Avellino
Official Info
- Official Website: https://www.usavellino1912.com
- League Website: https://www.legapro.it
Quick Facts
- Founded: 1912
- City: Avellino
- Country: Italia
- Founder: Unknown (ultimo aggiornamento 2025-08-23)
- Milestones: 1912: fondazione del club; 1948–49: ritorno tra i professionisti e affermazione in Serie C; 1978: prima storica promozione in Serie A; 1978–1988: 10 stagioni consecutive in Serie A; 1980: terremoto dell’Irpinia, il club resta simbolo di resilienza cittadina; 1980–81: salvezza in A nonostante penalizzazione; 2002–03: vittoria Serie C1 e promozione; 2012–13: vittoria Lega Pro Prima Divisione e ritorno in B; 2009 e 2018: crisi societarie, esclusione e rifondazione; 2018–19: ripartenza in Serie D e immediata risalita in C; 2020: recupero del nome storico U.S. Avellino 1912; Stadio: Partenio–Adriano Lombardi come casa e icona cittadina.
History
L’U.S. Avellino 1912 nasce nel cuore dell’Irpinia, ad Avellino, nel 1912. Le origini sono quelle classiche del calcio italiano di inizio Novecento: un gruppo di sportivi locali che si dà una struttura organizzata per disputare competizioni regionali e, progressivamente, nazionali. Il verde, colore dominante del club, diventa presto identità visiva e culturale, mentre il soprannome “Lupi” – profondamente legato al territorio irpino – racconta un modo di intendere il calcio: coriaceo, comunitario, resistente.
Dopo decenni tra campionati minori e il primo dopoguerra, l’Avellino inizia a strutturarsi come realtà professionistica stabile nel secondo dopoguerra. Il vero salto di qualità arriva negli anni Settanta: con una crescita tecnica e dirigenziale ben calibrata, i biancoverdi conquistano nel 1978 la prima, storica promozione in Serie A. È l’inizio di un decennio leggendario: dieci stagioni consecutive nella massima serie (dal 1978–79 al 1987–88), un unicum per una piazza di provincia del profondo Sud, che trasforma l’Avellino in simbolo nazionale di calcio operaio e di provincia di qualità.
Il contesto storico pesa: nel novembre 1980 il terremoto dell’Irpinia sconvolge la città e l’intera area. In mezzo alla tragedia, il club diventa aggregatore sociale, continuando a giocare e a rappresentare la comunità con dignità. In quel periodo l’Avellino è protagonista di salvezze da manuale, inclusa quella ottenuta nonostante una penalizzazione a inizio campionato: un’impresa che cementa la fama di squadra indomita. Alcuni profili passati dal Partenio – portiere e giocatori di livello internazionale – porteranno poi il loro talento ai vertici del calcio italiano ed europeo, aumentando il prestigio della “scuola” avellinese.
Con la fine del ciclo in Serie A, gli anni Novanta e Duemila alternano fasi di Serie B e C, con momenti di entusiasmo e scivoloni legati anche alla fragilità economica tipica di molte piazze storiche italiane. Due tappe meritano sottolineatura: la vittoria della Serie C1 nel 2002–03, che riporta i Lupi in cadetteria, e il successo nella Lega Pro Prima Divisione 2012–13, nuova promozione in B, a conferma di un modello sportivo capace di rigenerarsi.
Il 2009 e il 2018 sono anni duri: crisi finanziarie, esclusioni e ripartenze. Nel 2018 il club riparte dalla Serie D con denominazione sociale diversa, ma resta fortissimo il legame con la tifoseria e con la città. La risalita è immediata: nel 2018–19 conquista il ritorno in Serie C; nel 2020 riabbraccia la denominazione storica U.S. Avellino 1912, compiendo anche un atto identitario di grande valore.
Oggi l’Avellino è stabilmente in Serie C, con ambizioni compatibili alla categoria e un tifo tra i più caldi d’Italia. La casa è lo Stadio Partenio–Adriano Lombardi, teatro di imprese e ricordi, intitolato a una figura simbolo del club. L’orizzonte è quello di una società che vuole crescere in modo sostenibile, valorizzando giovani e patrimonio tecnico, rimanendo fedele alla sua filosofia: poche parole, fatti in campo, spirito da Lupi. In una parola: Avellino.
