Brazil

Città
Rio de Janeiro
Nazione
Sito Web
Fondata
1914
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 21 luglio 1914
  • City: Rio de Janeiro
  • Country: Brasile
  • Founder: Confederação Brasileira de Desportos (CBD, oggi CBF)
  • Milestones: 1914: esordio ufficiale vs Exeter City; 1930: partecipazione al primo Mondiale FIFA; 1958-1962: primi due Mondiali consecutivi; 1970: tri-campeonato con Pelé e squadra-icona; 1982: ‘futebol-arte’ di Telê Santana; 1994: quarto titolo con Romário e Bebeto; 2002: quinto titolo con Ronaldo, Rivaldo, Ronaldinho; 2013: Confederations Cup in casa; 2014: Mondiale in casa, semifinale e 1–7 col Germania (‘Mineirazo’); 2016 e 2020: doppio oro olimpico; 2019: Copa América vinta in casa; 2021: finale Copa persa con l’Argentina; 2023: prima sconfitta interna nelle Qualificazioni Mondiali; Neymar supera Pelé come miglior marcatore all-time della Seleção.

History

La Nazionale brasiliana nasce sotto l’egida della Confederação Brasileira de Desportos nel 1914, anno del primo match ufficiale disputato a Rio de Janeiro contro l’inglese Exeter City. Sin dagli albori, il Brasile si caratterizza per una tecnica sopraffina e una vena creativa che diventeranno marchio di fabbrica globale. L’esordio al Mondiale 1930 inaugura una storia di successi irripetibile, culminata in cinque Coppe del Mondo FIFA: 1958 e 1962, dominate dai talenti di Pelé e Garrincha, e il 1970 con la squadra-simbolo del ‘futebol-arte’, spesso indicata come una delle migliori di sempre per qualità, armonia e innovazione tattica. Dopo la delusione del ‘Maracanazo’ 1950, quando la Seleção cede il titolo all’Uruguay davanti al proprio pubblico, il riscatto è totale. Gli anni Ottanta vedono l’estetica stellare della squadra di Telê Santana (1982) con Zico, Falcão e Socrates, capace di incantare pur senza alzare il trofeo. Il quarto titolo arriva nel 1994, firmato dal duo Romário-Bebeto e da una fase difensiva matura; il quinto nel 2002 con il trio Ronaldo-Rivaldo-Ronaldinho, apice di una generazione che abbina fantasia e letalità in transizione.
Negli anni successivi il Brasile consolida il suo status vincendo quattro Confederations Cup (record) e ritornando a dominare il continente con la Copa América 2019. Al contempo, vive momenti amari: il ‘Mineirazo’ del 2014 (1–7 con la Germania) segna un trauma nazionale, spingendo a un’evoluzione tecnica e mentale. Con Tite la Seleção ritrova solidità e un’identità moderna, pur arrendendosi all’Argentina nella finale Copa 2021. La nuova ondata di talento porta in dote esterni rapidissimi (Vinícius Júnior, Rodrygo), un nucleo difensivo d’élite (Alisson, Marquinhos) e centrocampisti completi (Bruno Guimarães). Crescono prospetti come Endrick, a conferma di un vivaio inesauribile.
Il peso culturale della Seleção travalica il campo: il giallo-oro, adottato dopo il 1950, diventa simbolo planetario; il Brasile detta trend tecnici e stilistici e alimenta un primato unico nei Mondiali (presenze a tutte le edizioni). La sconfitta interna nelle Qualificazioni del 2023 interrompe un tabù storico e funge da monito competitivo. Nel frattempo, Neymar supera Pelé come cannoniere all-time, testimoniando continuità di fuoriclasse. Oggi il Brasile resta tra le favorite in ogni competizione, con ambizione di coniugare estetica ed efficienza: la missione eterna della Seleção.

Honours

    • title: FIFA World Cup
    • years: 1958, 1962, 1970, 1994, 2002
    • title: Copa América
    • years: 1919, 1922, 1949, 1989, 1997, 1999, 2004, 2007, 2019
    • title: FIFA Confederations Cup
    • years: 1997, 2005, 2009, 2013
    • title: Giochi Olimpici (Oro)
    • years: 2016, 2020
    • title: Giochi Olimpici (Argento)
    • years: 1984, 1988, 2012
    • title: Giochi Olimpici (Bronzo)
    • years: 1996, 2008

Statistical Insights

Profilo storico da superpotenza: su oltre mille partite ufficiali, il Brasile mantiene un tasso di vittorie intorno al 65%, con media realizzativa di circa 2,1 gol segnati e 0,9 subiti a partita (stime consolidate da database storici). Nelle fasi finali dei Mondiali detiene i record assoluti di vittorie e gol complessivi, nonché la miglior striscia di successi consecutivi nelle fasi finali: 11 vittorie di fila tra il 2002 e gli ottavi del 2006. In ambito CONMEBOL, la Seleção è stata a lungo imbattuta in casa nelle Qualificazioni Mondiali, tabù interrotto solo da una sconfitta interna nel 2023. Sempre nel 2023 ha registrato la sua prima striscia di tre ko consecutivi in qualificazione, un’anomalia statistica per gli standard brasiliani. Le generazioni recenti, pur con variabilità di rendimento tra Copa e Mondiali, evidenziano costantemente xG a favore superiori agli avversari e percentuali di possesso medio-alte, specchio di una proposta di gioco proattiva.

