Argentina
Official Info
- Official Website: https://www.afa.com.ar
- League Website: https://www.fifa.com/fifaplus/it/teams/argentina-men
- Twitter: https://twitter.com/Argentina
- Facebook: https://www.facebook.com/AFASeleccion
- Instagram: https://www.instagram.com/afaseleccion/
- YouTube: https://www.youtube.com/@AFAOficial
Quick Facts
- Founded: 1893 (AFA); prima gara ufficiale 1902
- City: Buenos Aires
- Country: Argentina
- Founder: Argentine Football Association (AFA), legata alla figura di Alexander Watson Hutton
- Milestones: - 1893: nasce l’AFA, struttura federale del calcio argentino. - 1902: debutto internazionale vs Uruguay (6-0). - 1921: primo titolo sudamericano. - 1978: primo Mondiale FIFA (CT César Luis Menotti). - 1986: secondo Mondiale (CT Carlos Bilardo), epopea di Diego Maradona. - 1992: King Fahd/Confederations vinto. - 1993: Artemio Franchi/Finalissima vinta. - 2014: finale Mondiale persa di misura. - 2021: Copa América vinta a Rio. - 2022: Finalissima e terzo Mondiale FIFA con Lionel Messi. - 2024: Copa América riconquistata (record storico di titoli continentali).
History
La Nazionale argentina nasce nell’alveo della diffusione del calcio britannico a Buenos Aires a fine Ottocento. La fondazione della AFA nel 1893, collegata alla figura del pedagogo scozzese Alexander Watson Hutton, offre il quadro istituzionale per lo sviluppo di club e rappresentative. Il battesimo internazionale arriva nel 1902 contro l’Uruguay, inizio di una delle rivalità più antiche del calcio mondiale. Tra le due guerre l’Albiceleste consolida un’identità tecnica certificata da numerosi Sudamericani vinti (oggi Copa América), alimentata da una scuola di registi e attaccanti dal tocco fine. Gli anni Settanta segnano il primo apice: nel 1978, in casa, la squadra di Menotti conquista il primo Mondiale, con Kempes mattatore e un’idea di calcio propositivo che diventa manifesto. Nel 1986, in Messico, arriva il secondo titolo iridato: Carlos Bilardo, con un impianto tattico flessibile e verticale, crea l’habitat perfetto per Diego Armando Maradona, che nel quarto di finale contro l’Inghilterra firma “la mano de Dios” e il “gol del secolo”, immagini scolpite nella memoria collettiva. Gli anni Novanta portano altri allori: il King Fahd/Confederations 1992, l’Artemio Franchi 1993 e l’ultima Copa América del secolo nello stesso anno. Segue un periodo di grandi generazioni ma di finali sfumate: la sconfitta col Brasile in Confederations 2005, con la Germania ai Mondiali 2006 e 2010, e gli stop ai rigori nelle Copas 2015 e 2016. L’era di Lionel Messi, simbolo tecnico e carismatico, vive il suo compimento con Lionel Scaloni in panchina: dal 2019 costruisce una squadra intensa, corta e matura (la “Scaloneta”), capace di un’imbattibilità record di 36 partite. Nel 2021, al Maracanã, cade il tabù: Argentina-Brasile 1-0 vale la Copa América. Nel 2022, prima la Finalissima a Wembley contro l’Italia, poi il capolavoro in Qatar: un Mondiale vinto con calcio dominante e resilienza, deciso ai rigori in finale contro la Francia dopo una delle partite più emozionanti di sempre. Nel 2024, nuova Copa América, ancora trionfo: l’Albiceleste sale al primo posto solitario nell’albo d’oro continentale. Il filo rosso della storia argentina intreccia talento diffuso (dai registi ai “nueve”), cultura tattica in evoluzione (dal menottismo al bilardismo, fino al pragmatismo moderno) e un rapporto simbiotico con la tifoseria. Buenos Aires, il centro di gravità: dal predio di Ezeiza al Monumental, passando per stadi iconici come la Bombonera. Oggi l’Argentina è un’istituzione globale, capace di rinnovarsi nella struttura (scouting interno, pipeline dell’Under-20) e nello stile di gioco, mantenendo una cifra identitaria: qualità tecnica, aggressività misurata, personalità nelle notti che contano. Un’eredità pesante diventata, negli ultimi anni, anche abitudine alla vittoria.
Honours
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- title: FIFA World Cup
- years: 1978, 1986, 2022
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- title: Copa América
- years: 1921, 1925, 1927, 1929, 1937, 1941, 1945, 1946, 1947, 1955, 1957, 1959, 1991, 1993, 2021, 2024
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- title: CONMEBOL–UEFA Cup of Champions (Artemio Franchi/Finalissima)
- years: 1993, 2022
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- title: FIFA Confederations Cup / King Fahd Cup
- years: 1992
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- title: Giochi Olimpici (oro, torneo maschile)
- years: 2004, 2008
Statistical Insights
Profilo rendimento recente (era Scaloni): win rate complessivo intorno al 75% nelle gare ufficiali e amichevoli; gol segnati circa 2,0 a partita; gol concessi ~0,6; clean sheet ~55%. Striscia record: 36 partite senza perdere (2019–2022). Specialità dei rigori: imbattuta negli shootout senior dal 2021, decisiva in semifinali/finali di tornei maggiori. Produzione offensiva equilibrata: contributo distribuito tra Messi, Lautaro e secondi attaccanti/esterni; forte pericolosità nelle transizioni e sui piazzati (quota reti su palla inattiva stimata ~25%). Fase difensiva: linea alta e aggressiva, Romero-leader nei duelli aerei; Dibu Martínez tra i migliori al mondo per parate/rigori.
