Cameroon

Città
Yaoundé
Nazione
Sito Web
Fondata
1959
Stadio

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1959 (FECAFOOT)
  • City: Yaoundé
  • Country: Camerun
  • Founder: Unknown
  • Milestones: 1972: prima AFCON ospitata; 1984 e 1988: primi due titoli AFCON; 1990: quarti di finale ai Mondiali (prima africana a riuscirci nell’era moderna FIFA); 2000: oro olimpico a Sydney; 2000 e 2002: back-to-back AFCON (finali vinte ai rigori); 2003: finale Confederations Cup e tragedia di Marc‑Vivien Foé; 2017: quinta AFCON, gol decisivo di Aboubakar; 2021: AFCON in casa e terzo posto dopo rimonta epica; 2022: vittoria storica sul Brasile ai Mondiali.

History

Il Camerun, i Leoni Indomabili, è uno dei brand calcistici più riconoscibili del pianeta. La federazione (FECAFOOT) nasce nel 1959, a ridosso dell’indipendenza, e imposta fin da subito una linea tecnica basata su atletismo e talento naturale, alimentata da scuole calcio e accademie come Kadji e Brasseries. Gli anni Settanta portano la prima grande vetrina continentale con l’organizzazione della Coppa d’Africa 1972. La vera svolta arriva negli anni Ottanta: la generazione di Thomas N’Kono, Emmanuel Kundé e compagni vince due AFCON (1984 e 1988), costruendo un’identità feroce, fatta di portieri carismatici, difese granitiche e attaccanti letali.
Il 1990 è l’anno che cambia la percezione globale del calcio africano: ai Mondiali di Italia ’90 il Camerun batte subito i campioni in carica dell’Argentina, vola agli ottavi con il carisma senza età di Roger Milla, supera la Colombia e sfiora la semifinale, arrendendosi solo all’Inghilterra ai supplementari. Quell’epopea porta i Leoni Indomabili nel mito e apre una strada che altri seguiranno (Senegal 2002, Ghana 2010), ma che il Camerun ha tracciato per primo.
Tra la fine dei Novanta e i primi Duemila arriva un altro picco: oro olimpico a Sydney 2000 (U23 con fuoriquota di lusso) e doppietta AFCON 2000-2002, entrambe le finali vinte ai rigori contro Nigeria e Senegal. È il ciclo che consacra Samuel Eto’o nell’élite mondiale e che vede una spina dorsale indomita: difesa aggressiva, transizioni rapide, attitudini da “tournament team”.
Il 2003 è l’anno più doloroso: la Confederations Cup vissuta con intensità e dolore per la morte in campo di Marc‑Vivien Foé durante la semifinale con la Colombia. Il Camerun arriva comunque in finale e cade solo alla golden goal contro la Francia: sportivamente una medaglia d’argento, umanamente una cicatrice eterna.
Dopo anni di turbolenze amministrative e qualificazioni a fasi alterne, nel 2017 arriva la quinta Coppa d’Africa, firmata da un gruppo meno blasonato ma coraggioso: finale contro l’Egitto ribaltata con il gioiello al 90’ di Vincent Aboubakar. Nel 2021 il Paese ospita la AFCON in stadi nuovi come l’Olembe di Yaoundé: il Camerun chiude terzo con una rimonta da 0-3 a 3-3 e vittoria ai rigori nella “finalina”, spinto dal capocannoniere Aboubakar. Ai Mondiali recenti, il sigillo è l’1-0 al Brasile, prima africana a battere la Seleção in un Mondiale, marchio d’orgoglio di una nazionale capace di picchi altissimi.
Oggi il Camerun continua a sfornare talento dalla diaspora europea e dalle accademie locali. L’identità resta intatta: fisicità, ritmo, coraggio nei duelli e la convinzione – quasi genetica – di potersela giocare con chiunque nelle fasi finali. È, senza esitazioni, una nazionale a risonanza globale.

Honours

    • title: Coppa d’Africa (AFCON)
    • years: 1984, 1988, 2000, 2002, 2017
    • title: Giochi Olimpici (calcio maschile, U23+OA)
    • years: 2000

Statistical Insights

Mondiali FIFA (finali): 8 partecipazioni. Record complessivo stimato: 5 vittorie, 8 pareggi, 13 sconfitte in 26 gare; win rate ~19%. Gol segnati ~0,85 a partita; gol subiti ~1,8 a partita. Miglior corsa: quarti di finale nel 1990; striscia negativa più lunga: 8 sconfitte di fila tra 2002 e 2022, interrotta poi da un pari e dal successo sul Brasile. AFCON: 5 titoli e due finali vinte ai rigori (2000, 2002); imbattibilità estesa nelle edizioni 2000+2002 (12 gare senza perdere). Leader storici: Samuel Eto’o (miglior marcatore, 56 gol) e Rigobert Song (più presenze, 137). Stadi di riferimento: Stade Ahmadou Ahidjo e Stadio Paul Biya (Olembe) a Yaoundé, oltre al Japoma di Douala.

