Wellington Phoenix
Official Info
- Official Website: https://www.wellingtonphoenix.com/
- League Website: https://aleagues.com.au/
- Twitter: https://twitter.com/WgtnPhoenixFC
- Facebook: https://www.facebook.com/WellingtonPhoenixFC/
- Instagram: https://www.instagram.com/wellingtonphoenixfc/
- YouTube: https://www.youtube.com/@wellingtonphoenixfc
Quick Facts
- Founded: 2007-03-19
- City: Wellington
- Country: Nuova Zelanda
- Founder: Terry Serepisos (Phoenix Football Ltd)
- Milestones: - 2007: concessione licenza A‑League dopo la chiusura dei New Zealand Knights; debutto nella stagione 2007-08. - 2009-10: prima qualificazione ai play-off e semifinale raggiunta. - 2011: salvataggio societario e passaggio al consorzio Welnix; Rob Morrison presidente. - 2013-16: era Ernie Merrick, gioco propositivo e ritorno stabile ai play-off. - 2018-19: Roy Krishna vince la Scarpa d’Oro e il Johnny Warren Medal; record di gol stagionali del club. - 2020-21: esilio in Australia per la pandemia, rientro in Nuova Zelanda con grandi affluenze. - 2023: nasce la sezione femminile in A‑League Women; Giancarlo Italiano nominato head coach della prima squadra maschile. - 2023-24: migliore stagione regolare della storia del club (top‑two) e semifinale playoff.
History
Il Wellington Phoenix FC nasce nel 2007 come risposta immediata alla necessità di mantenere una presenza neozelandese nel massimo campionato professionistico australiano, l’A‑League. Dopo la dissoluzione dei New Zealand Knights, la Football Federation Australia approva una nuova licenza con base nella capitale neozelandese. Il progetto viene sostenuto dall’imprenditore Terry Serepisos e prende il nome di Phoenix, simbolo di rinascita: un manifesto programmatico per una città e un calcio che vogliono restare sulla mappa. La squadra debutta nella stagione 2007‑08 allo Sky Stadium (all’epoca Westpac), con i tifosi della “Yellow Fever” a colorare la Curva in giallonero.
Nei primi anni il club costruisce identità, organizzazione e una struttura tecnica stabile: Ricki Herbert fa da ponte tra nazionale e club, mentre nel 2009‑10 arriva la prima, storica qualificazione alla Finals Series, chiusa in semifinale dopo una cavalcata entusiasmante che accende l’interesse nazionale. Il 2011 è un anno spartiacque: le difficoltà finanziarie portano all’intervento del consorzio locale Welnix, che rileva il club assicurandone la sopravvivenza e l’ambizione a lungo termine. Con l’arrivo di Ernie Merrick (2013‑16) il Phoenix abbraccia un calcio verticale e coraggioso, tornando con regolarità in zona playoff.
L’era recente vede l’esplosione di talenti come Roy Krishna e Sarpreet Singh. Nel 2018‑19 Krishna firma la miglior stagione realizzativa della storia del club, consacrandosi capocannoniere e miglior giocatore della lega. Seguono anni di grande resilienza: la pandemia costringe il Phoenix a lunghe permanenze in Australia, con “home games” nominali a Wollongong. Nonostante l’esilio, la squadra mantiene competitività, rientra in patria con affluenze importanti e riprende il percorso di crescita con un forte investimento su sviluppo giovanile e scouting mirato nel Pacifico e in Europa.
Nel 2023 parte anche il progetto femminile in A‑League Women, tassello fondamentale per l’ecosistema calcistico di club. La panchina passa a Giancarlo Italiano, che imprime struttura difensiva, intensità senza palla e transizioni efficaci. Il risultato è una stagione regolare da record per il Phoenix, chiusa tra le prime due e culminata con una semifinale playoff, segnale di maturità tattica e competitiva. Parallelamente, lo Sky Stadium – il celebre “Cake Tin” – diventa teatro di alcune delle più grandi cornici di pubblico per il calcio in Nuova Zelanda.