Honours
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- title: Serie C1 / Lega Pro Prima Divisione (vincitori di girone)
- years: 2003, 2013
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- title: Serie D (vincitori di girone)
- years: 2019
Statistical Insights
Fatti certi e consolidati: l’Avellino ha disputato 10 stagioni consecutive in Serie A (dal 1978–79 al 1987–88), un primato notevole per una piazza di provincia del Mezzogiorno. Il club è storicamente competitivo in Serie C, con più promozioni conquistate negli ultimi due decenni. Dati puntuali su win rate complessivo, media gol segnati/subiti per gara e strisce record non sono pienamente consolidati trasversalmente tra le fonti consultate: Unknown (ultimo aggiornamento 2025-08-23). Tendenze qualitative: in casa al Partenio–Lombardi l’Avellino mantiene tradizionalmente un rendimento superiore alla media della categoria; fase difensiva solida nei cicli migliori di Serie C, con portieri ed esterni capaci di incidere; nelle stagioni recenti la pericolosità offensiva è spesso arrivata da fasce e da palle inattive.
Key Players
Rosa soggetta a variazioni frequenti in Serie C; dati statistici completi e aggiornati per i singoli giocatori sono: Unknown (ultimo aggiornamento 2025-08-23). Profili-chiave tipici del recente Avellino includono: un portiere esperto capace di mantenere la squadra corta con buona percentuale di clean sheet in campionato; un esterno sinistro/terzino di spinta con ottima qualità su cross e palle inattive (spesso tra i migliori assist-man della categoria); una prima punta di struttura per attaccare l’area e un trequartista/seconda punta dinamico per creare superiorità tra le linee. A livello storico, figure come Stefano Tacconi (portiere, poi alla Juventus), Juary (attaccante brasiliano dal grande impatto mediatico) e Dirceu (centrocampista brasiliano di classe mondiale passato in Irpinia negli anni ’80) rappresentano l’impronta tecnica e il prestigio accumulato dal club.
Projection
In ottica Serie C, l’Avellino parte tipicamente tra le contendenti da playoff con ambizione di promozione se roster, allenatore e stabilità societaria convergono. Modellizzando il contesto di categoria (valore rosa tipo da fonti di mercato, tifo e fattore campo, profondità in panchina) e assumendo una stagione regolare a rendimento stabile: promozione diretta 10–15% (quota implicita circa 6.50–10.00), promozione via playoff 20–25% (4.00–5.00 sul passaggio complessivo, ma volatilità alta), playoff 55–65%, stabilità metà classifica 20–25%, rischio parte bassa/lotta salvezza 10–15%. Variabili chiave: solidità difensiva (xGA), conversione palle inattive, salute del gruppo e tenuta nei big match del girone. La tradizione e il fattore Partenio–Lombardi restano moltiplicatori competitivi.
Trivia
• Identità dei Lupi: Il soprannome dell’Avellino, i “Lupi”, è più di un nomignolo. È radice culturale. L’Irpinia, territorio boschivo e montano, ha nel lupo un simbolo ancestrale: tenacia, spirito di branco, resistenza. Il verde delle maglie completa un’immagine immediatamente riconoscibile, tra le più iconiche del calcio di provincia italiano.
• Il decennio in Serie A: Dal 1978–79 al 1987–88 l’Avellino scrive una delle pagine più romantiche del nostro calcio. Dieci anni nella massima serie per una piazza di 50–60 mila abitanti sono una costanza clamorosa. L’Avellino fu la classica “bestia nera” per molte grandi al Partenio, dove il tifo creava una pressione quasi sudamericana. Quella squadra, spesso considerata operaia, aveva però qualità tecniche notevoli: un portiere di altissimo profilo, stranieri di classe e italiani da nazionale.
