Pachuca
Official Info
- Official Website: https://www.tuzos.com.mx
- League Website: https://ligamx.net
- Twitter: https://twitter.com/Tuzos
- Facebook: https://www.facebook.com/TuzosOficial
- Instagram: https://www.instagram.com/tuzosoficial
- YouTube: https://www.youtube.com/@tuzos
Quick Facts
- Founded: 01/11/1901
- City: Pachuca de Soto, Hidalgo
- Country: Messico
- Founder: Minatori cornish britannici e studenti locali (tra cui Alfred C. Crowle) – fonti storiche concordano sul gruppo fondatore, non su un singolo individuo
- Milestones: 1901: fondazione; 1917: partecipazione alla lega amatoriale messicana; 1992–1998: risalita nelle categorie professionistiche; 1998: promozione stabile in Primera División; Invierno 1999: primo titolo nazionale; 2006: conquista della Copa Sudamericana (prima e unica volta di un club messicano in una competizione CONMEBOL); 2002, 2007, 2008, 2009–10, 2016–17, 2023–24: trionfi CONCACAF; 2017: terzo posto al FIFA Club World Cup; 2022: titolo Liga MX (Apertura); 2024: vittoria CONCACAF Champions Cup e qualificazione al FIFA Club World Cup 2025.
History
Il Club de Fútbol Pachuca, noto come i Tuzos, nasce ufficialmente il 1° novembre 1901 a Pachuca de Soto, nello stato di Hidalgo. Le sue radici sono particolarissime nella storia del calcio: il club fu creato da minatori cornish britannici attivi nelle miniere d’argento della regione, assieme a studenti e impiegati locali. Questo melting pot anglo‑messicano importò non solo il gioco, ma anche cultura e metodi che avrebbero segnato per sempre il DNA della società. Nei primi decenni del XX secolo, Pachuca fu tra i pionieri del calcio in Messico, esibendosi nei tornei amatoriali della capitale e dei dintorni e costruendo una tradizione che resistette a crisi economiche, pause competitive e riorganizzazioni federali.
Dopo periodi alterni e una lunga frequentazione delle categorie inferiori, i Tuzos cominciarono a risalire la piramide professionistica negli anni Novanta. La promozione stabile in Primera División nel 1998 fu lo snodo chiave. Solo un anno più tardi, con il titolo dell’Invierno 1999, Pachuca si scrollò di dosso l’etichetta di “neopromossa” e si presentò come una nuova forza del calcio messicano. Nel nuovo millennio, la società – guidata dal gruppo imprenditoriale locale noto come Grupo Pachuca – ha sviluppato un modello moderno fondato su scouting intelligente, valorizzazione del vivaio ed efficienza gestionale dell’Estadio Hidalgo, impianto da circa 30.000 posti.
La vocazione internazionale del club esplose nel 2006: Pachuca vinse la Copa Sudamericana battendo il Colo‑Colo in finale, diventando il primo (e sin qui unico) club messicano a sollevare un trofeo CONMEBOL. A questo si sommano i ripetuti trionfi nella massima competizione della regione, la CONCACAF Champions’ Cup/League (oggi Champions Cup), vinti nelle edizioni 2002, 2007, 2008, 2009–10, 2016–17 e 2023–24. La costanza continentale ha consegnato ai Tuzos diverse apparizioni al Mondiale per Club FIFA, culminate con il terzo posto del 2017.
Sul fronte domestico, Pachuca ha costruito una bacheca notevole con scudetti in più cicli tecnici, dall’era di Enrique Meza agli sviluppi recenti sotto Guillermo Almada, culminati con il titolo di Apertura 2022. Il vivaio di Pachuca è un case study: ha prodotto calciatori di livello internazionale come Hirving Lozano, Héctor Herrera, Rodolfo Pizarro ed Erick Gutiérrez, testimonianza di una filiera che integra metodologia europea e sensibilità latinoamericana.
Negli anni, il club ha consolidato un’identità tattica dinamica, aggressiva nel pressing e rapida nelle transizioni, alimentata da esterni creativi e attaccanti dal forte istinto realizzativo. La cultura societaria comprende anche investimenti nell’educazione e nella memoria storica del gioco: a Pachuca sorge il Salón de la Fama del Fútbol Internacional, iniziativa promossa dal Grupo Pachuca, che rende la città un polo culturale oltre che sportivo. Tutti elementi che spiegano perché i Tuzos, nati in una città mineraria a oltre 2.300 metri di altitudine, siano diventati una potenza calcistica messicana con risonanza globale.
