Atletico Madrid
Official Info
- Official Website: https://www.atleticodemadrid.com
- League Website: https://www.laliga.com/en-GB/laliga-easports/clubs/atletico-de-madrid
- Twitter: https://twitter.com/Atleti
- Facebook: https://www.facebook.com/AtleticodeMadrid/
- Instagram: https://www.instagram.com/atleticodemadrid/
- YouTube: https://www.youtube.com/user/atleticodemadrid
Quick Facts
- Founded: 26-04-1903
- City: Madrid
- Country: Spagna
- Founder: Tre studenti baschi sostenitori dell’Athletic Club di Bilbao residenti a Madrid (ramo madrileno)
- Milestones: - 1903: fondazione come Athletic Club Sucursal de Madrid; - 1911: adozione della maglia a strisce biancorosse; - 1939–1946: fusione con Aviación Nacional e nascita di Atlético Aviación; - 1940 e 1941: primi due scudetti; - 1966: inaugurazione del Manzanares (poi Vicente Calderón); - 1974: finale Coppa dei Campioni e vittoria della Coppa Intercontinentale; - 1995–96: “doblete” Liga + Copa del Rey; - 2000–02: biennio in Segunda e ritorno in Liga; - 2010: prima UEFA Europa League; - 2013–14 e 2020–21: titoli Liga dell’era Simeone; - 2017: trasloco al Metropolitano (oggi Civitas Metropolitano).
History
L’Atlético de Madrid nasce il 26 aprile 1903 per iniziativa di un gruppo di studenti baschi, sostenitori dell’Athletic Club di Bilbao trasferitisi nella capitale. La prima denominazione, Athletic Club Sucursal de Madrid, chiarisce l’ascendenza: un ramo madrileno del club bilbaino. Le prime divise sono blu e bianche, poi dal 1911 arrivano le iconiche strisce biancorosse: secondo la tradizione, il tessuto a righe dei materassi – economico e facilmente reperibile – ispira il soprannome che resterà per sempre, Los Colchoneros.
Nel 1939, all’indomani della Guerra Civile, il club si fonde con l’Aviación Nacional diventando Atlético Aviación. È l’inizio della prima grande ascesa: guidato da Ricardo Zamora in panchina, il club conquista due campionati consecutivi (1940 e 1941), affermandosi come potenza emergente della Liga. Nel 1947 ritorna la denominazione attuale, Club Atlético de Madrid, mentre sullo stemma campeggiano l’orso e il corbezzolo, simboli araldici della città.
Gli anni Cinquanta e Sessanta consegnano altri titoli, con l’epopea di allenatori e fuoriclasse dal carattere ruvido e competitivo, tratti distintivi di una cultura popolare che fa dell’Atlético il “club del pueblo” di Madrid. Nel 1966 si inaugura lo stadio sul Manzanares – poi dedicato al presidente Vicente Calderón – che diventerà casa e fortino per mezzo secolo. L’Atlético si ritaglia uno spazio europeo importante: nel 1962 vince la Coppa delle Coppe, nel 1974 gioca la finale della Coppa dei Campioni contro il Bayern, cede solo nel replay, ma alza comunque la Coppa Intercontinentale nello stesso anno battendo l’Independiente, in sostituzione dei campioni d’Europa rinunciatari.
Il 1995–96 è la stagione del “doblete”: titolo di Liga e Copa del Rey con Radomir Antić e una squadra capace di unire tecnica e agonismo. Poi l’improvviso declino e la retrocessione nel 2000: due stagioni in Segunda per riorganizzarsi, quindi il ritorno in Primera nel 2002. La ricostruzione porta nuova linfa al vivaio (Torres, Koke) e, soprattutto, all’era Diego Simeone: dal suo arrivo in panchina nel 2011 il Cholismo imprime un’identità feroce fatta di compattezza difensiva, transizioni verticali e mentalità competitiva. Arrivano due Europa League (2012, 2018), tre Supercoppe UEFA (2010, 2012, 2018), la Copa del Rey 2013 strappata al Real al Bernabéu e, soprattutto, due scudetti (2014 e 2021) che spezzano il duopolio Barça-Real. Due finali di Champions (2014, 2016) sfuggono ai rigori e all’ultimo respiro, alimentando la narrazione epica del club.
