Crvena zvezda
Official Info
- Official Website: https://www.crvenazvezdafk.com
- League Website: https://www.superliga.rs
- Twitter: https://twitter.com/crvenazvezdafk
- Facebook: https://www.facebook.com/crvenazvezdafk
- Instagram: https://www.instagram.com/crvenazvezdafk
- YouTube: https://www.youtube.com/user/Crvenazvezdafk
Quick Facts
- Founded: 4 marzo 1945
- City: Belgrado (Beograd)
- Country: Serbia
- Founder: Ujedinjeni savez antifašističke omladine Srbije (USAOS) – Alleanza Unita della Gioventù Antifascista di Serbia
- Milestones: 1945: fondazione; 1951: primo titolo jugoslavo; 1963: inaugurazione dello stadio Marakana (oggi Rajko Mitić); 1979: finale di Coppa UEFA; 1991: Coppa dei Campioni vinta a Bari e Coppa Intercontinentale a Tokyo; 2006: nascita della SuperLiga serba; 2018: ritorno alla fase a gironi di Champions League e vittoria 2-0 sul Liverpool; 2018–oggi: ciclo di dominio domestico con scudetti consecutivi e frequenti gironi UEFA.
History
Il FK Crvena zvezda, noto globalmente come Red Star Belgrade, nasce il 4 marzo 1945 a Belgrado dall’iniziativa dell’USAOS, ereditando strutture e parte dell’identità calcistica del prebellico SK Jugoslavija. In pochi anni si impone come forza trainante del calcio jugoslavo: nel 1951 arriva il primo scudetto e nei decenni successivi il club stabilisce un duopolio con il Partizan, dando vita al Večiti derbi, una delle rivalità più incandescenti del continente. Gli anni Sessanta e Settanta consolidano la fama europea con generazioni d’oro guidate da fuoriclasse come Rajko Mitić e, più tardi, Dragan Džajić. Nel 1963 viene inaugurato lo stadio oggi intitolato a Rajko Mitić, soprannominato “Marakana” per la sua imponenza e il clima da bolgia, alimentato dalla passione delle Delije.
La parabola internazionale tocca l’apice nel 1991: la squadra di Ljupko Petrović, costruita con talento balcanico e personalità (Prosinečki, Savićević, Pančev, Mihajlović, Belodedici, Jugović), conquista la Coppa dei Campioni a Bari superando l’Olympique Marsiglia ai rigori. Qualche mese più tardi, a Tokyo, Red Star s’impone 3-0 sul Colo-Colo nella Coppa Intercontinentale, completando la doppietta che consegna il club alla leggenda. Quella vittoria chiude simbolicamente un’era: poco dopo, il contesto geopolitico muta e i campionati si riorganizzano lungo nuove frontiere statali.
Nel periodo della RF Jugoslavia e poi di Serbia e Montenegro, Crvena zvezda continua a collezionare titoli nazionali e coppe, alimentando una tradizione vincente che proseguirà anche nella SuperLiga serba (dal 2006). Dalla fine degli anni 2010, con una gestione più moderna tra scouting e valorizzazione, il club torna stabilmente in Europa, raggiungendo più volte i gironi di Champions ed Europa League. La vittoria sul Liverpool (2-0) nel 2018, firmata da Milan Pavkov, è l’istantanea del ritorno nell’élite, almeno per notti di grande calcio.
Il modello sportivo combina una forte identità serba con l’integrazione di profili internazionali, portando in rosa elementi di esperienza e prospettiva. La filosofia resta chiara: dominio domestico attraverso organizzazione e qualità, e massima visibilità in Europa per rafforzare il brand e i conti. Lo stadio Rajko Mitić rimane cuore pulsante: un catino dove tifo, coreografie e pressione ambientale trasformano molte partite in prove di carattere per chiunque. Con una bacheca che unisce grande tradizione jugoslava, continuità serba e un apice mondiale, Crvena zvezda è, a tutti gli effetti, un club di caratura globale, ponte tra memoria storica e ambizione contemporanea.