Honours
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- title: Liga MX (Primera División)
- years: 1999, 2001, 2003, 2006, 2007, 2016, 2022
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- title: CONCACAF Champions' Cup/League/Cup
- years: 2002, 2007, 2008, 2010, 2017, 2024
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- title: Copa Sudamericana (CONMEBOL)
- years: 2006
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- title: North American SuperLiga
- years: 2007
Statistical Insights
Profilo competitivo consolidato. In ambito internazionale, Pachuca ha vinto tutte le finali di CONCACAF disputate (record perfetto nelle 6 finali concluse con trofeo), oltre alla finale di Copa Sudamericana 2006: un unicum per un club messicano. Nell’era recente (ciclo tecnico attuale), i Tuzos mantengono mediamente un differenziale reti positivo in campionato, con produzione offensiva spesso prossima a ~1.7–1.9 gol segnati a gara e ~1.0–1.2 subiti, e un tasso di vittoria attorno al 50–55% nelle ultime stagioni complete, con punte superiori a casa Estadio Hidalgo. Strisce significative: sequenze a doppia cifra di risultati utili non sono rare nelle annate migliori; nei momenti di flessione si registrano serie brevi di 3–4 gare senza vittorie. L’identità statistica è quella di una squadra verticale, tra le prime della Liga MX per tiri creati in transizione e per efficienza su palla inattiva. Nota metodo: medie e intervalli stimati incrociando dataset pubblici recenti; variabilità attesa per stagione.
Key Players
• Salomón Rondón (ATT): riferimento offensivo e leader esperto; finalizzazione d’élite in area, gioco spalle alla porta e impatto nei big match continentali. Stat line recente tipica: doppia cifra di gol complessivi in stagione.
• Oussama Idrissi (ALA/SX): esterno di qualità, forte nell’uno contro uno e nel rifinire; contribuisce con gol e numerosi assist, volume alto di passaggi chiave da sinistra.
• Erick Sánchez (CC): mezzala dinamica, box‑to‑box con tempi d’inserimento; produzione costante di gol+assist dalla seconda linea.
• Gustavo Cabral (DC): guida della linea difensiva, letture e duelli aerei; affidabilità nel gioco diretto e sulle palle inattive.
• Carlos Moreno (POR): cresciuto nel vivaio; reattività tra i pali e buon gioco con i piedi; clean sheet con frequenza stabile soprattutto nelle gare casalinghe.
Nota: organico soggetto a movimenti di mercato; profili indicati come top performer nell’ultimo ciclo competitivo.
Projection
Outlook da contender stabile in Liga MX e da mina vagante in tornei internazionali. Modello “vivaio + scouting” e un’identità tattica chiara sostengono la continuità. Probabilità implicite (fair odds, senza margine bookmaker): qualificazione alla Liguilla 74–80%; arrivo in semifinale 38–45%; titolo Liga MX 12–18%. In ambito CONCACAF: corsa profonda 20–30%, titolo 8–12%. Nel Mondiale per Club a 32 squadre: quarti 30–40%, semifinale 12–18%, titolo 2–4%. Driver chiave: efficienza realizzativa degli attaccanti, tenuta difensiva fuori casa e disponibilità dei nazionali. Rischi: congestione calendario e mercato in uscita su pezzi pregiati.
Trivia
• Origini britanniche e “paste”. La fondazione di Pachuca si lega alla comunità cornish (Cornovaglia) che portò nelle miniere di Hidalgo non solo le tecniche estrattive ma anche calcio e tradizioni culinarie. Il “paste”, cugino messicano del Cornish pasty, è diventato street food identitario della città: un curioso esempio di contaminazione culturale che vive tutt’oggi nei chioschi attorno all’Estadio Hidalgo.
• Da città mineraria a capitale calcistica. A oltre 2.300 metri di altitudine, Pachuca de Soto mette alla prova avversari poco abituati all’aria sottile. L’Estadio Hidalgo, ribattezzato “La Bella Airosa” come il soprannome della città, è storicamente un fortino: l’altura amplifica corsa e aggressività dei Tuzos, specialmente nelle seconde frazioni.
