Internacional
Official Info
- Official Website: https://internacional.com.br/
- League Website: https://www.cbf.com.br/futebol-brasileiro/competicoes/campeonato-brasileiro-serie-a
- Twitter: https://twitter.com/SCInternacional
- Facebook: https://www.facebook.com/SportClubInternacional/
- Instagram: https://www.instagram.com/scinternacional/
- YouTube: https://www.youtube.com/user/SCInternacional
Quick Facts
- Founded: 1909-04-04
- City: Porto Alegre, Rio Grande do Sul
- Country: Brasile
- Founder: Henrique Poppe Leão, José Eduardo Poppe, Luiz (Luís) Poppe
- Milestones: 1909: fondazione; 1913: primo Gre-Nal vinto; 1931: primo Camp. Gaúcho; 1969: inaugurazione Beira-Rio; 1975-76: primi titoli nazionali; 1979: Brasileirão vinto da imbattuta; 2006: prima Libertadores e FIFA Club World Cup; 2008: Copa Sudamericana; 2010: seconda Libertadores; 2014: Beira-Rio sede dei Mondiali; 2020s: rilancio con base sudamericana e ritorno stabile nelle coppe.
History
Lo Sport Club Internacional nasce a Porto Alegre il 4 aprile 1909 per iniziativa dei fratelli Henrique, José e Luiz Poppe. La scelta del nome “Internacional” non è casuale: il club si propone come casa calcistica aperta a tutti, contro le barriere sociali e di origine che, all’epoca, inibivano l’accesso ad altri sodalizi cittadini. Quell’idea inclusiva, figlia della Porto Alegre cosmopolita, diventa il tratto identitario del Colorado, soprannome derivato dal rosso dominante in maglia. In pochi anni, l’Inter si afferma come polo aggregante e sportivamente competitivo nel panorama gaucho. Il primo Campionato Gaúcho arriva nel 1931 e inaugura una supremazia regionale che, nel corso del Novecento, alterna cicli con l’eterna rivale Grêmio nel derby Gre-Nal, uno dei più intensi del Sud America.
Negli anni Sessanta matura la visione infrastrutturale: grazie a una straordinaria mobilitazione popolare – il celebre “mutirão” con migliaia di volontari – sorge il nuovo stadio sul Guaíba, l’Estádio Beira-Rio (Estádio José Pinheiro Borda), inaugurato nel 1969. Quel tempio diventa la casa delle grandi notti del Colorado. Il decennio d’oro nazionale è il 1975-1979: con Paulo Roberto Falcão faro tecnico, l’Internacional si laurea campione brasiliano nel 1975 e nel 1976, poi nel 1979 firma un’impresa unica: vincere il Brasileirão da imbattuta, record che ancora resiste. È la consacrazione di una scuola calcistica che unisce intensità, talento e una formazione giovanile capace di forgiare campioni.
Dalla fine degli anni Novanta e per tutti i Duemila, il club allarga il proprio raggio all’America e al mondo. Nel 2006, con Fernandão capitano e un nucleo competitivo, l’Inter conquista la prima Copa Libertadores e, pochi mesi dopo, il titolo di campione del mondo FIFA battendo il Barcellona in finale: è l’apoteosi global del progetto. Nel 2008 arriva anche la Copa Sudamericana, mentre nel 2010 una seconda Libertadores conferma la dimensione internazionale. In quegli anni brillano talenti come D’Alessandro, Nilmar, Tinga e il giovane Alexandre Pato, simbolo di un vivaio (“Celeiro de Ases”) che continua a produrre qualità.
Il Beira-Rio è protagonista pure nel 2014, completamente ristrutturato per ospitare la Coppa del Mondo FIFA, rafforzando la reputazione di impianto moderno e caldo, sospinto da una torcida fedele e competente. Nel decennio successivo, tra alti e bassi tipici di un calcio sempre più competitivo, l’Internacional mantiene un profilo di club d’élite del Brasile: lotta per le prime posizioni nel Brasileirão, alterna campagne profonde in Copa do Brasil e, quando qualificato, è avversario temibile nelle coppe CONMEBOL. La strategia recente punta su scouting sudamericano, mixando profili esperti – come goleador di caratura internazionale – con lanci dal vivaio e innesti a basso rischio.
La storia dell’Internacional è una trama di identità, popolo e risultati: dall’inclusività originaria al palmarès pieno, passando per un derby che segna la cultura cittadina e uno stadio costruito dalla gente. Una realtà con reach globale, radici gauchas e ambizione costante di restare nell’élite, in Brasile e oltre.
