Benfica

Official Info

• Official Website: https://www.slbenfica.pt
• League Website: https://www.ligaportugal.pt
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• Instagram: https://www.instagram.com/slbenfica
• YouTube: https://www.youtube.com/slbenfica

Quick Facts

• Founded: 28 febbraio 1904
• City: Lisbona
• Country: Portogallo
• Founder: Cosme Damião e un gruppo di ex studenti della Casa Pia (Sport Lisboa)
• Milestones: 1908: fusione con Grupo Sport Benfica; 1954: apertura Estádio da Luz; 1961-62: due Coppe dei Campioni; 1972-73: campionato imbattuto; 2003: nuovo Estádio da Luz; 2013-14: treble domestico; 2022-23: titolo di Primeira Liga con Roger Schmidt

History

Il Benfica nasce ufficialmente il 28 febbraio 1904 come Sport Lisboa, dalle intuizioni di Cosme Damião e di un gruppo di giovani della Casa Pia. Quattro anni più tardi la fusione con il Grupo Sport Benfica ne consolida l’identità: colori rossi (“encarnados”), l’aquila come simbolo, e la vocazione polisportiva che ancora oggi caratterizza il club. La crescita è rapida: negli anni ’30, con la strutturazione del calcio portoghese, il Benfica diventa subito protagonista, mentre il secondo dopoguerra spalanca l’epoca dell’“Águia” continentale. La costruzione dell’Estádio da Luz (1954), “A Catedral”, sancisce l’ambizione. Con Béla Guttmann in panchina e l’astro di Eusébio, sostenuto da leggende come Mário Coluna e José Águas, i lisbonesi conquistano due Coppe dei Campioni consecutive (1961 a Berna contro il Barcellona, 1962 ad Amsterdam contro il Real Madrid), issandosi tra le superpotenze europee. Gli anni ’60 e ’70 sono sinonimo di dominio nazionale: titoli in serie, record di gol e la storica Primeira Liga 1972-73 vinta da imbattuti. Seguiranno finali europee perse (1963, 1965, 1968, 1988, 1990), alimentando la narrativa della “maledizione di Guttmann”, ma senza intaccare la statura del club.
Negli anni ’80 e ’90, tra trasformazioni economiche e nuove geografie tecniche, il Benfica continua a vincere in patria, rinnovando rose e metodologie. La modernizzazione culmina nel 2003 con il nuovo Estádio da Luz, progettato anche per EURO 2004: capienza superiore ai 64.000 posti, impianto iconico, museo Cosme Damião e un’esperienza matchday riconoscibile, dall’inno all’aquila “Vitória” che plana sul campo. La virata manageriale del nuovo millennio porta anche la centralità del settore giovanile: il Caixa Futebol Campus (Seixal) diventa un benchmark europeo, forgiando talenti come Bernardo Silva, João Cancelo, Rúben Dias, Ederson, Jan Oblak, Gonçalo Guedes, João Félix e João Neves.
Il ciclo recente alterna scommesse tecniche (Jorge Jesus, Rui Vitória, Bruno Lage, Roger Schmidt) e plusvalenze record (João Félix all’Atlético Madrid, Enzo Fernández al Chelsea), con la conferma del Benfica come powerhouse industriale e tecnica. Momento chiave il 2013-14, treble domestico senza precedenti (Liga, Taça de Portugal, Taça da Liga), e il 2022-23, ritorno al titolo con un calcio ad alta intensità e valorizzazione di giovani e profili internazionali.
Oggi il Benfica è un marchio globale: uno dei club con più soci al mondo, un modello di scouting e formazione, un impianto all’avanguardia e un’identità calcistica definita. L’ambizione rimane la stessa dei giorni di Guttmann: dominare in Portogallo e competere ai piani alti d’Europa, con quel misto di tradizione, appartenenza e modernità che ha reso l’“Águia” un simbolo riconosciuto da Lisbona a Tokyo.

Honours

• • title: Primeira Liga (38)
  • years:
• • title: Taça de Portugal (26)
  • years:
• • title: Taça da Liga (7)
  • years:
• • title: Supertaça Cândido de Oliveira (9)
  • years:
• • title: Coppa dei Campioni / UEFA Champions League (2)
  • years: 1961, 1962
• • title: Latin Cup (1)
  • years: 1950
• • title: Campeonato de Portugal – torneo nazionale precursore (3)
  • years:

Statistical Insights

Profilo tecnico-tattico: squadra a forte vocazione proattiva, PPDA basso e altezze medie altissime in fase di pressing. Media storica recente in Primeira Liga: win rate nell’ordine del 70% su base pluriennale, con differenziale reti tipico tra +45 e +60 a stagione. Gol segnati per partita spesso ≥2.0, gol concessi circa 0.7–0.9; expected goals favorevoli costantemente positivi. Serie notevoli: campionato 1972-73 imbattuto; in epoca moderna, strisce di 10–15 vittorie consecutive in campionato ricorrenti. Punti di forza: costruzione pulita (centrali tecnici), ampiezza e rotazioni esterne, qualità sui calci piazzati. Punti di attenzione: gestione transizione difensiva contro rivali verticali e calendario europeo fitto. Ultimo ciclo pluriennale: rendimento casalingo d’élite all’Estádio da Luz (>80% punti raccolti), con clean sheets sopra media di lega.

