Al-Qadisiyah FC
Official Info
- League Website: https://spl.com.sa
Quick Facts
- Founded: 1967
- City: Al Khobar
- Country: Arabia Saudita
- Founder: Unknown (ultimo controllo: 2025-08-23)
- Milestones: - 1967: fondazione ad Al Khobar, Provincia Orientale.
- 1992: vittoria della Crown Prince Cup (prima grande affermazione nazionale).
- 1994: trionfo nella Asian Cup Winners’ Cup (apice continentale).
- Anni 2000–2020: alternanza tra massima serie e First Division, con più promozioni.
- 2023–2024: progetto di rilancio con forte investimento aziendale (Aramco), ritorno in massima serie.
History
Al-Qadisiyah FC nasce nel 1967 ad Al Khobar, cuore pulsante della Provincia Orientale dell’Arabia Saudita. La zona, da sempre vivaio di talenti e storie di calcio vissuto, accoglie la nuova società come un riferimento per la comunità locale, distinguendola anche dalla vicina Dammam, patria di un’altra realtà illustre come l’Al-Ettifaq. Sin dalle origini, Al-Qadisiyah si caratterizza per un’identità di club formatoio: attento al settore giovanile, capace di scovare e lanciare calciatori destinati a segnare la storia del calcio saudita.
Il momento di svolta, quello che proietta il club sulla mappa nazionale, arriva nel 1992 con la conquista della Crown Prince Cup. È il primo titolo di peso, la conferma di una crescita tecnica e organizzativa. Due anni più tardi, arriva l’apoteosi continentale: l’Asian Cup Winners’ Cup 1993–94, trofeo che consacra Al-Qadisiyah come una delle sorprese d’Asia del periodo. Vincere un titolo AFC per una società non inclusa nel ristretto novero delle big saudite è un segnale fortissimo: idee chiare, scelte mirate e un’identità tattica concreta.
Dopo il picco, la traiettoria del club segue onde alterne. Il calcio saudita accelera, gli investimenti crescono e la competizione si fa feroce. Al-Qadisiyah alterna periodi in Saudi Pro League a stagioni in First Division League, vivendo più di una promozione. In questa oscillazione, il filo rosso resta il vivaio: da qui muovono i primi passi campioni nazionali come Yasser Al-Qahtani e Saud Kariri, simboli della capacità del club di formare talenti poi capaci di imporsi nelle big e in nazionale.
Il nuovo corso si accende con il progetto di privatizzazione e investimento sui club sauditi: Al-Qadisiyah entra nell’orbita di una grande azienda nazionale (Aramco), con un piano industriale-sportivo che mette al centro infrastrutture, scouting e performance. Il ritorno in massima serie ha il sapore della ripartenza: organizzazione più snella, processi moderni, una visione tecnica che cerca equilibrio tra import ed export di talento e sostenibilità economica. L’obiettivo dichiarato, al netto di grandi proclami, è diventare un club stabilmente competitivo in Saudi Pro League, difendendo l’identità territoriale della Provincia Orientale e ricostruendo anno dopo anno uno zoccolo duro di giocatori formati in casa.
Sul piano culturale, Al-Qadisiyah è la squadra di Al Khobar: il derby di provincia con l’Al-Ettifaq di Dammam regala da decenni pagine di passione vera, stadi caldi e orgoglio locale. Lo stadio di riferimento è il Prince Saud bin Jalawi Sports City Stadium, impianto tradizionalmente associato alla città. I colori sociali, rosso e giallo, esprimono una cifra visiva immediata. Oggi il club si muove in un contesto saudita molto più globalizzato, ma conserva quella vocazione da “talent factory” che l’ha resa rispettata in patria e ricordata in Asia. Non una superpotenza, ma una società con storia, metodo e – ora – mezzi per ambire a una stabilità ad alto livello.
Honours
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- title: Asian Cup Winners' Cup (AFC)
- years: 1994
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- title: Saudi Crown Prince Cup
- years: 1992
Statistical Insights
Win rate: Unknown (ultimo controllo: 2025-08-23). Media gol segnati/subiti per gara: Unknown. Streak migliori/peggiori: Unknown. Nota metodologica: i dati di prestazione recenti oscillano per via dei cicli di promozioni/retrocessioni e dei cambi tecnici; aggiorniamo le metriche entro 30 giorni dalle pubblicazioni ufficiali (Transfermarkt/FBref/Soccerway). Indicatori da monitorare: xG For/Against, PPDA, conversion rate dei tiri, punti/partita contro le dirette concorrenti salvezza.
Key Players
Rosa in aggiornamento dopo la promozione e il nuovo ciclo di investimenti: l’elenco dei 3–5 top performer con ruolo e mini-stat è Unknown (ultimo controllo: 2025-08-23). Heritage del vivaio: Yasser Al-Qahtani (ATT), Saud Kariri (MED), Mohammed Al-Sahlawi (ATT) – esempi storici di profili cresciuti o passati per Al-Qadisiyah.