Honours
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- title: Campeonato Brasileiro Série A
- years: 1975, 1976, 1979
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- title: Copa do Brasil
- years: 1992
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- title: Copa Libertadores
- years: 2006, 2010
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- title: FIFA Club World Cup
- years: 2006
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- title: Recopa Sudamericana
- years: 2007, 2011
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- title: Copa Sudamericana
- years: 2008
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- title: Campeonato Gaúcho (circa 45 titoli)
- years:
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- title: Taça Libertadores Sub-20
- years: 2020
Statistical Insights
Profilo prestazionale recente (ultime 2 stagioni complessive, tutte le competizioni, stime da fonti convergenti): tasso di vittoria intorno al 48–52%; pareggi ~25–28%; sconfitte ~22–26%. Rendimento interno al Beira-Rio forte: win rate casa ~60%, con ~1,6 gol fatti e ~0,9 subiti per gara; in trasferta win rate ~38–42%, con ~1,2 gol fatti e ~1,2 concessi. Media generale gol segnati ~1,35–1,45/gara; gol concessi ~1,00–1,10/gara; clean sheet ~33–38%. Miglior striscia utile recente: 10–13 gare senza sconfitte; peggior striscia: 3–4 ko consecutivi. Calci piazzati curati (corner xG sopra media di lega), difesa bassa solida contro cross, transizioni offensive efficaci con punte mobili. Nota: valori indicativi aggregati e aggiornabili con i dataset ufficiali (ultimo controllo fonti: 2025-08-23).
Key Players
Sergio Rochet (POR): leader silenzioso, riflessi rapidi e gestione area alta; clean sheet ~35–40% nelle ultime stagioni; >75% passaggi lunghi completati in sicurezza. Vitão (DC): duelli aerei vinti ~65%, 1,5–1,8 intercetti/90, aggressivo sull’anticipo. Fabricio Bustos (TD): spinta costante, 1,0–1,4 passaggi chiave/90, progressioni palla al piede sopra media ruolo. Alan Patrick (TQ/AM): cervello creativo; produzione G+A spesso in doppia cifra stagionale; ~0,45–0,60 xG+xA/90; 2+ key pass/90. Enner Valencia (ATT): riferimento offensivo d’esperienza; >0,45 gol/90 con conversione intorno al 16–20%; movimenti profondi e capacità di attaccare la prima palla in area. Altri profili impattanti a rotazione: Wanderson (ALA) per 1v1 e strappo; centrocampo dinamico con mezzali box-to-box; alternative di peso in avanti quando la rosa è al completo.
Projection
Outlook competitivo in stile quote implicite (senza vincolo temporale, valori medi attesi su base rosa/mercato e storicità recente): Brasileirão – titolo 5–7% (quota fair ~14–20), top‑4 22–28%, top‑8 55–60%. Copa do Brasil – vittoria 7–10%, semifinale 20–25%. Coppe CONMEBOL (quando qualificato): Libertadores – titolo 6–9%, top‑4 16–20%; Sudamericana – titolo 9–13%. Fattori chiave: tenuta difensiva al Beira‑Rio, salute del blocco offensivo (Valencia/AM creativi), profondità cambi tra esterni e mediani. Rischi: congestione calendario, dipendenza dai momenti di forma del trequartista e della punta, palle inattive difensive. Upside: solidità del telaio, esperienza internazionale diffusa e plus tattico sulle transizioni.
Trivia
• Identità e soprannome: l’Internacional è il “Colorado”, per la maglia rossa storica. La scelta del nome nel 1909 riflette l’anima inclusiva: un club aperto a tutti, indipendentemente da ceto e provenienza, in una Porto Alegre plasmata da ondate migratorie europee. Il principio di inclusività diventa marchio di fabbrica e spiega anche il legame popolare con il quartiere e la città.
• Mascotte e simboli: la mascotte è il Saci‑Pererê, personaggio del folclore brasiliano: monello, intelligente e imprevedibile. Un’icona perfetta per un club che ha fatto della creatività e della resilienza il suo stile, in campo e fuori.
• Stadio costruito dal popolo: l’Estádio Beira‑Rio, affacciato sul Guaíba, è frutto del “mutirão” degli anni Sessanta: tifosi e comunità portarono materiali, lavoro e competenze per accelerare i cantieri. Un unicum che rafforza il senso di appartenenza. Rinnovato per il Mondiale 2014, lo stadio ha ospitato partite di Coppa del Mondo e oggi conserva un’atmosfera infernale per gli avversari.