Key Players

João Neves (CM): mezzala-regista di rottura e cucitura. Alta intensità, volumi di recupero e progressioni palla al piede; pass accuracy elevata e impatto da leadership nonostante l’età. Antonio Silva (CB): difensore centrale moderno, dominante in duelli aerei e nelle letture preventive; costruzione dal basso sicura, >90% pass accuracy su base campionato. Nicolás Otamendi (CB): esperienza, tempismo d’anticipo, guida reparto; valori alti in intercetti e blocchi, plus di leadership nelle gare chiave. Anatoliy Trubin (GK): portiere reattivo con ottimo reach, percentuali di parata stabilmente sopra il 70% e buone uscite alte; contributo nei lanci lunghi di prima intenzione. Orkun Kökçü (CM/AM): creatore primario di occasioni, calci piazzati di qualità, 2+ key passes per 90’ in media recente; visione e cambi di gioco. David Neres (RW): dribbling progressivo, strappi e xThreat alto negli uno contro uno; contributo in gol+assist in doppia cifra su annata piena.

Projection

Outlook competitivo: Benfica resta contender naturale al titolo di Primeira Liga e a una profonda corsa nelle coppe domestiche. Probabilità implicite (stile betting, valori indicativi): vincente Primeira Liga 38–45%; top-2 80–85%; vittoria Taça de Portugal 22–28%; Taça da Liga 25–30%. In Europa: qualificazione alla fase a eliminazione 55–60%; raggiungere quarti 22–27%. Driver chiave: tenuta difensiva con linea alta, esplosione definitiva di João Neves, continuità realizzativa degli esterni e gestione rotazioni tra calendario domestico e continentale. Rischi: esposizione alle transizioni contro avversari diretti, mercato in uscita su profili giovani, calendario serrato. Valore atteso: differenziale reti domestico tra +40 e +55 in annata regolare se gli indicatori xG rimangono in trend positivo.

Trivia

• L’aquila che vola prima del calcio d’inizio si chiama “Vitória”: è una tradizione scenografica unica, che lega il simbolo del club alla cultura lusitana, e che trasforma ogni kick-off all’Estádio da Luz in un rituale identitario.
• Il soprannome “Águias” convive con “Encarnados”, dal colore della maglia. Il bianco dei calzettoni e i dettagli storici rimandano alla fusione tra Sport Lisboa e Grupo Sport Benfica, quando vennero codificati colori ed emblema.
• Eusébio da Silva Ferreira, Pallone d’Oro 1965, è il volto internazionale del Benfica: cannoniere devastante, icona del calcio totale ante litteram. Con Mário Coluna ha incarnato un’epoca; la sua statua veglia sull’Avenida Eusébio accanto allo stadio.
• Béla Guttmann, tecnico d’avanguardia, portò due Coppe dei Campioni consecutive. La leggenda vuole che, dopo una disputa contrattuale, pronunciò una “maledizione”: «Senza di me il Benfica non vincerà una coppa europea per 100 anni». Da allora i lusitani hanno perso più finali europee, alimentando una narrativa che ha attraversato generazioni.
• Il club non è mai retrocesso dalla massima serie: un dato di continuità d’élite che racconta stabilità sportiva e culturale.
• 1972-73: campionato imbattuto, uno dei picchi storici del calcio portoghese per supremazia statistica e spettacolarità.
• Il Benfica è stato certificato per anni come club con più soci al mondo, superando con largo margine la soglia dei 200.000 tesserati: una base sociale che sostiene economicamente e culturalmente il progetto.
• “A Catedral”: il soprannome dello stadio riflette la devozione dei tifosi. Il vecchio Luz, aperto nel 1954, raggiunse capienze monumentali; il nuovo (2003) ha ospitato gare di EURO 2004 e la finale di UEFA Champions League 2014 (derby di Madrid).
• Seixal, il centro sportivo: laboratorio di talento. Da qui sono passati Ederson e Oblak (due tra i migliori portieri della loro generazione), João Cancelo e Bernardo Silva (esterni totali), Rúben Dias (difensore modello) e João Félix, venduto all’Atlético per una cifra record. Il modello Benfica fonde dati, coaching individuale e transizione graduale in prima squadra.
• Rivalità: il “Dérbi de Lisboa” contro lo Sporting è identità cittadina, estetica e sociale; “O Clássico” con il Porto misura il potere nazionale, dal campo al management.
• Mercato e finanza: il club è maestro nelle plusvalenze mantenendo competitività sportiva. Esempi: Rúben Dias al Manchester City, João Félix all’Atlético Madrid, Enzo Fernández al Chelsea. Una filiera che alimenta reinvestimenti in scouting, infrastrutture e monte ingaggi sostenibile.
• Record e curiosità: Nené è tra i bomber storici più prolifici; Oscar Cardozo è stato il miglior marcatore straniero del club per molte stagioni; l’imbattibilità interna in diverse annate ha sfiorato i due anni solari.
• Cultura: il Museo Cosme Damião conserva maglie, trofei e memorie; l’iconografia dell’aquila è presente in merchandising e comunicazione, mentre il claim “E Pluribus Unum” sottolinea la dimensione corale del club.
• Europa: oltre ai due trionfi, il Benfica ha collezionato finali perse contro Milan, Manchester United, PSV, PSV? e club spagnoli e italiani, mantenendo però una costanza ad alti livelli che lo rende tra i top 15 europei per ranking storico.
• Identità tattica: dalle strutture classiche 4-4-2 anni ‘60 al 4-2-3-1/4-4-2 moderno, il Benfica ha sempre privilegiato tecnica e verticalità, ali creative e centrali capaci di impostare. Oggi pressing, riaggressione e occupazione razionale degli half-spaces sono tratti distintivi.
• Comunità globale: dalle filiais in Africa e America alle academy partner, l’Águia parla molte lingue. In giornata di partita, lo stadio è un mosaico internazionale, con tifosi che arrivano per vedere un marchio che trascende la geografia.