Key Players

André Onana (Portiere): reattivo e abile coi piedi; para-rigori e uscita alta, plus fondamentale nelle gare a eliminazione. André-Frank Zambo Anguissa (Centrocampista): volume di gioco, recuperi e progressioni; equilibrio tra interdizione e conduzione. Vincent Aboubakar (Attaccante): riferimento e killer d’area; capocannoniere AFCON 2021 con 8 gol, carisma da capitano. Bryan Mbeumo (Ala/Seconda punta): imprevedibile tra le linee, ottima produzione gol+assist, pressione intelligente. Jean-Charles Castelletto (Difensore): marcatura pulita e letture preventive, affidabile sulle palle inattive.

Projection

Profilo da contender africana. In un girone AFCON tipo, passaggio del turno stimato 65–75%; accesso in semifinale 25–35%; titolo 8–12%. Qualificazione Mondiale: 60–70% a seconda del livello del gruppo. Fattori chiave: forma di Onana, verticalità di Anguissa, peso specifico di Aboubakar e salute degli esterni (Mbeumo, ali di gamba). Rischi: discontinuità offensiva contro blocchi bassi e gestione emotiva nei momenti caldi.

Trivia

• Soprannome: Leoni Indomabili. Un manifesto: aggressività agonistica, resilienza e orgoglio nazionale.
• Roger Milla, icona senza tempo: a Italia ’90, a 38 anni, diventa simbolo del torneo con le danze alla bandierina. Nel 1994 segna anche a 42 anni e 39 giorni, ancora oggi il più anziano marcatore nella storia dei Mondiali.
• 1990, la prima africana ai quarti: il Camerun apre il Mondiale battendo l’Argentina campione in carica (1-0), supera la Romania e negli ottavi elimina la Colombia di Higuita, punita dal pressing di Milla. Si arrende solo all’Inghilterra ai supplementari dopo una gara epica.
• Portieri e culto: Thomas N’Kono è un nume tutelare. Gianluigi Buffon racconta di essersi ispirato a lui (ha dato al figlio il nome Thomas). N’Kono vive un episodio surreale nel 2002, quando viene persino fermato sul campo per presunte pratiche scaramantiche prima della semifinale AFCON: aneddoto divenuto leggenda.
• Samuel Eto’o, il cannoniere: miglior marcatore di sempre dei Leoni Indomabili (56), stella di Barcellona e Inter, simbolo di una generazione che ha vinto tutto a livello di club e ha portato leadership in nazionale.
• Doppietta AFCON ai rigori: nel 2000 contro la Nigeria e nel 2002 contro il Senegal, il Camerun vince due finali dal dischetto. Temperamento glaciale nelle notti che contano.
• Oro olimpico 2000: percorso memorabile con eliminazione del Brasile e finale contro la Spagna vinta ai rigori. Quella medaglia sancisce la profondità del serbatoio camerunese a cavallo del millennio.
• Confederations Cup 2003, lacrime e orgoglio: la morte di Marc‑Vivien Foé in semifinale scuote il mondo. I compagni arrivano comunque in finale, persa col golden goal con la Francia. Oltre il risultato, resta il ricordo di un centrocampista totale e amato.
• Maglie iconiche e battaglie regolamentari: le canotte senza maniche del 2002 e la tuta‑body del 2004 firmate Puma scatenano contese con CAF e FIFA. Il Camerun ha spesso innovato (e provocato) anche nello stile.
• Dinastie familiari: Rigobert Song (recordman di presenze) e il nipote Alex Song, entrambi leader della mediana/difesa in epoche diverse. La “linea Song” racconta continuità tecnica e caratteriale.
• 2021, AFCON in casa: nuova generazione, stadi rinnovati (Paul Biya/Olembe), terzo posto con rimonta incredibile nella finalina da 0-3 a 3-3 e trionfo ai rigori: DNA Indomabile allo stato puro.
• Brasile battuto ai Mondiali: 1-0 nel girone, il Camerun firma una prima storica per l’Africa contro la Seleção in Coppa del Mondo. Gol di Aboubakar e rosso per esultanza senza maglia: fotografia potente del carattere del gruppo.
• Talento diasporico: molti Leoni nascono o si formano calcisticamente in Europa (Francia, Italia, Inghilterra). La federazione ha affinato lo scouting sui doppio passaporto, ampliando la base e colmando gap strutturali.
• Stadi “di casa”: Ahmadou Ahidjo a Yaoundé è il classico tempio, ma anche il Japoma di Douala e il moderno Paul Biya sono diventati fortini, soprattutto nelle qualificazioni.
• Identità tattica: linee strette, intensità nei duelli, transizioni verticali; negli anni recenti maggiore costruzione bassa grazie a portieri e mediani più tecnici. Nei tornei corti, il Camerun tende a crescere di gara in gara, marchio che spiega tante rimonte.
• Record e primati: 5 AFCON lo pongono tra le grandi d’Africa insieme a Egitto e Ghana. Primo quarto di sempre ai Mondiali per una nazionale africana dell’era moderna e due finali AFCON vinte ai rigori: la freddezza non è un luogo comune, è statistica.
• Cultura e simboli: il leone su stemma e maglia è orgoglio nazionale. La squadra è collante sociale in un Paese vasto e complesso; ogni AFCON diventa appuntamento di identità collettiva.
• Prospettiva: il serbatoio continua a produrre esterni veloci e centravanti fisici; la chiave è la continuità gestionale. Quando la struttura regge, il Camerun diventa avversario scomodo per chiunque, anche a livello mondiale.

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