• Il derby Gre‑Nal: la rivalità con il Grêmio è tra le più febbrili del Sud America. Curiosità: uno dei primissimi confronti storici finì con uno scarto larghissimo a favore del Grêmio, cicatrice sportiva che l’Inter trasformò in carburante per costruire decenni di equilibrio e domini alternati. Il Gre‑Nal è rito cittadino, spartiacque emotivo di ogni stagione, e banco di prova per manager e calciatori.
• L’epopea del ’79: nessuno, come l’Internacional, ha mai vinto il Brasileirão senza perdere una partita. Il titolo del 1979 è record assoluto: equilibrio tattico, qualità nella gestione delle fasi e leadership tecnica di campioni che hanno fissato un benchmark per tutto il Paese.
• Mondiale per club 2006: l’Inter di Abel Braga conquista il mondo piegando il Barcellona di Ronaldinho nella finale di Yokohama grazie a un contropiede magistrale rifinito da Iarley e chiuso da Adriano Gabiru. Simbolo di una squadra spietata nel leggere i momenti e nel colpire in transizione. Capitano carismatico, Fernandão, vero totem di quell’epoca.
• Talenti di casa: il vivaio “Celeiro de Ases” ha lanciato, tra gli altri, Paulo Roberto Falcão (poi leggenda alla Roma), Taffarel (campione del mondo 1994), Alexandre Pato, Nilmar e molti profili che negli anni hanno alimentato la prima squadra o generato plusvalenze cruciali. L’attenzione alla formazione è tratto strutturale del club.
• Vocazione continentale: due Libertadores (2006, 2010), una Sudamericana (2008) e due Recopa (2007, 2011) raccontano l’attitudine del Colorado a elevarsi nelle notti di coppa, con gestione ritmi e palle inattive spesso decisive. La finale mondiale vinta nel 2006 accredita il brand a livello globale.
• Cultura e tifo: la “Nação Colorada” si distingue per calore e competenza tattica. Cori, bandiere e coreografie al Beira‑Rio dialogano con una città che si riconosce nel club. Nel 2014, con il restyling, sono stati preservati elementi identitari del vecchio impianto, segno di un equilibrio raro tra modernità e tradizione.
• Dettagli curiosi: il rapporto con sponsor e fornitori tecnici è stato storicamente stabile (Banrisul partner di lungo periodo; negli ultimi anni kit firmati da brand globali). La sezione femminile, le “Gurias Coloradas”, è in crescita costante e ha già raccolto titoli statali e piazzamenti di rilievo a livello nazionale, a testimonianza di un progetto trasversale sul calcio di base.
• Filosofia di gioco: nelle annate recenti, l’Inter ha alternato un 4‑2‑3‑1 a un 4‑3‑3 camaleontico, puntando su organizzazione difensiva e qualità tra le linee. Pressione situazionale, gestione dell’ampiezza con i terzini e ricerca dell’uomo tra le linee (trequartista) sono leitmotiv tattici, a cui si aggiunge la capacità di sfruttare transizioni e palle inattive. È così che il Colorado resta temibile in ogni contesto, in Brasile e nel resto del continente.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 19 | 19 | 38 | |||
| Vinte | 11 | 7 | 18 | |||
| Pareggi | 5 | 6 | 11 | |||
| Sconfitte | 3 | 6 | 9 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 1.6 | 30 | 1.2 | 23 | 1.4 | 53 |
| Goal concessi | 0.8 | 15 | 1.1 | 21 | 0.9 | 36 |
| Cartellini gialli | 2.3 | 43 | 2.9 | 55 | 2.6 | 98 |
| Cartellini rossi | 0 | 0.1 | 1 | 0 | 1 | |
| Reti inviolate | 0.4 | 7 | 0.3 | 5 | 0.3 | 12 |
| Calci d'angolo | 5.8 | 110 | 3.8 | 72 | 4.8 | 182 |
| Falli | 14.7 | 280 | 13.9 | 265 | 14.3 | 545 |
| Fuori gioco | 1.5 | 28 | 1.4 | 27 | 1.4 | 55 |
| Tiri | 15.2 | 288 | 12.3 | 234 | 13.7 | 522 |
| Tiri in porta | 5.8 | 111 | 4.2 | 79 | 5 | 190 |