Projection
Outlook prudente ma ambizioso. Con investimenti strutturali e un modello tecnico più moderno, Al-Qadisiyah ha credenziali per puntare alla permanenza solida e, in seconda battuta, a un mid-table. Probabilità implicite (stile betting, stimate su base qualitativa e benchmark di neopromosse saudite): salvezza 55–65%; metà classifica 20–30%; top 8 8–12%; rischio retrocessione 15–25%. Fattori chiave: tenuta difensiva nelle prime 10 giornate, resa degli slot stranieri, punti negli scontri diretti in casa, disponibilità del core locale. Variabile esterna: competizione crescente del mercato saudita, che rende volatili le rose a finestra aperta.
Trivia
• Origine del nome: “Al-Qadisiyah” richiama la storica battaglia di al-Qādisiyyah, riferimento culturale ricorrente nel mondo arabo. Per il club di Al Khobar il nome è anche un manifesto d’identità: resilienza e appartenenza alla comunità della Provincia Orientale.
• Il picco asiatico: la Asian Cup Winners’ Cup 1993–94 vinta da Al-Qadisiyah resta un unicum nel panorama saudita di quegli anni, dominato dai colossi di Riyad e Gedda. Per una società non di capitale, imporsi nel vecchio torneo delle coppe nazionali è stato un exploit tecnico e mentale. Il titolo aprì porte di notorietà internazionale e consolidò la reputazione del club come “matricola terribile” in Asia.
• La prima grande gioia: la Crown Prince Cup del 1992 fu l’innesco. Quella vittoria diede la spinta per affacciarsi ai palcoscenici continentali e creò un circolo virtuoso: la credibilità attira giocatori migliori, i giocatori migliori alzano l’asticella, e così via. A livello di storytelling locale, molti tifosi legano la nascita della vocazione vincente di Al-Qadisiyah proprio a quella notte.
• Derby di Provincia Orientale: contro l’Al-Ettifaq di Dammam il derby ha sempre un sapore particolare. Non è solo una partita; è status, lavoro, famiglia. Stadi pieni, colori accesi e – spesso – partite sporche, tattiche, dove dettagli e palle inattive pesano più della qualità individuale. Al-Qadisiyah condivide il territorio anche con Al-Khaleej (Saihat), generando una geografia calcistica fatta di corti raggio e rivalità sane.
• Talent factory: pochi club sauditi possono vantare una filiera giovanile con un impatto così riconoscibile sulla nazionale. Yasser Al-Qahtani, icona di Al Hilal e capocannoniere in patria, è passato da Al-Qadisiyah, così come Saud Kariri, mediano di letture e personalità, a lungo colonna di Al-Ittihad e della selezione. Mohammed Al-Sahlawi, altro nome noto, lega parte del suo percorso al club di Al Khobar. La cifra comune? Formazione tecnica solida e capacità di reggere il salto verso contesti più esigenti.
• Stadio e quartiere: il Prince Saud bin Jalawi Sports City Stadium è più di un impianto; è punto d’incontro. Le partite casalinghe di Al-Qadisiyah hanno un carattere familiare: gruppi storici in gradinata, generazioni a confronto e una dimensione cittadina che resiste anche mentre la Saudi Pro League diventa sempre più globale.
• Il nuovo corso industriale: con l’ingresso di Aramco nel capitale, Al-Qadisiyah ha abbracciato una filosofia aziendale fatta di KPI, processi e accountability. Questo si traduce in investimenti meno “spot” e più infrastrutturali: centri d’allenamento, performance lab, dati. In uno scenario in cui le big attirano star internazionali, per Al-Qadisiyah la leva competitiva è l’efficienza: scouting mirato, profili funzionali, e valorizzazione del talento locale.
• Identità tattica: storicamente la squadra ha alternato fasi di blocco medio-basso, ripartenze e attenzione al gioco laterale, sfruttando ampiezza e cross. Nelle stagioni più recenti, complice l’innalzamento medio del livello tecnico del campionato, l’evoluzione ha spinto verso principi più proattivi: pressing situazionale, uscite codificate e ricorso più frequente al 4-2-3-1/4-3-3 fluido, con esterni di gamba e una punta in grado di attaccare la profondità.
• Cultura del risultato: la narrativa del club è quella della resilienza. Salire, cadere, risalire. Le promozioni non sono solo colpi sportivi, ma traguardi comunitari. La tifoseria ha sviluppato una pazienza competente: consapevole che la stabilità in massima serie si costruisce con continuità e che ogni mercato è un cantiere aperto.
• Visione: in un calcio saudita che guarda al mondo, Al-Qadisiyah punta a restare radicato nel territorio, difendendo la propria specificità. Meno effetti speciali, più metodo. È questa, in definitiva, la sua cifra: pragmatismo da club-laboratorio, con l’ambizione di entrare stabilmente nella geografia che conta.