Bate Borisov

Città
Borisov (Barysaw)
Nazione
Sito Web
Fondata
1973
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1973 (rifondato 1996)
  • City: Borisov (Barysaw)
  • Country: Bielorussia
  • Founder: Stabilimento BATE (Borisov Automobile and Tractor Electrical Equipment); rifondazione guidata da Anatoli Kapski
  • Milestones: - 1973: fondazione come squadra dello stabilimento BATE;
    - 1984: cessazione dell’attività;
    - 1996: rifondazione e risalita dalle serie inferiori;
    - 1999: primo titolo nazionale nella Vysshaya Liga;
    - 2008: prima squadra bielorussa nella fase a gironi di UEFA Champions League; pareggio 2-2 con la Juventus;
    - 2012: vittoria 3-1 sul Bayern Monaco in Champions League; successo 3-1 a Lille;
    - 2014: inaugurazione della Borisov Arena (circa 13.000 posti);
    - 2014–15: partecipazione alla UCL con record, nel bene e nel male (pesanti sconfitte con Porto e Shakhtar);
    - 2015–16: vittoria 3-2 sulla Roma in UCL;
    - 2006–2018: 13 titoli consecutivi, record assoluto in Bielorussia;
    - 2019–2021: fine della striscia scudetti, ma back-to-back in Coppa nazionale.

History

BATE Borisov è la storia industriale e calcistica della Bielorussia in maglia gialloblù. Nasce nel 1973 come emanazione dello stabilimento BATE (Borisov Automobile and Tractor Electrical Equipment), simbolo dell’elettronica applicata ai veicoli dell’ex URSS. La prima vita del club dura poco più di un decennio, fino al 1984, tra campionati repubblicani e un’identità locale forte, poi il calcio a Borisov si assopisce. La rinascita arriva nel 1996, quando Anatoli Kapski – manager visionario dello stabilimento – rifonda BATE con una chiara missione: ricucire il legame tra fabbrica, città e ambizione sportiva. La risalita è rapidissima. Dopo un passaggio nelle serie inferiori, nel 1999 arriva già il primo titolo nazionale della Vysshaya Liga: BATE entra nel nuovo millennio come potenza emergente.

Il salto da grande provinciale a marchio europeo si compie tra 2006 e 2018, periodo in cui BATE firma un’impresa difficilmente replicabile: 13 scudetti consecutivi, sinonimo di dominio tecnico, struttura societaria solida e capacità di rinnovarsi senza sosta. Dietro le quinte, una linea tecnica coerente: identità compatta, 4-2-3-1/4-3-3 elastico, scouting regionale, valorizzazione di profili con margini di crescita. In panchina si affermano tecnici come Viktar Goncharenka (all’epoca giovanissimo, poi destinato a una carriera internazionale) e successivamente Alyaksandr Yermakovich, garanti di continuità.

Sul palcoscenico UEFA, BATE scrive pagine pesanti per un calcio considerato periferico: nel 2008 è il primo club bielorusso a entrare nella fase a gironi di Champions League, strappando un prestigioso 2-2 alla Juventus. Tornerà nella massima competizione per ben cinque edizioni (2008–09, 2011–12, 2012–13, 2014–15, 2015–16), firmando upset memorabili: il 3-1 al Bayern Monaco e il 3-1 a Lille nel 2012, il 3-2 alla Roma nel 2015. La crescita passa anche da sconfitte pesanti (0-7 con lo Shakhtar Donetsk, 0-6 col Porto), inevitabili step di apprendimento nel confronto con l’élite.

Nel 2014 l’inaugurazione della Borisov Arena – impianto moderno incastonato nel verde, capienza di circa 13.000 spettatori – segna un cambio d’epoca: BATE non è più costretto a migrare a Minsk per le notti europee. Intanto l’accademia e il mercato in uscita alimentano un ciclo sostenibile: i gialloblù forgiano o rilanciano talenti come Aleksandr Hleb (rientrato dopo le esperienze in top club), Yegor Filipenko, Mirko Ivanić, Sergei Krivets, Denis Polyakov, alimentando logiche di player trading.

Dopo il 2018, la concorrenza interna cresce (Dinamo Brest, Shakhtyor Soligorsk, Dinamo Minsk), la striscia scudetti si interrompe, ma BATE resta ai vertici e torna a colpire nelle coppe nazionali. In ambito europeo le restrizioni geopolitiche impongono talvolta campi neutri, ma il club mantiene un profilo internazionale: brand riconoscibile, esperienza gestionale e know-how UEFA lo rendono, a tutti gli effetti, una realtà con risonanza oltre confine. Una storia di fabbrica, territorio e resilienza: BATE Borisov è il manifesto dell’efficienza bielorussa applicata al calcio.

Honours

    • title: Vysshaya Liga (Campionato bielorusso)
    • years: 1999, 2002, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018
    • title: Coppa di Bielorussia
    • years: 2006, 2010, 2015, 2020, 2021
    • title: Supercoppa di Bielorussia
    • years: 2010, 2011, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2022

Statistical Insights

Identità di rendimento da big di sistema. Tasso di vittorie in Vysshaya Liga nell’era moderna stabilmente attorno al 60% (±2) con media-gol nell’ordine di ~1,8 fatti e ~0,7 subiti a partita, frutto di una struttura difensiva affidabile e di fasi offensive verticali. Striscia-record: 13 scudetti consecutivi (2006–2018), un unicum nei campionati post-sovietici. Migliori exploit europei: 3-1 al Bayern Monaco (UCL 2012–13), 3-1 al Lille, 3-2 alla Roma (UCL 2015–16); pareggi di prestigio con Juventus (2-2, 2008) e Milan (1-1, 2011). Peggiori sconfitte europee: 0-7 vs Shakhtar Donetsk e 0-6 vs Porto (UCL 2014–15), indicatori del gap con l’élite. Tendenza recente: calo della quota-vittorie rispetto al picco 2006–2018 ma rendimento da top-3 domestica.

