Arbroath

Città
Arbroath (Angus)
Nazione
Sito Web
Fondata
1878
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1878-05-24
  • City: Arbroath (Angus)
  • Country: Scotland
  • Founder: Unknown (ultimo aggiornamento 2025-08-23)
  • Milestones: 1885: record mondiale 36–0 in Scottish Cup vs Bon Accord; 1887: trasferimento a Gayfield Park; 2010–11: primo titolo nazionale (Scottish Third Division); 2018–19: titolo di Scottish League One e promozione in Championship; 2021–22: miglior piazzamento di sempre (2° in Championship, play-off promozione); Gayfield riconosciuto tra gli stadi professionistici più vicini al mare in Europa.

History

L’Arbroath Football Club nasce ufficialmente il 24 maggio 1878 nella cittadina costiera di Arbroath, nell’Angus, culla della pesca e del celebre kipper. La squadra, soprannominata Red Lichties in omaggio alle luci rosse del porto che guidavano i pescatori, si afferma presto nel panorama scozzese ottocentesco. Il 12 settembre 1885 scrive una pagina indelebile della storia del calcio: il 36–0 rifilato al Bon Accord in Scottish Cup, tuttora la vittoria più larga mai registrata nel calcio senior. In quell’incontro, Jocky Petrie mette a segno 13 reti, record individuale scozzese in una singola gara ufficiale.

Dalla fine dell’Ottocento il club si stabilisce a Gayfield Park (1887), impianto che si affaccia letteralmente sul Mare del Nord: un contesto unico, spesso sferzato da vento e salsedine, che diventa parte integrante dell’identità dell’Arbroath. Le difficoltà logistiche non impediscono al club di ritagliarsi un ruolo costante nelle divisioni scozzesi, alternandosi fra secondo, terzo e quarto livello lungo tutto il XX secolo senza però mai raggiungere la massima serie. La rivalità più sentita è con Montrose, Forfar Athletic e Brechin City: gli Angus derbies scandiscono la vita sportiva locale.

Per decenni i Lichties restano una realtà tenace ma modesta, fino alla svolta del nuovo millennio. Nel 2010–11, guidati dal player‑manager Paul Sheerin, conquistano il primo trofeo nazionale della loro storia, vincendo la Scottish Third Division. È il preludio a un ciclo di crescita culminato nel 2018–19: con Dick Campbell in panchina, l’Arbroath domina la League One e sale in Championship. Nel 2021–22 il club sfiora l’impresa delle imprese: da formazione prevalentemente part‑time, finisce secondo dietro il Kilmarnock e accede ai play‑off promozione, dove cede solo ai rigori all’Inverness CT in semifinale. Resta, ad oggi, il miglior piazzamento di sempre nella piramide scozzese.

Ancorato alla comunità e alla tradizione, l’Arbroath ha costruito il proprio modello su reclutamento mirato, coesione dello spogliatoio e sfruttamento del fattore Gayfield. La storia recente, con titoli nelle serie inferiori e stagioni di alto profilo in Championship, ha regalato visibilità nazionale a un club profondamente radicato nel territorio, dimostrando che identità, organizzazione e idee possono colmare — almeno in parte — il gap di budget rispetto ai colossi urbani. In sintesi, i Red Lichties sono l’emblema della provincia scozzese che non smette di sognare, con un passato leggendario e un presente competitivo.

Honours

    • title: Scottish League One (terzo livello)
    • years: 2019
    • title: Scottish Third Division (quarto livello)
    • years: 2011

Statistical Insights

Profilo competitivo tipico da club di Championship con risorse contenute e forte fattore campo a Gayfield Park. Miglior difesa del torneo nella stagione 2021–22 (meno di 0,7 gol subiti a partita), quando ha chiuso 2° e perso i play‑off solo ai rigori. Storicamente notevole capacità di ottenere clean sheet in condizioni meteo difficili e di capitalizzare sulle palle inattive. Record assoluto: 36–0 (Scottish Cup 1885), la vittoria più larga nel calcio senior. Dati puntuali di win rate e gol/partita variano per stagione e non sono uniformemente disponibili da fonti verificate per l’intero periodo recente: valori precisi non pubblicati (ultimo controllo 2025-08-23).

