida.
Trivia
Il nome “Red Star” è avvolto da aneddoti di fine Ottocento: secondo una tradizione, sarebbe stato suggerito da una governante inglese vicina alla famiglia Rimet e ispirato alla Red Star Line, compagnia navale transatlantica iconica di quell’epoca. La stella a cinque punte, oggi simbolo indelebile del club, ha colori verdi e bianchi, una scelta cromatica rara nel panorama francese e subito riconoscibile. La casa storica è lo Stade Bauer, uno stadio di quartiere nel senso più nobile del termine. Intitolato a Jean-Claude Bauer, consigliere comunale e resistente fucilato nel 1942, è un monumento civile oltre che sportivo: un luogo in cui la memoria della Resistenza convive con i sabati di campionato. All’interno dell’impianto, una delle tribune è dedicata a Rino Della Negra, giovane calciatore del Red Star e partigiano del gruppo Manouchian, giustiziato nel 1944: il suo nome campeggia sui drappi, ricordando che il Red Star è prima di tutto comunità e valori. A differenza di molte realtà metropolitane, la tifoseria del Red Star ha coltivato un’identità culturale forte e trasversale. Musica, street art, letteratura urbana: le curve hanno spesso ospitato performance, mostre e presentazioni, trasformando il matchday in un piccolo festival. Il club ha istituito programmi come il Red Star Lab, che connettono giovani del territorio con artisti, fotografi e professionisti della creatività, usando il calcio come portale verso l’educazione e la cittadinanza attiva. Anche le maglie hanno raccontato storie: collaborazioni con brand di sportswear e media indipendenti hanno reso i kit del Red Star oggetti di culto nel collezionismo europeo. In un’epoca di uniformità estetica, la stella verde ha mantenuto una personalità netta, con richiami grafici alla tradizione parigina e alla cultura di Seine-Saint-Denis. Il rapporto con lo stadio è stato talvolta tormentato: per ragioni di omologazione, in alcune stagioni la squadra ha dovuto emigrare al Jean‑Bouin. La volontà di tornare “a casa” ha alimentato movimenti civici come il Collectif Red Star Bauer, protagonista di campagne e proposte per il restyling dell’impianto. Negli ultimi anni, l’ingresso nella galassia di proprietà internazionale (777 Partners) ha acceso il dibattito: i tifosi, gelosi dell’anima popolare del club, hanno espresso dubbi e organizzato proteste, ma hanno anche dialogato su un progetto stadio che salvaguardi identità e sostenibilità. La storia sportiva non manca di primati e ricordi: le cinque Coppe di Francia collocano il Red Star tra le regine storiche della competizione; il trittico 1921–1923 resta una rarità nel calcio francese. In molti ricordano pure i talenti passati da Saint‑Ouen prima di decollare altrove, segno che la zona 93 continua a essere un giacimento inesauribile di talento. Malgrado l’ombra ingombrante del vicino PSG, il Red Star conserva un’aura unica: è il club delle storie, dei murales, delle notti di coppa invernali e delle coreografie che raccontano la città. Non è un “brand globale” in senso strettamente commerciale, eppure la sua estetica ha valicato i confini: maglie vendute a Berlino e Londra, documentari, fanzine internazionali. In definitiva, è una squadra che resiste e insista: un ponte tra memoria e futuro, orgogliosamente ancorata a Saint‑Ouen e alla gente che la abita.