Key Players

- Vitali Rodionov (ATT): capocannoniere storico del club; serial winner domestico, doppia cifra realizzativa in più stagioni e gol pesanti in Europa.
- Ihar (Igor) Stasevich (EST): bandiera e creatore di gioco, primatista di assist del club nell’era moderna, multipli premi come miglior giocatore in Bielorussia.
- Sergei Krivets (CC): firma il gol-qualificazione a Sofia nel 2008 che spalanca a BATE la prima fase a gironi UCL; interno con tempi d’inserimento letali.
- Aleksandr Hleb (CC/TQ): icona tecnica, rientrato a Borisov dopo Arsenal e Barcellona; leadership e qualità nelle prime campagne europee del club.
- Denis Polyakov (DC): colonna della retroguardia durante il filotto scudetti; oltre 200 presenze ufficiali tra campionato e coppe.

Projection

Outlook DS24: con risorse, know-how e base locale, BATE resta candidato naturale a podio e lotta per i trofei nazionali. Probabilità orientative: titolo 20–30%, top-3 65–75%, Coppa di Bielorussia 20–25%, qualificazione UEFA 55–65%. Fattori-chiave: continuità tecnica, valorizzazione dei giovani e gestione oculata del mercato in uscita. Contesto internazionale: possibili gare in campo neutro non intaccano la competitività, ma comprimono il fattore-casa europeo.

Trivia

• Cosa significa BATE: acronimo di Borisov Automobile and Tractor Electrical Equipment, lo storico stabilimento che ne ha ispirato colori, simboli e mentalità. Il club è l’emblema sportivo di una città-fabbrica, con un’identità operaia che traspare ancora oggi nella comunicazione e nello stile di gioco: organizzazione, pragmatismo, efficienza.

• Due vite, stessa anima: prima fase 1973–1984, quindi la rifondazione nel 1996 per volontà di Anatoli Kapski, manager carismatico dello stabilimento. Sotto la sua guida il club ha compiuto il salto da realtà locale a marchio europeo. La figura di Kapski è così centrale che molti tifosi leggono il ciclo d’oro dei 13 scudetti come il “piano industriale” applicato al calcio.

• Giovane genio in panchina: nel 2008 Viktar Goncharenka diventa uno dei più giovani allenatori di sempre nella fase a gironi di Champions League (poco più di 31 anni), simbolo di un club che non teme scelte coraggiose. Il suo BATE, solido e verticale, è ricordato per compattezza, intensità e per la capacità di colpire in transizione.

• Notti d’Europa: il 3-1 al Bayern Monaco del 2 ottobre 2012 resta la cartolina internazionale più celebre, con il pubblico della Borisov Arena (allora ancora si giocava spesso a Minsk per capienza) in estasi. In quella stessa fase a gironi, BATE espugna Lille 3-1. Nel 2015 arriva il 3-2 alla Roma, partita folle segnata da un uno-due iniziale che sorprende i giallorossi. Nel 2008, all’esordio in UCL, due 2-2 con la Juventus raccontano la maturità tattica della matricola bielorussa; nel 2011 i gialloblù inchiodano il Milan sull’1-1.

• Il contrappasso: la stagione 2014–15 di Champions è una montagna russa. BATE incassa due passivi record (0-7 con lo Shakhtar Donetsk, 0-6 con il Porto), ma trova anche risultati di prestigio con l’Athletic Bilbao. Un promemoria della distanza tra élite e underdog che non scalfisce, però, la credibilità del progetto.

• Stadio-scultura: la Borisov Arena (circa 13.000 posti), inaugurata nel 2014, è considerata un piccolo gioiello architettonico immerso nel verde, con copertura integrale e acustica che amplifica il tifo. Prima, per le grandi notti europee, BATE migrava spesso allo Stadio Dinamo di Minsk.

• Academy e player trading: da Borisov sono passati o si sono rilanciati profili poi esportati in campionati maggiori. Aleksandr Hleb è il simbolo romantico (andata e ritorno), Yegor Filipenko ha firmato per il Málaga nel 2015, Mirko Ivanić ha spiccato il volo verso la Stella Rossa, Sergei Krivets ha esplorato Polonia e Francia. La catena del valore è quella di un club che compra prima del picco, valorizza e rivende.

• Rivalità e DNA: la partita con il Dinamo Minsk è il classico del calcio bielorusso, mentre con Shakhtyor Soligorsk la rivalità si è accesa nell’ultimo decennio. Il DNA del BATE è rimasto fedele a un’idea: squadra corta, aggressione selettiva, esterni creativi e una batteria di difensori fisici e concentrati.

• Standard UEFA: le frequenti campagne europee hanno elevato il profilo organizzativo. Logistica, media relations, matchday operation: BATE ha portato in Bielorussia standard da competizioni UEFA, contribuendo a professionalizzare tutto il movimento.

• Curiosità sparse: nel 2008 Sergei Krivets segna a Sofia il gol che vale la prima storica fase a gironi UCL; nel 2012 la vittoria contro il Bayern alimenta un’ondata di merchandising internazionale, con la maglia gialloblù richiesta anche fuori dal Paese. Il brand “BATE” è oggi, al pari della fabbrica, sinonimo di affidabilità: quando in Bielorussia si parla di gestione sportiva, molti dicono ancora «fate come il BATE».

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