Key Players

Michael McKenna (trequartista/CM): faro offensivo dell’era recente, capocannoniere di squadra in Championship 2021–22 con doppia cifra (calcio piazzato e inserimenti). Thomas O’Brien (difensore centrale): leader difensivo, oltre 200 presenze con i Lichties, dominante nel gioco aereo e nei duelli. Derek Gaston (portiere): veterano ad alto rendimento, numerose clean sheet nelle stagioni di vertice in Championship. Scott Stewart (terzino/esterno destro): grande motore sulla fascia, alto volume di cross e duttilità tattica. Bobby Linn (ala sinistra, bandiera): protagonista della promozione 2018–19, premi individuali di categoria e centinaia di presenze, simbolo del club nell’ultimo decennio.

Projection

Outlook prudente ma ambizioso: con organico mix di esperienza e lavoro sulle palle inattive, l’Arbroath può puntare alla salvezza serena e a inserirsi nella corsa play‑off in annate favorevoli. Probabilità indicative (implied odds): play‑off promozione 12–18% (circa quota 5.5–8.0), metà classifica 45–55% (quota 1.8–2.2), lotta salvezza 30–35% (quota 2.9–3.3). Vantaggio competitivo a Gayfield nelle giornate ventose; criticità: profondità della rosa e produzione offensiva lontano da casa. Gestione accurata delle risorse e mercato mirato restano le chiavi.

Trivia

• Il 36–0 del 12 settembre 1885 contro il Bon Accord è la più ampia vittoria nel calcio senior. L’exploit avvenne in Scottish Cup e, per un curioso intreccio, nello stesso giorno il Dundee Harp batté 35–0 un avversario diverso: per poche ore non si seppe quale delle due avesse siglato il vero record. La risposta, storica, fu Arbroath. L’attaccante Jocky Petrie realizzò 13 gol, primato individuale in una partita ufficiale in Scozia.
• Gayfield Park è un’icona: praticamente appoggiato sul Mare del Nord, è tra gli stadi professionistici più vicini all’acqua in Europa. Vento, pioggia orizzontale, spruzzi di salsedine: il meteo ad Arbroath è un fattore tattico reale. Non è raro vedere palloni oltre la recinzione e finire in mare o rimesse laterali che tornano indietro spinte dalle raffiche. Le squadre avversarie spesso devono riadattare schemi e tempi di gioco; i Lichties, invece, ci convivono da sempre.
• Il soprannome Red Lichties rimanda alle luci rosse che guidavano i pescherecci verso il porto di Arbroath. L’identità marittima permea crest, colori e narrativa del club: il granata della maglia, con inserti bianchi, è ormai un classico delle Highlands costiere.
• L’Arbroath non ha mai giocato nella massima serie, ma nel 2021–22 ha toccato il cielo: secondo posto in Championship da squadra in gran parte part‑time, difesa d’acciaio e organizzazione esemplare. In semifinale play‑off, contro l’Inverness CT, è stato eliminato ai rigori dopo due 0–0: una pagina romanticamente scozzese che ha conquistato l’opinione pubblica nazionale.
• Record di affluenza a Gayfield: oltre 13.500 spettatori per una sfida di Scottish Cup contro i Rangers (1952). La cornice, stretta tra mare e tribune, in quelle occasioni è electric: il rumore del vento si mescola ai cori, un’atmosfera che altrove non esiste.
• Paul Sheerin è stato l’architetto del primo trofeo nazionale (2010–11, Third Division) da player‑manager: figura chiave nel modernizzare il club. Dick Campbell, poi, ha firmato l’impresa del 2018–19 (League One) e la cavalcata del 2021–22, consolidando l’immagine dell’Arbroath come squadra organizzata e durissima da affrontare.
• Gli Angus derbies, contro Montrose, Forfar Athletic e Brechin City, sono più di partite: raccontano una geografia calcistica fatta di paesi, orgoglio e radici. Vincere il derby, per i tifosi dei Lichties, vale una stagione.
• Il club è noto per scovare profili adatti al contesto: lavoratori del pallone con forte etica, pronti a interpretare un calcio pragmatico, esperto nei dettagli (calci piazzati, seconde palle, gestione delle transizioni). Non è un caso che portieri e centrali difensivi si esaltino a Gayfield.
• Tra le curiosità di colore: il fish & chips pre‑partita è quasi un rito; nei giorni di tempesta non mancano storie di bandierine delle corner‑flags piegate a 90 gradi e di fotografi costretti a cambiare obiettivi per la sabbia salata nell’aria. Folklore? Forse. Ma è anche l’essenza dell’Arbroath: calcio e mare, indissolubili.
• Il 36–0 ha una coda statistica: in epoca moderna, il record è considerato inattaccabile nelle competizioni professionistiche europee. È uno dei marchi globali con cui l’Arbroath viene riconosciuto all’estero, nonostante il club non abbia massa critica internazionale. Un unicum che travalica il risultato sportivo.

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