Cremonese
Official Info
- Official Website: https://www.uscremonese.it/
- League Website: https://www.legab.it/
- Twitter: https://twitter.com/USCremonese
- Facebook: https://www.facebook.com/uscremonese
- Instagram: https://www.instagram.com/uscremonese/
- YouTube: https://www.youtube.com/user/uscremonese
Quick Facts
- Founded: 24 marzo 1903
- City: Cremona
- Country: Italia
- Founder: Unknown (ultimo controllo 2025-08-23)
- Milestones: 1903: fondazione. 1929–31: prime apparizioni nella Serie A a girone unico. Anni ’80-’90: ritorni in A con Emiliano Mondonico. 1992–93: vittoria Anglo-Italian Cup a Wembley. 1993–96: triennio continuativo in Serie A. 2016–17: vittoria del Girone A di Lega Pro e ritorno in B. 2021–22: promozione diretta in Serie A. 2022–23: semifinale di Coppa Italia con vittorie su Napoli e Roma. 2023–24: alta classifica in Serie B e conferma di ambizioni di vertice.
History
La U.S. Cremonese nasce a Cremona il 24 marzo 1903, in piena stagione pionieristica del calcio italiano. I colori grigio e rosso, da cui il soprannome grigiorossi, richiamano una tradizione cittadina sobria ed elegante, oggi cifra identitaria unica nel panorama calcistico nazionale. Le prime decadi sono di assestamento fra i tornei regionali e interregionali, poi l’approdo alla Serie A a girone unico tra la fine degli anni ’20 e l’inizio dei ’30 certifica l’ingresso stabile nel calcio che conta, pur senza continuità.
Dopo la guerra la Cremonese oscilla fra Serie B e Serie C, coltivando un vivaio che diventerà fiore all’occhiello: da qui spiccherà il volo un giovanissimo Gianluca Vialli, emblema della scuola cremonese capace di coniugare tecnica e carattere. Tra gli anni ’80 e ’90 la guida di Emiliano Mondonico segna la fase più luminosa: promozioni, salvezze in massima serie, un’identità tattica reattiva e verticale. Il picco europeo arriva il 27 marzo 1993: a Wembley la Cremonese vince l’Anglo-Italian Cup battendo il Derby County, impresa che proietta il club in una dimensione internazionale e scolpisce la narrazione romantica dei grigiorossi tra le “outsider” di fascino del calcio italiano.
Dopo il triennio 1993–96 in Serie A, segue una lunga fase di saliscendi, con passaggi complessi fino alla risalita del 2016–17: vittoria del Girone A di Lega Pro all’ultima curva, ritorno in Serie B e progressiva ricostruzione societaria. La stagione 2021–22 suggella il progetto con una promozione diretta in Serie A, frutto di organizzazione, scouting mirato e un calcio propositivo per la categoria. L’annata successiva in massima serie è durissima per un gruppo giovane: pochissime vittorie in campionato, ma una Coppa Italia memorabile con due colpi esterni su Napoli e Roma e una semifinale che riaccende l’orgoglio cittadino e nazionale.
Negli anni recenti la Cremonese consolida l’immagine di club serio, con governance prudente e forte radicamento territoriale. Lo Stadio Giovanni Zini, intitolato al portiere caduto nella Grande Guerra, è più di un impianto: è memoria e identità, casa di una tifoseria calda ma leale. Il settore giovanile resta un asset strategico, così come una politica sportiva attenta al mix tra veterani di categoria e profili in crescita. Nel contesto della Serie B, il club si conferma tra quelli con ambizione di vertice, puntando a un calcio moderno: costruzione dal basso selettiva, ampiezza con i quinti, densità centrale senza rinunciare all’uno contro uno sugli esterni.
La domanda “club con respiro globale?” ha oggi una risposta sfaccettata: la Cremonese non è un brand planetario, ma possiede un capitale simbolico notevole — colori unici, Wembley ’93, la parabola di Vialli, la mistica dello Zini — che la rende riconoscibile ben oltre i confini lombardi. È una società che ha fatto dell’elasticità competitiva la propria cifra: cadere e rialzarsi, spesso con stile. Un modello “di provincia” che parla la lingua dell’eccellenza artigiana cremonese applicata al pallone: cura del dettaglio, pazienza, lungimiranza.
Honours
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- title: Anglo-Italian Cup
- years: 1993
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- title: Serie C/Lega Pro (vittorie di girone)
- years: 1936, 2017
Statistical Insights
Indicatori sintetici aggiornati entro i limiti di affidabilità (ultimo controllo 2025-08-23). Serie A 2022–23: stagione molto complicata in campionato (primissima vittoria solo nel girone di ritorno) ma percorso di Coppa Italia fino alla semifinale con eliminazioni eccellenti. Trend strutturali recenti in Serie B: squadra generalmente con differenza reti positiva, blocco difensivo compatto e produzione offensiva costante; fase di possesso orientata a risalita palla con esterni e inserimenti della mezzala creativa. Dati puntuali su win rate, gol fatti/subiti per gara e strisce record non disponibili con confidenza 30 giorni; ultimo aggiornamento 2025-08-23.