Pur non avendo ancora alzato trofei maggiori, il Wellington Phoenix è oggi un riferimento per l’intero movimento neozelandese: dà continuità professionistica ai talenti locali, porta il gioco in diverse città del Paese con incontri itineranti e funge da ponte naturale tra A‑League e All Whites. Il motto implicito resta quello delle origini: rinascere, competere, consolidarsi. In una parola, Phoenix.
Honours
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- title: Nessun titolo maggiore (A-League Men / Australia Cup) finora
- years:
Statistical Insights
Miglior piazzamento in stagione regolare A‑League Men: 2º posto (era moderno del club). Record di gol in una singola stagione di A‑League per il Phoenix: Roy Krishna, 18 reti (2018-19). Capocannoniere all‑time del club in A‑League: Roy Krishna (51 gol). Primatista di presenze in A‑League con il Phoenix: Andrew Durante (oltre 270 presenze). Win rate storico preciso: Unknown (aggiornato al 2025-08-22). Media gol fatti/subiti per gara (tutte le competizioni): Unknown (aggiornato al 2025-08-22). Strisce migliori/peggiori consecutive (vittorie/sconfitte): Unknown (aggiornato al 2025-08-22). Nota metodologica: per dati granulari di rendimento stagionale si rimanda agli archivi Transfermarkt/FBref.
Key Players
Kosta Barbarouses (ATT): leader offensivo, esperienza internazionale, volume di movimenti e finalizzazione; in doppia cifra di gol nell’ultima stagione di vertice. Alex Paulsen (POR): esploso con clean sheet e parate ad alto indice di difficoltà; forte sui rigori e tra i pali. Bozhidar Kraev (TRE/CC): intelligenza tra le linee, timing d’inserimento e contributo realizzativo; ottimo legame con le transizioni del Phoenix. Tim Payne (TD/DC): jolly difensivo, aggressivo nei duelli, affidabile in costruzione bassa. Ben Old (ALA/TRE): prospetto in crescita, progressioni palla al piede e chance creation nelle uscite in velocità.
Projection
Il Phoenix di Italiano ha costruito un’identità chiara: blocco medio‑basso compatto, linee strette, grande disciplina posizionale e ripartenze pulite. L’efficienza difensiva è stata un driver primario dei risultati, con un portiere ad alto impatto e una fase di non possesso molto coordinata; l’area di rischio risiede nella sostenibilità di eventuali overperformance rispetto agli expected goals contro, e nella necessità di confermare la produzione offensiva di Barbarouses/Kraev su orizzonti più lunghi. Depth chart: rotazioni in fascia e numero 9 sono leve critiche. Proiezione probabilistica in ottica “betting style”: qualificazione alla Finals Series 60‑70%; top‑2 di regular season 20‑25%; corsa al titolo 9‑12%. Driver positivi: continuità tecnica, coesione del gruppo, vantaggio ambientale allo Sky Stadium. Rischi: calendario logistico complesso, variabilità nelle gare a ritmi bassi, eventuali partenze di pezzi chiave.
Trivia
• Yellow Fever, cuore pulsante. La tifoseria organizzata del Wellington Phoenix – la “Yellow Fever” – è tra le più vivaci dell’A‑League. Nata con spirito goliardico e comunitario, anima i match allo Sky Stadium con cori e coreografie giallonere, promuove iniziative benefiche e campagne a sostegno del club. Il settore si riconosce in rituali semplici (la marcia verso il “Cake Tin”, la simbologia del fenice) e in un umorismo tipicamente kiwi che ha contribuito a differenziare l’esperienza stadio a Wellington.
• Il “Cake Tin”. Lo Sky Stadium è soprannominato “Cake Tin” per la forma circolare e l’anello continuo di spalti: un impianto polifunzionale che amplifica il rumore quando il Phoenix gira a regime. Con capienza superiore ai 30mila, ha ospitato alcuni dei picchi di affluenza del calcio neozelandese, in particolare nelle fasi calde delle Finals Series e nei grandi incroci contro i club australiani storicamente più titolati.
• Una franchigia “di Paese”. Il Phoenix ha spesso portato match casalinghi itineranti ad Auckland, Christchurch, Dunedin e Hamilton, con l’obiettivo di distribuire il calcio professionistico su base nazionale. Questo ha ampliato la fanbase e dato a molti giovani la possibilità di vedere da vicino l’A‑League, alimentando la pipeline dei talenti locali verso l’Under 20 neozelandese e, in prospettiva, la nazionale maggiore.