Key Players

Alisson Becker (Portiere, Liverpool): titolare di riferimento; riflessi e gioco coi piedi, oltre 60 presenze in Nazionale e storico tasso alto di clean sheet. Marquinhos (Difensore centrale, PSG): leader difensivo, letture e anticipo; oltre 80 presenze, duelli aerei vinti su percentuali élite. Bruno Guimarães (Centrocampista, Newcastle): equilibrio tra rottura e costruzione; alta precisione di passaggio e volumi di pressing. Vinícius Júnior (Ala, Real Madrid): strappi, dribbling e produzione di gol/assist da top europeo; sempre più centrale nella manovra offensiva della Seleção. Rodrygo (Attaccante/ala, Real Madrid): versatilità tra corsie e zona di rifinitura; movimenti intelligenti e freddezza sotto porta. Nota prospetto: Endrick (Attaccante, Real Madrid): finalizzatore precoce, già decisivo nei grandi palcoscenici.

Projection

Outlook competitivo da perennial contender. In proiezione tornei maggiori: chance di titolo globale nell’intervallo 12–18% (implied odds circa 5.5–8.0), finale 25–35%, semifinale 40–50%; per la dimensione continentale (Copa) probabilità di vittoria 25–30% in contesti equilibrati con Argentina come principale rivale. Punti di forza: profondità di rosa, talento sugli esterni, portiere d’élite, difesa esperta. Variabili: gestione delle transizioni difensive, continuità realizzativa contro blocchi bassi, integrazione delle nuove leve. In chiave scommesse, approccio value: Brasile favorito ma non schiacciante; attenzione a mercati ‘to reach semifinal’ e ‘top goalscorer’ su esterni in forma.

Trivia

• Il giallo-oro iconico nasce dopo il trauma del 1950: fino ad allora il Brasile vestiva di bianco. Un concorso nazionale, vinto dal giovane disegnatore Aldyr Garcia Schlee, introdusse la combinazione giallo-verde-blu che divenne un simbolo globale. • Il Brasile è l’unica Nazionale ad aver partecipato a tutte le edizioni della Coppa del Mondo, primato che riflette un’ampiezza di talento costante e un’infrastruttura calcistica capillare. • Con Pelé e Garrincha contemporaneamente in campo, la Seleção non ha mai perso: un mito che racconta la miscela di genio individuale e armonia collettiva di un’epoca irripetibile. • L’undici del 1970 è considerato da molti come la squadra più bella di sempre: fluidità posizionale ante litteram, qualità tecnica diffusa e intelligenza tattica, in un contesto reso celebre dalle immagini a colori del Messico. • L’‘Estética Brasileira’ degli anni Ottanta, pur senza trofei globali, ha influenzato intere generazioni di allenatori: la squadra di Telê Santana viene spesso citata come paradigma del calcio proattivo. • Il 1998 consegna alle cronache il caso Ronaldo: un malore pre-finale che non impedì la sua presenza in campo contro la Francia; quattro anni dopo, O Fenômeno scriverà il riscatto con 8 gol e il quinto titolo. • Il 2014 segna il ‘Mineirazo’: una semifinale shock contro la Germania (1–7) che ridefinisce il rapporto del Brasile con la pressione del torneo in casa. Da quell’evento nasce una riflessione profonda su preparazione mentale, struttura difensiva e gestione emotiva. • La Seleção ha un legame speciale con il Maracanã e con gli inni: da tempo i giocatori e il pubblico proseguono il canto oltre la versione strumentale, trasformando l’ingresso in campo in un rito collettivo. • Il soprannome ‘Canarinho’ richiama il colore della maglia; la mascotte ‘Canarinho Pistola’, nata in epoca recente, incarna uno spirito più combattivo e ha conquistato i social. • La partnership tecnica con Nike, avviata negli anni Novanta, ha contribuito a globalizzare il brand Brasile: la maglia verdeoro è tra le più vendute al mondo. • Rivalità storiche: il ‘Superclásico de las Américas’ con l’Argentina è la sfida identitaria per eccellenza; contro l’Italia e la Germania la storia mondiale è un continuo intreccio di finali e partite iconiche. • La cantera brasiliana continua a sfornare attaccanti e ali di livello mondiale, ma negli ultimi cicli si è registrata anche una crescita di portieri e difensori d’élite, smentendo stereotipi storici. • La sconfitta interna del 2023 nelle Qualificazioni Mondiali ha infranto un primato pluri-decennale di imbattibilità casalinga: un campanello d’allarme che ha accelerato i processi di rinnovamento e ha cementato la leadership dei veterani. • Neymar ha superato Pelé come miglior marcatore all-time della Seleção, un passaggio di testimone simbolico che coesiste con l’ascesa degli esterni ‘europeizzati’ come Vinícius e Rodrygo: dribbling e velocità, sì, ma anche pressing, letture e efficacia senza palla. • Record iridati: il Brasile guida per vittorie e gol totali ai Mondiali e vanta la più lunga serie di successi consecutivi nella fase finale (11 tra il 2002 e il 2006). Questi numeri, insieme alle quattro Confederations Cup e alle nove Copa América, narrano la continuità di eccellenza. • Curiosità storico-sociale: la maglia verdeoro, oltre il calcio, è divenuta nel tempo segno identitario nazionale, con riflessi culturali e politici; il rapporto tra icone calcistiche e società brasiliana resta un tema di studio costante.

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