• Terremoto e resilienza: Il 23 novembre 1980 il terremoto dell’Irpinia devasta la provincia. Il calcio, in quel contesto, diventa collante sociale. L’Avellino scende in campo non solo per competere, ma per dare un segnale: la vita riparte. La stagione segnata dalla penalizzazione e dalla tragedia assume toni epici con la salvezza finale: un manifesto identitario che ancora oggi i tifosi tramandano.
• Il Partenio–Adriano Lombardi: Lo stadio, aperto nel 1971 e poi intitolato ad Adriano Lombardi – bandiera e tecnico amatissimo scomparso prematuramente – è un impianto che ha visto generazioni di tifosi. La curva Sud è cuore pulsante, con coreografie e cori che hanno reso il Partenio un fortino. La capienza è stata rimodulata nel tempo per adeguarsi alle normative, ma il valore simbolico è intatto.
• Campioni di passaggio: Avellino è stato trampolino per profili di primo piano. Un portiere che diventerà simbolo della Juventus, un fantasista brasiliano dal piede educatissimo come Dirceu, e un attaccante iconico come Juary hanno colorato la storia biancoverde. Altri italiani di sostanza – difensori arcigni, mediani tostissimi – incarnano l’anima irpina: pragmatismo e sacrificio.
• Derby e rivalità: Due derby accendono la stagione: con la Salernitana, quando capita nei professionisti, e con il Benevento. Climi caldissimi, spesso con coreografie imponenti e un contorno emotivo che trascende la classifica. Queste partite raccontano la geografia calcistica campana: orgoglio territoriale e memoria storica.
• Rinascite: La storia recente dell’Avellino è un manuale di resilienza societaria. Le crisi del 2009 e 2018 non hanno spezzato il legame con la gente. La ripartenza dalla D è stata affrontata come un’opportunità per rimettere al centro sostenibilità e appartenenza, e nel giro di una stagione i Lupi sono tornati tra i professionisti. Recuperare nel 2020 il nome storico U.S. Avellino 1912 ha avuto un effetto catartico sull’identità del club.
• Calcio e territorio: Pochi club incarnano il rapporto tra città e squadra come l’Avellino. La provincia, la neve d’inverno, il tifo di popolo, le strade che si svuotano alla domenica: elementi che fanno parte di un immaginario potente. Per i tifosi, essere avellinesi è anche essere Lupi: un codice culturale che unisce generazioni.
• Dettagli cromatici: Il verde non è un capriccio estetico; è un marchio. Le variazioni stilistiche della maglia – colletto, righe sottili, inserti bianchi – hanno dato vita a kit diventati cult. Molte collezioni vintage di tifosi raccontano proprio gli anni della Serie A con sponsor e loghi che oggi sono oggetti di culto.
• Curiosità tecniche: L’Avellino ha spesso fondato il proprio gioco su organizzazioni difensive granitiche e ripartenze, facendo delle palle inattive un’arma. In Serie C, storicamente, il club performa meglio quando riesce a mantenere baricentro medio e grande attenzione sulle seconde palle, sfruttando il fattore campo e l’agonismo tipico della categoria.
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Giocate | 19 | 18 | 37 | |||
| Vinte | 14 | 9 | 23 | |||
| Pareggi | 3 | 7 | 10 | |||
| Sconfitte | 2 | 2 | 4 | |||
| Casa | Fuori casa | Tutto | ||||
| Per Match | Total | Per Match | Total | Per Match | Total | |
| Goal | 1.8 | 35 | 1.6 | 29 | 1.7 | 64 |
| Goal concessi | 0.6 | 12 | 0.9 | 16 | 0.8 | 28 |
| Cartellini gialli | 1.9 | 37 | 2.6 | 46 | 2.2 | 83 |
| Cartellini rossi | 0.1 | 2 | 0.1 | 1 | 0.1 | 3 |
| Reti inviolate | 0.4 | 8 | 0.3 | 6 | 0.4 | 14 |
| Calci d'angolo | 0 | 0 | 0 | |||
| Falli | 0 | 0 | 0 | |||
| Fuori gioco | 0 | 0 | 0 | |||
| Tiri | 0 | 0 | 0 | |||
| Tiri in porta | 0 | 0 | 0 | |||