• Resilienza da manuale. Pochi club della regione Asia‑Pacifico hanno vissuto un “esilio” prolungato come il Phoenix durante la pandemia: mesi in ritiro operativo in Australia, allenamenti e partite lontano da casa, con costi logistici e umani notevoli. La squadra ha risposto con professionalità, sopravvivendo sportivamente a un contesto durissimo e ritrovando subito energia con il ritorno a Wellington, dove la curva delle presenze ha segnato un rimbalzo positivo.
• Roy Krishna, storia del Pacifico. L’attaccante figiano non solo è il miglior marcatore della storia del Phoenix, ma è diventato il primo calciatore delle Isole Fiji a imporsi come stella dell’A‑League, vincendo la Scarpa d’Oro e il premio di MVP della lega. Il suo percorso ha ispirato una maggiore attenzione verso il reclutamento nel Pacifico, area che il club ha presidiato con intelligenza insieme al mercato domestico e a mirati innesti europei.
• Andrew Durante, l’uomo di ferro. Capitano per lunghi anni, è il primatista di presenze del club in A‑League. Difensore di posizione, grande leadership e senso del timing, è stato il riferimento della retroguardia giallonera nell’era di consolidamento del Phoenix, custodendo lo spogliatoio nelle stagioni di transizione tecnica.
• Distance Derby. La rivalità curiosa con il Perth Glory nasce dal dato geografico: Wellington–Perth è una delle trasferte più lunghe del calcio professionistico di club. Il “Distance Derby” è diventato un classico dell’A‑League, con i tifosi che giocano sull’assurdità delle distanze oceaniche in un campionato che abbraccia due nazioni.
• Transnazionalità e AFC. Il Phoenix è un unicum: club neozelandese in un campionato australiano. Per anni ciò ha complicato l’accesso automatico alle coppe asiatiche a causa dei regolamenti confederali e di licenza. Nonostante i dibattiti, il club ha fatto della propria identità transnazionale una risorsa: scouting ibrido, brand binazionale e un racconto sportivo che unisce due culture calcistiche vicine ma diverse.
• Scuola Phoenix. Dalla cantera giallonera sono passati giovani poi destinati all’Europa: da Sarpreet Singh (approdato al Bayern Monaco) a Liberato Cacace (traiettoria fino alla Serie A), fino alle recenti cessioni verso Championship/League One. Il messaggio è chiaro: a Wellington si può crescere, giocare e partire, senza che questo snaturi il progetto tecnico.
• Identità tattica contemporanea. Negli ultimi anni il Phoenix ha raffinato un modello basato su organizzazione, linee corte e verticalità. In A‑League, dove i ritmi cambiano spesso in corsa, questo approccio ha pagato: pochi fronzoli, occupazione razionale degli spazi, grande efficienza nel trasformare recuperi palla in occasioni. Una filosofia “pratica” che risuona con la cultura sportiva neozelandese, competitiva e concreta.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 13 | 13 | 26 | |||
| Vinte | 2 | 4 | 6 | |||
| Pareggi | 5 | 1 | 6 | |||
| Sconfitte | 6 | 8 | 14 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 0.8 | 11 | 1.2 | 16 | 1 | 27 |
| Goal concessi | 1.3 | 17 | 2 | 26 | 1.7 | 43 |
| Cartellini gialli | 0.7 | 9 | 2.1 | 27 | 1.4 | 36 |
| Cartellini rossi | 0 | 0 | 0 | |||
| Reti inviolate | 0.2 | 3 | 0.2 | 2 | 0.2 | 5 |
| Calci d'angolo | 3.8 | 49 | 2.6 | 34 | 3.2 | 83 |
| Falli | 7.4 | 96 | 9.1 | 118 | 8.2 | 214 |
| Fuori gioco | 1.2 | 15 | 1.8 | 23 | 1.5 | 38 |
| Tiri | 9 | 117 | 8.1 | 105 | 8.5 | 222 |
| Tiri in porta | 2.4 | 31 | 2.9 | 38 | 2.7 | 69 |