Key Players
Profili di riferimento recenti in categoria: 1) Massimo Coda (ATT): centravanti da doppia cifra stabile in Serie B, specialista di area e rigori, volume tiri elevato e buona protezione spalle alla porta. 2) Franco Vázquez (TREQ/MEZ): qualità tra le linee, rifinitura e gestione dei ritmi; contributo combinato gol+assist spesso in doppia cifra. 3) Luca Sernicola (TD/EST): ampiezza, cross e resistenza; utile sia a 4 sia a 5. 4) Michele Castagnetti (MED): regia bassa, lanci lunghi, calcio piazzato; alto volume di passaggi progressivi. 5) Paolo Ghiglione (TD/EST): spinta costante e buon metraggio sui traversoni. Nota: organico soggetto a variazioni di mercato; verifica su rosa attuale consigliata (ultimo controllo 2025-08-23).
Projection
Modello qualitativo DirettaSport24 su base rosa-tipo e trend recenti in Serie B: Cremonese profilo da parte alta della classifica con identità tattica definita. Probabilità implicite (non vincolate a calendario o mercato): promozione diretta 18–28%, promozione via playoff 25–35%, playoff 60–75%, metà classifica 15–25%, rischio retrocessione 3–8%. Fattori chiave: continuità realizzativa del 9, salute della linea difensiva, contributo in gol/assist dei quinti e della mezzala creativa. Variabili: conversione xG, impatto degli innesti e tenuta nelle gare a bassa varianza.
Trivia
• I grigiorossi: la combinazione grigio-rosso è tra le più peculiari in Italia. Il soprannome “grigiorossi” è identitario e rarissimo tra i club professionistici, immediatamente associabile a Cremona.
• Giovanni Zini: lo stadio porta il nome del portiere caduto nella Prima guerra mondiale. Lo Zini è un impianto che trasuda memoria sportiva e civile; per la tifoseria, ogni gara è anche un rito di comunità. La casa del club è stata spesso modernizzata rispettando l’impianto storico, testimonianza di un equilibrio raro fra tradizione e funzionalità.
• Wembley 1993: la vittoria dell’Anglo-Italian Cup contro il Derby County proietta la Cremonese nella storia romantica del calcio europeo. Quell’atto finale sintetizza un’epoca: squadra compatta, allenatore carismatico (Emiliano Mondonico), capacità di soffrire e colpire. Per un club italiano “di provincia”, alzare un trofeo internazionale in un tempio come Wembley è una fotografia indelebile.
• Il vivaio e Vialli: Gianluca Vialli, simbolo del calcio italiano, muove i primi passi nella Cremonese. La sua parabola è spesso citata come case study sulle filiere formative lombarde: scouting territoriale, didattica tecnica curata, opportunità competitive calibrate. In epoca diversa, anche Antonio Cabrini ha incrociato Cremona agli inizi, a ricordare come il club abbia saputo intercettare talenti destinati alla grande ribalta.
• Coppa Italia 2022–23: forse la pagina più sorprendente del recente passato. Cremonese corsara a Napoli (allora formazione dominante) e poi capace di espugnare l’Olimpico contro la Roma. Due imprese “da coppa” che risuonano nella memoria collettiva, oltre l’esito del campionato. Segnale potente: la squadra sa reggere ritmi emotivi altissimi e partite a eliminazione diretta.
• Derby e geografia delle rivalità: la posizione sul Po alimenta antiche ruggini sportive con Piacenza, mentre la prossimità lombarda incrocia storie con Brescia, Mantova e altre piazze storiche della B. Sono rivalità in gran parte civili, legate a storie industriali e identitarie del Nord.
• Scuderia tattica: nei cicli migliori la Cremonese ha spesso alternato 4-3-3 e 3-5-2, due strutture che valorizzano il suo doppio registro: transizione rapida e gestione posizionale. L’uso dell’ampiezza è ricorrente, con esterni incaricati di creare superiorità e attacco al secondo palo. La regia bassa (mediano-lanciatore) è un archetipo grigiorosso da anni.
• La cultura del “saper tornare”: la narrativa del club è fatta di cadute e ripartenze, senza isterie. Un capitale reputazionale che attrae giocatori in cerca di rilancio e allenatori pronti a costruire valore. La tifoseria, passionale ma competente, riconosce più il percorso che il singolo risultato e premia il lavoro ben fatto.
• Il segno di Mondonico: tecnico amatissimo in Italia, ha legato alla Cremonese una parte della sua epopea. Il suo nome evoca calcio umano, idee chiare e leadership gentile. A Cremona ha lasciato un’eredità tecnica e morale che spesso riaffiora nel modo in cui il club si racconta e gioca.
• Simboli cittadini e crest: nel logo compaiono le iniziali USC con riferimenti cromatici alla tradizione cittadina; non di rado la comunicazione del club richiama il Torrazzo, campanile iconico, e l’eccellenza liutaia cremonese. Un ponte fra sport e cultura materiale del territorio.
• Il peso delle piccole grandi cose: la gestione delle palle inattive, i dettagli nella prevenzione delle transizioni, la cura del recupero palla alto: da anni la Cremonese lavora molto su fasi codificate, tratti distintivi dei suoi periodi migliori in B. In un campionato competitivo e lungo, la somma di micro-vantaggi fa spesso la differenza.
• Un club “esportabile”: pur non essendo un brand globale, la Cremonese gode di simpatia internazionale tra appassionati di football heritage e groundhopping. Colori, stadio storico, narrativa da underdog e la cartolina di Wembley sono elementi che affascinano anche oltre i confini nazionali.
• Resilienza come marchio: poche società italiane hanno saputo costruire nel tempo una reputazione così coerente con i propri mezzi. La Cremonese raramente “fa rumore”, ma spesso lascia traccia: risale, compete, sorprende. È la cifra della provincia che sa fare calcio, senza rinunciare al gusto per l’estetica del gioco quando il materiale umano lo consente.