Nel 2017 l’Atlético trasloca al Metropolitano, impianto moderno e rumoroso, nuovo tempio per una tifoseria tra le più calde d’Europa. La proprietà vede la continuità della famiglia Gil e del presidente Enrique Cerezo, mentre l’ingresso e poi l’uscita del gruppo Wanda e la quota di Quantum Pacific (Idan Ofer) testimoniano la dimensione globale del brand. Oggi il club è stabilmente nell’élite europea, capace di lottare per la Liga e di recitare un ruolo da protagonista in Champions, con una politica sportiva che unisce scouting, valorizzazione di profili intensi e un’identità tattica riconoscibile in tutto il mondo.
Honours
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- title: La Liga
- years: 1940, 1941, 1950, 1951, 1966, 1970, 1973, 1977, 1996, 2014, 2021
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- title: Copa del Rey
- years: 1960, 1961, 1965, 1972, 1976, 1985, 1991, 1992, 1996, 2013
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- title: Supercopa de España
- years: 1985, 2014
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- title: Segunda División
- years: 1934, 2002
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- title: UEFA Europa League
- years: 2010, 2012, 2018
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- title: UEFA Super Cup
- years: 2010, 2012, 2018
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- title: UEFA Cup Winners’ Cup
- years: 1962
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- title: Coppa Intercontinentale
- years: 1974
Statistical Insights
- Identità tattica: sotto Diego Simeone, l’Atlético ha mantenuto per anni una delle migliori difese d’Europa, con medie gol subiti in Liga spesso prossime o inferiori a 1 a partita e una produzione offensiva che oscilla intorno a 1,5–1,8 gol segnati a gara.
- Tasso di vittoria: nelle ultime stagioni complete l’Atlético ha stabilmente chiuso con win rate complessivi intorno al 55–60% in tutte le competizioni, con punte superiori nelle annate da titolo.
- Clean sheet: Jan Oblak ha guidato più volte la classifica Zamora e ha collezionato un’alta percentuale di porte inviolate, specie nei campionati vinti.
- Strisce: migliori serie utili prolungate superiori alle 15 gare in epoca recente; peggiore fase dell’era moderna resta il periodo 1999–2000 culminato nella retrocessione.
Nota: valori indicativi consolidati da fonti statistiche stagionali (vedi fonti), aggiornamento 2025-08-23.
Key Players
- Antoine Griezmann (ATT): faro creativo e miglior marcatore di sempre del club; alto volume di xG+xA e partecipazione diretta ai gol, pressa e lega i reparti.
- Jan Oblak (POR): specialista di posizionamento e riflessi; multiplo vincitore del Trofeo Zamora, tassi di parate d’élite e leadership difensiva.
- Koke (CC): capitano e regista della manovra; tra i migliori per passaggi progressivi e recuperi palla nella metà campo avversaria, equilibrio e letture.
- Rodrigo De Paul (CC): mezzala intensa, porta pressione, strappa metri palla al piede e alza il volume di key passes; aggiunge assist e inserimenti.
- José María Giménez (DC): dominante nel gioco aereo e nelle marcature aggressive; guida la linea su palla inattiva e nelle fasi a blocco medio-basso. Opzioni: Álvaro Morata (9 d’area e attacco profondità), Samuel Lino e Marcos Llorente (versatilità e strappi).
Projection
Outlook competitivo: Atlético project top-4 consolidato in Liga, con chance reali di titolo in annate favorevoli e percorso profondo in Champions grazie alla struttura di squadra e alla continuità tecnica. Stima probabilistica (implied odds stile betting): Top-4 Liga 88–92%; titolo Liga 12–18%; qualificazione diretta a Champions 90–95%; quarti di Champions 35–45%, semifinale 18–25%; conquista di almeno un trofeo stagionale (nazionale o europeo) 22–30%. Driver principali: solidità difensiva, leadership di Griezmann e Oblak, efficacia sulle palle inattive, profondità della rosa; rischi: calendario fitto, dipendenza dalla tenuta fisica dei leader e dal differenziale realizzativo rispetto a xG.
Trivia
Colchoneros per sempre: il soprannome dell’Atlético nasce all’inizio del Novecento, quando il tessuto a strisce dei materassi, economico e diffusissimo, somigliava alle nuove divise rosse e bianche introdotte nel 1911. L’identità popolare del club si respira anche nello stemma, che include l’orso e il corbezzolo, simboli araldici di Madrid, su uno sfondo a strisce biancorosse: una dichiarazione di appartenenza cittadina.