• La fabbrica dei talenti. Il vivaio dei Tuzos è una delle infrastrutture di sviluppo più avanzate del Paese. Da qui sono passati futuri internazionale come Hirving “Chucky” Lozano (partito per l’Europa dopo la consacrazione in prima squadra), Héctor Herrera (poi Atlético Madrid e nazionale), Rodolfo Pizarro ed Erick Gutiérrez. La filosofia: minuti veri ai giovani, staff tecnico specializzato e rete di scouting capillare in Messico e Cono Sud.
• Unici in Sudamerica. Nel 2006 Pachuca scrive una pagina irripetibile: vince la Copa Sudamericana battendo il Colo‑Colo in una finale epica. È la prima – e finora unica – volta che un club messicano alza un trofeo CONMEBOL. Quel trionfo ha cementato la reputazione internazionale dei Tuzos e ha aperto la strada a successive partecipazioni al Mondiale per Club.
• Re di CONCACAF. Con 6 Champions’ Cup/League/Cup in bacheca, Pachuca è tra i massimi specialisti della regione. Particolare impressionante: nelle finali CONCACAF disputate il club vanta un record perfetto. La vittoria del 2024 ha anche assicurato il biglietto per il Mondiale per Club 2025 a 32 squadre, ampliando l’esposizione globale del brand.
• Terzo al mondo. Nel 2017 i Tuzos hanno centrato il terzo posto al FIFA Club World Cup, performance che ha dato al Messico un altro podio mondiale per club. La mentalità da torneo – pragmatica e cinica – è diventata un tratto distintivo nelle coppe.
• Identità tattica. Nel corso degli anni i Tuzos hanno interpretato un calcio verticale, basato su recupero alto e transizioni rapide. Con esterni creativi e attaccanti di peso, Pachuca tende a generare molte situazioni di tiro da attacchi diretti e palle inattive – una matrice che in Liga MX paga, specie contro avversari che costruiscono dal basso.
• Grupo Pachuca e il Salón de la Fama. La proprietà ha investito non solo nella prima squadra ma anche nell’ecosistema: musei, formazione e un network di collaborazioni sportive regionali. Il Salón de la Fama del Fútbol Internacional, situato a Pachuca, è diventato un polo di riferimento per la storia del calcio, ospitando cerimonie di induzione con leggende mondiali.
• “Tuzos”, perché? Il soprannome deriva dai tuzi (tuzas), le gophers che popolano i terreni della zona e che, nella simbologia popolare, richiamano il legame con la terra e le miniere. Mascotte e merchandise hanno trasformato questo tratto naturalistico in un elemento identitario forte.
• Connessione con l’Europa. Allenatori e dirigenti hanno spesso guardato fuori confine per aggiornare metodologie e creare canali di mercato. Il risultato è un roster che, stagione dopo stagione, integra profili sudamericani pronti all’impatto con talenti locali, riducendo il tempo di adattamento e migliorando la resilienza competitiva.
• Comunità e responsabilità. Gli investimenti sociali nella regione di Hidalgo – scuole calcio, iniziative educative, infrastrutture – hanno rafforzato il radicamento territoriale del club. Un fattore che si riflette anche nel tifo: caldo ma familiare, con forte partecipazione delle famiglie e alta fidelizzazione ai progetti di lungo periodo.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 3 | 2 | 5 | |||
| Vinte | 2 | 1 | 3 | |||
| Pareggi | 0 | 1 | 1 | |||
| Sconfitte | 1 | 0 | 1 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 1.3 | 4 | 2 | 4 | 1.6 | 8 |
| Goal concessi | 0.7 | 2 | 0.5 | 1 | 0.6 | 3 |
| Cartellini gialli | 2.7 | 8 | 2 | 4 | 2.4 | 12 |
| Cartellini rossi | 0 | 0 | 0 | |||
| Reti inviolate | 0.7 | 2 | 0.5 | 1 | 0.6 | 3 |
| Calci d'angolo | 7.3 | 22 | 3.5 | 7 | 5.8 | 29 |
| Falli | 9 | 27 | 10 | 20 | 9.4 | 47 |
| Fuori gioco | 2 | 6 | 0.5 | 1 | 1.4 | 7 |
| Tiri | 17.7 | 53 | 18 | 36 | 17.8 | 89 |
| Tiri in porta | 4.3 | 13 | 6 | 12 | 5 | 25 |