Honours
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- title: Coppa dei Campioni/UEFA Champions League
- years: 1991
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- title: Coppa Intercontinentale
- years: 1991
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- title: Campionato jugoslavo (Prva liga SFRJ)
- years: 1951, 1953, 1956, 1957, 1959, 1960, 1964, 1968, 1969, 1970, 1973, 1977, 1980, 1981, 1984, 1988, 1990, 1991, 1992
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- title: Campionato RF Jugoslavia/Serbia e Montenegro
- years: 1995, 2000, 2001, 2004, 2006
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- title: SuperLiga serba
- years: 2007, 2014, 2016, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023, 2024
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- title: Serbian Cup (Coppa di Serbia)
- years: 2021, 2022, 2023, 2024
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- title: Mitropa Cup
- years: 1958
Statistical Insights
Aggiornamento dati: entro 30 giorni dalla pubblicazione. Trend ultimi anni (competizioni ufficiali):
- Domestico (SuperLiga + playoff): tasso di vittoria tipico >80%; media gol segnati ~2.5–3.0 a partita; gol concessi ~0.5–0.7 a partita; differenziale xG domestico spesso >+1.5/90’.
- Strisce: frequenti serie di 10+ vittorie consecutive in campionato; rara la serie negativa oltre 2–3 gare senza vittorie. In Europa, impatto più selettivo: rendimento casalingo competitivo, fuori casa più discontinuo.
Nota: valori indicativi, basati su sintesi Transfermarkt/FBref/Soccerway. Verifica consigliata su stagione corrente.
Key Players
Top performer recenti (ultime stagioni ufficiali, dati indicativi):
- Cherif Ndiaye (Centravanti): riferimento offensivo, 20+ gol stagionali complessivi con alto tasso di conversione e presenza fisica in area.
- Aleksandar Katai (Ala/trequartista): leadership ed esperienza, doppia cifra tra gol+assist; incisivo su palla inattiva e in attacco posizionale.
- Hwang In-beom (Centrocampista): regia avanzata, alta precisione di passaggio, contribuisce a 10+ reti tra gol e assist; equilibrio tra costruzione e pressing.
- Mirko Ivanić (Mezzala/trequartista): inserimenti, ultimo passaggio, volumi creativi elevati; costante produzione G+A in doppia cifra.
- Omri Glazer (Portiere): clean sheet in doppia cifra su base stagionale; reattività sulla linea e buon gioco aereo.
Nota: rosa soggetta a movimenti di mercato; verificare aggiornamenti ufficiali.
Projection
Outlook stile quote (implied probabilities):
- Titolo SuperLiga: 75–85% (forza media/alta della rosa rispetto alla concorrenza domestica).
- Coppa nazionale: 55–65% (variabilità da calendario e rotazioni).
- Competizioni UEFA: 20–35% di superare la fase a gironi (dipende da sorteggio/elo e forma). Indicatore di successo: mantenere differenziale xG domestico >+1.5 e consolidare punti casalinghi in Europa.
- Giocatore chiave atteso: un finalizzatore da 20+ gol e un regista ad alto volume di passaggi progressivi.
Nota metodologica: stima costruita su dominance domestico storico recente, elo club e profondità della rosa.
Trivia
La storia del Crvena zvezda è un labirinto di simboli, passioni e svolte epiche. Il soprannome “Marakana” affibbiato allo stadio Rajko Mitić non è casuale: negli anni d’oro, il catino di Belgrado era capace di accogliere ben oltre 70.000 persone, un mare rosso capace di travolgere psicologicamente qualunque avversario. Le coreografie delle Delije, la tifoseria organizzata nata negli anni Ottanta, sono ormai iconiche in tutta Europa: bandiere, torce e murales creano un palcoscenico che unisce calcio e teatro popolare. Una notte simbolo? Il 6 novembre 2018: gironi di Champions, Liverpool campione d’Europa due stagioni dopo. Finisce 2-0 per i serbi, doppietta di Milan Pavkov, e il boato del Marakana torna a scuotere il continente.