Key Players
Lionel Messi (FW/AM): icona e miglior marcatore storico, oltre 180 presenze e 100+ gol; crea e finalizza, ancora determinante tra le linee. Emiliano “Dibu” Martínez (GK): riferimento emotivo e tecnico; decisivo ai rigori e nelle gare a eliminazione, guida una difesa compatta. Lautaro Martínez (ST): nove moderno, attacco della profondità e freddezza; capocannoniere Copa América 2024. Rodrigo De Paul (CM): motore del pressing e del possesso, alto volume di recuperi e passaggi progressivi. Cristian Romero (CB): dominante nei duelli, timing d’anticipo, leadership difensiva.
Projection
Outlook competitivo: Argentina resta top seed globale. Probabilità stile betting: vincere il prossimo grande torneo continentale ~30%; raggiungere la finale ~45–50%. Mondiale: titolo ~18–22%, semifinale ~50–55%, quarti ~75%. Capocannoniere interno: Lautaro ~30%, Messi ~25%, Julián Álvarez ~20%. Fattori chiave: gestione minuti dei veterani (Messi), continuità fisica dei centrali, profondità sulle fasce. Se la struttura difensiva regge e l’efficienza sui piazzati resta alta, l’Albiceleste ha un floor da semifinale e un ceiling da titolo.
Trivia
• Albiceleste: il soprannome richiama la maglia a strisce verticali celesti e bianche, colori della bandiera con il Sol de Mayo. La combinazione cromatica appare stabilmente dal 1911, mentre nelle finali iridate non sono mancati cambi di kit per ragioni scaramantiche o regolamentari. • Rivalità storiche: contro Brasile e Uruguay. Con la Celeste è il derby internazionale più antico ancora in vita, iniziato nel 1902 e alimentato da Coppe Lipton e Newton, antesignane delle odierne amichevoli. Con il Brasile è una sfida di poetiche calcistiche: estetica e garra, da Pelé e Maradona fino a Messi e Neymar. • Menottismo vs Bilardismo: due dottrine nate da CT campioni del mondo. Menotti predicava un calcio romantico di posizione e possesso; Bilardo verticalità, marcature preventive e flessibilità estrema. Il dibattito ha plasmato la cultura tattica argentina. • 1986, doppio mito: nei quarti contro l’Inghilterra Maradona segna “la mano de Dios” (gol irregolare ma con valenza simbolica) e, quattro minuti dopo, il “gol del secolo”, dribblando mezza squadra. Due istantanee che trascendono il calcio. • Predio di Ezeiza: quartier generale della Selección, laboratorio tecnico dove si è codificata la “Scaloneta”: linee corte, ampiezza funzionale, leadership condivisa e forte gestione emotiva delle partite. • Portieri e rigori: da Goycochea a Dibu Martínez, l’Argentina ha costruito una tradizione di specialisti nelle lotterie dagli undici metri. Dibu, in particolare, ha segnato un’epoca per carisma e percentuali nelle serie decisive di Copa e Mondiale. • Il 10: non un numero, ma un’eredità. Da Sivori e Kempes a Maradona e Messi, la maglia sintetizza creatività e responsabilità. In Argentina il 10 è un linguaggio. • “Muchachos”: la colonna sonora del 2022, cantata dai tifosi in Qatar e nelle parate a Buenos Aires. Simbolo di un rapporto simbiotico tra squadra e popolo, capace di influenzare il tono emotivo delle gare. • Monumental e Bombonera: la casa delle notti qualificazione. Il River Plate ospita spesso i match ufficiali, ma anche la Bombonera, per intensità acustica, è divenuta scelta tattica per avversari “caldi”. • Talento diffuso: la Selección pesca da tutto il Paese. Santa Fe e Córdoba hanno prodotto una quantità notevole di top player e allenatori (Bielsa, Menotti, Scaloni). • Pipeline giovanile: l’Under-20 di José Pekerman è stata fabbrica di fuoriclasse, base culturale per una nazionale che, pur nelle fluttuazioni, ha mantenuto tecnica e coraggio come principi. • Badge a tre stelle: dopo Qatar 2022 il crest dell’AFA ostenta tre stelle, segno tangibile di una dinastia tornata a splendere. • Aneddoto 1978: il 6-0 al Perù resta episodio discusso della storia mondiale; al netto delle ombre, l’Argentina di Kempes segnò l’ingresso dell’Albiceleste tra le potenze stabili. • Continuità recente: dal 2019 in poi, l’Argentina ha battuto in gare ufficiali tutte le big affrontate (Brasile, Italia, Francia, Paesi Bassi), segnando almeno due reti nella maggior parte dei match da dentro o fuori: cifra di maturità tattica e mentale. • Calcio e identità: il mate nello spogliatoio, l’asado post-partita, la musica in pullman: rituali che cementano il gruppo. Messi, capitano silenzioso ma totale, è diventato simbolo di una leadership orizzontale che ha cambiato la percezione della Selección anche all’estero. • Curiosità storica: per decenni la federazione ha alternato sponsor tecnici e filosofie d’abbigliamento (collo, calze, pattern), ma le strisce verticali restano il non negoziabile. • Statistica culturale: l’Argentina è, insieme a pochissime nazioni, ad aver vinto in sequenza Copa América, Finalissima e Mondiale con lo stesso blocco tecnico-tattico: un unicum nell’era moderna.