La storia dell’Atlético attraversa tradizioni e riti. Le celebrazioni dei trofei avvengono alla Fuente de Neptuno, in Plaza de Cánovas del Castillo, un contraltare alla Cibeles del Real Madrid: due anime di una città, due fontane, un derby che è molto più di una partita. Il derby madrileno, infatti, è uno dei più longevi e infuocati al mondo: dagli anni Trenta alle finali moderne, passando per serate incandescenti al Calderón e al Metropolitano.
Negli anni Quaranta il club si chiamò Atlético Aviación dopo la fusione con l’Aviación Nacional, unione che portò subito due scudetti consecutivi. Nel 1962 arrivò la prima grande coppa europea, la Coppa delle Coppe, preludio alla finale della Coppa dei Campioni del 1974: contro il Bayern Monaco servì un replay – usanza dell’epoca – e il sogno svanì, ma la stessa stagione vide gli uomini in biancorosso sollevare la Coppa Intercontinentale battendo l’Independiente, in sostituzione dei campioni d’Europa.
Il 1995–96 è scolpito nella memoria con il “doblete” firmato da Radomir Antić, una squadra operaia ed estetica allo stesso tempo. Poco dopo arrivò la retrocessione del 2000, shock che non incrinò l’amore popolare: due anni di purgatorio, poi la risalita. Fernando Torres, bambino del vivaio diventato simbolo, rientrò da campione per alzare la Europa League 2018, chiudendo un cerchio romantico.
L’era Simeone ha contribuito a esportare il “cholismo”, una filosofia di gioco che molti hanno provato a imitare: compattezza feroce, cura maniacale dei dettagli, gestione degli spazi e delle emozioni. Due finali di Champions – 2014 e 2016 – perse entrambe contro il Real Madrid hanno alimentato la narrativa di un Atlético indomito ma a volte tragico, capace però di rovesciare il destino con i titoli della Liga 2014 (memorabile il colpo di testa di Diego Godín al Camp Nou) e 2021.
Lo stadio è un altro capitolo: il Vicente Calderón, incastonato sul fiume Manzanares, è stato cuore e ruggito per decenni, famoso per la tribuna a strapiombo sull’erba. Dal 2017 il club è di casa al Metropolitano, oggi Civitas Metropolitano: un impianto avveniristico e rumoroso, premiato per accessibilità e sostenibilità, teatro di grandi notti europee.
Tra le curiosità societarie, la lunga presidenza di Enrique Cerezo e la continuità della famiglia Gil nella gestione, con l’ingresso in tempi recenti del socio internazionale Quantum Pacific (Idan Ofer) dopo la parentesi Wanda, testimoniano l’appeal globale del marchio Atlético. La cantera ha prodotto talenti come Koke, Saúl Ñíguez, De Gea e lo stesso Torres, a conferma di una filiera che unisce identità e rendimento. Jan Oblak, portiere simbolo degli ultimi anni, ha collezionato più Trofei Zamora di qualunque altro estremo difensore straniero in Spagna, mentre Antoine Griezmann è diventato il miglior marcatore della storia del club nell’era moderna.
Un’ultima chicca: i rivali storici li chiamano, con ironia, “Indios”; la tifoseria ha saputo trasformare anche questo soprannome in motivo d’orgoglio. L’Atlético è così: soffre, lotta, cade e si rialza. A suon di strisce biancorosse, cori alla Neptuno e partite che raramente lasciano indifferenti. È il club che ha reso epica la fatica e la resilienza: puro spirito colchonero.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 24 | 24 | 48 | |||
| Vinte | 18 | 11 | 29 | |||
| Pareggi | 4 | 6 | 10 | |||
| Sconfitte | 2 | 7 | 9 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 2.1 | 51 | 1.6 | 39 | 1.9 | 90 |
| Goal concessi | 0.9 | 21 | 1 | 23 | 0.9 | 44 |
| Cartellini gialli | 2 | 49 | 1.8 | 44 | 1.9 | 93 |
| Cartellini rossi | 0.1 | 3 | 0 | 1 | 0.1 | 4 |
| Reti inviolate | 0.5 | 11 | 0.3 | 8 | 0.4 | 19 |
| Calci d'angolo | 6.1 | 147 | 4 | 95 | 5 | 242 |
| Falli | 10.3 | 248 | 11.1 | 266 | 10.7 | 514 |
| Fuori gioco | 1.8 | 44 | 1.7 | 40 | 1.8 | 84 |
| Tiri | 14.6 | 351 | 10 | 241 | 12.3 | 592 |
| Tiri in porta | 5.8 | 138 | 3.8 | 92 | 4.8 | 230 |