Il 1991 è l’anno che definisce il DNA internazionale del club. A Bari, la finale di Coppa dei Campioni contro l’Olympique Marsiglia si gioca a scacchi. Red Star interpreta la partita con disciplina ferrea, neutralizzando Papin e compagni fino ai rigori. Il portiere-capitano Stevan Stojanović para il primo tentativo di Amoros; Darko Pančev chiude la serie: 5-3. Tokyo, qualche mese più tardi, completa l’opera. Contro il Colo-Colo finisce 3-0: doppietta di Vladimir Jugović e firma di Dejan Savićević, il “Genio”, che incanta il pubblico giapponese. Quella squadra, guidata da Ljupko Petrović, era un mix irripetibile di tecnica e carisma, alimentato da una scuola calcistica, quella jugoslava, che per decenni ha dettato legge sul piano del talento e della creatività.
Il Večiti derbi con il Partizan è la miccia che incendia la stagione. Derbi non è solo una partita: è una liturgia laica, un rito che condensa identità cittadina e orgoglio. Bandiere che raccontano storie, cori che attraversano le generazioni, scaramanzie e rituali. In molte edizioni, l’inerzia del titolo si è decisa proprio lì: una scivolata, una parata, un legno. Gli aneddoti si sprecano: allenatori che preferiscono il silenzio stampa per non alimentare la pressione, calciatori che dormono al centro sportivo la notte prima, dirigenti che scaramanticamente non cambiano percorso verso lo stadio.
Il club è anche un marchio culturale. Il logo con la stella rossa, a cinque punte, richiama le origini nel dopoguerra, ma è diventato, col tempo, un simbolo sportivo globale che trascende la politica. La rete di ex giocatori diventati ambasciatori del calcio nei grandi club europei è lunga: Dragan Džajić è leggenda assoluta; Siniša Mihajlović ha portato in Serie A una punizione “alla belgradese”; Robert Prosinečki e Dejan Savićević hanno scritto pagine memorabili anche fuori dai confini serbi. Darko Pančev, Scarpa d’Oro 1991, è l’emblema del “nove” di razza uscito dalla fucina Zvezda.
C’è poi un capitolo romantico nelle notti europee degli anni Settanta: nel 1973, Red Star elimina il Liverpool con due vittorie per 2-1, ispirando una riflessione tattica nella dirigenza inglese sulla necessità di impostare da dietro con maggiore coraggio. Piccoli semi che cambiano la storia. E ancora: negli archivi rimane la finale di Coppa UEFA del 1979 persa contro il Borussia Mönchengladbach, prova che il club era già allora stabilmente nell’élite continentale.
La cultura del settore giovanile è un tratto distintivo. L’attenzione per tecnica e personalità ha sfornato generazioni di calciatori pronti a migrare verso i maggiori campionati, senza perdere il legame con Belgrado. Il percorso recente, tra scouting mirato e valorizzazione, ha riportato in rosa profili internazionali ben integrati nel contesto locale. La strategia è chiara: presidio del mercato balcanico, scommesse su talenti extra-UE a basso costo relativo, e una forte identità tattica domestica per massimizzare i punti.
Infine, le cifre: il bilancio sportivo recente è di assoluta superiorità in patria, con record di punti e differenziali reti che svettano nel panorama europeo. Ma l’asticella resta l’Europa: trasformare il fattore Marakana in un valore aggiunto costante anche contro i colossi, consolidare la gestione del possesso e migliorare la transizione difensiva nelle gare esterne. È questa la traiettoria che potrebbe regalare nuove notti da ricordare, in perfetto stile Crvena zvezda: cuore caldo, testa fredda, ambizione senza complessi.