FC Dallas

Città
Frisco (area di Dallas–Fort Worth), Texas
Nazione
Sito Web
Fondata
1996
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1995 (come Dallas Burn); rinominato FC Dallas nel 2005
  • City: Frisco (area di Dallas–Fort Worth), Texas
  • Country: Stati Uniti
  • Founder: Hunt Sports Group (Lamar Hunt)
  • Milestones: 1996: stagione inaugurale MLS al Cotton Bowl. 1997: primo titolo, U.S. Open Cup. 2003–2004: parentesi a Southlake (Dragon Stadium). 2005: apertura dello stadio di proprietà a Frisco e rebrand in FC Dallas. 2010: prima finale MLS Cup (vicecampioni). 2016: doppietta Supporters’ Shield + U.S. Open Cup. 2018: inaugurato il National Soccer Hall of Fame a Toyota Stadium. 2022: Jesús Ferreira eguaglia il record di gol stagionale del club (18). 2024: ingaggio record del DP Petar Musa dal Benfica; cambio guida tecnica con Peter Luccin.

History

Nato nel 1995 come Dallas Burn, il club texano è una delle franchigie fondatrici della Major League Soccer, plasmata dalla visione di Lamar Hunt, pioniere del calcio USA e proprietario della Hunt Sports Group. Il debutto nel 1996, al Cotton Bowl di Dallas, inserì da subito la squadra in un contesto cittadino caldo e competitivo. Il primo acuto arrivò presto: nel 1997 i Burn sollevarono la U.S. Open Cup, preludio di un’identità che avrebbe sempre intrecciato pragmatismo e ambizione.
Nei primi anni Duemila la società attraversò momenti difficili, inclusa la controversa parentesi a Southlake (2003–2004), seguita però dalla svolta strategica: nel 2005 l’apertura dello stadio di proprietà a Frisco, oggi Toyota Stadium, e il rebrand in FC Dallas. Il trasferimento fu più di una mossa logistica: nacque un hub del calcio con campus giovanile e, dal 2018, il National Soccer Hall of Fame incastonato nel complesso. Una dichiarazione d’intenti: sviluppo del talento domestico e radicamento territoriale.
Sul piano sportivo, l’era FC Dallas ha alternato costanza e picchi d’eccellenza. Nel 2010 la squadra raggiunse la sua prima finale di MLS Cup, chiusa da vicecampione, al culmine di una storica striscia di imbattibilità in regular season che riscrisse i record del club. La stagione 2016 rappresenta tuttora l’apice: Supporters’ Shield (miglior record complessivo MLS) e seconda U.S. Open Cup nella stessa annata, segno di un equilibrio perfetto tra struttura difensiva, verticalità e cultura del lavoro.
In parallelo, FC Dallas è diventato sinonimo di academy. Il vivaio ha prodotto e lanciato nazionali USA e profili esportati in Europa: da Reggie Cannon a Bryan Reynolds, da Ricardo Pepi a Paxton Pomykal, fino a Jesús Ferreira, simbolo della generazione Homegrown divenuta colonna della prima squadra. Questa pipeline, sostenuta da una rete di campi e programmi di sviluppo tra le più avanzate negli Stati Uniti, ha reso il club un benchmark per l’intera MLS.
Negli ultimi anni, l’identità tecnico-tattica ha oscillato fra un calcio di transizione rapida e un possesso più misurato, a seconda degli allenatori. Dopo la gestione di Nico Estévez, la panchina è passata a Peter Luccin, chiamato a consolidare una squadra dal talento offensivo (Ferreira, Velasco) integrato con esperienza europea (Illarramendi) e investimenti mirati come il DP croato Petar Musa, prelevato dal Benfica. La proprietà resta alla famiglia Hunt, custode di una visione che unisce sostenibilità e competitività.
Oggi, FC Dallas è una realtà con respiro internazionale: recluta e cede giocatori sul mercato globale, attrae pubblico in uno stadio iconico che ospita il Pantheon del calcio USA e compete stabilmente per i playoff MLS. La missione? Trasformare il talento texano in risultati tangibili, senza snaturare la propria vocazione: crescere in casa, vendere bene, e restare protagonisti in una MLS che corre sempre più veloce.

Honours

    • title: Supporters’ Shield (miglior record MLS)
    • years: 2016
    • title: Lamar Hunt U.S. Open Cup
    • years: 1997, 2016
    • title: Western Conference (regular season)
    • years: 2006, 2015, 2016
    • title: MLS Cup (vicecampione)
    • years: 2010

Statistical Insights

Panorama recente (reg. season MLS: 2019–2023): win rate medio ~34.7%; gol segnati a partita ~1.37; gol subiti a partita ~1.23. Dati di dettaglio stagionali noti: 2019 (13-12-9; 1.59 GF/1.35 GA), 2020 (9-6-7; 1.27 GF/1.09 GA), 2021 (7-15-12; 1.38 GF/1.65 GA), 2022 (14-9-11; 1.41 GF/1.09 GA), 2023 (11-10-13; 1.21 GF/1.09 GA). Strisce: record imbattibilità club in regular season nel 2010 (serie più lunga, riferimento storico); peggior striscia di sconfitte: Unknown (ultimo agg.: 2024-10). Profilo casa/trasferta tipico MLS: rendimento domestico sensibilmente superiore (PPG casa > trasferta). Nota freschezza: dati aggregati aggiornati al 2024 e potranno variare con le stagioni successive.

Key Players

Jesús Ferreira (ATT) – Prodotto dell’academy e DP: 18 gol MLS nel 2022 (record stagionale del club eguagliato), doppia cifra gol+assist su più annate recenti; pressing e attacco della profondità. Petar Musa (ATT) – DP croato arrivato dal Benfica (fee record di club): prime stagioni MLS in doppia cifra realizzativa, riferimento d’area con buon xG/90. Alan Velasco (ALA/TQ) – DP argentino: rientrato dopo infortunio al ginocchio, creatività tra le linee, forte su palla inattiva; contributo atteso in chance created/90. Asier Illarramendi (MED) – Ex Real Sociedad/Real Madrid: regista con alta precisione di passaggio (~90% nelle sue migliori annate), equilibrio e gestione dei ritmi. Nkosi Tafari (DC) – Leader difensivo: forte nel duello aereo e nel posizionamento, riconoscimenti interni come difensore dell’anno del club. Maarten Paes (POR) – Guardiano affidabile dal 2022: stagione con clean sheet in doppia cifra nel triennio recente; riflessi e uscita bassa. Nota: alcuni conteggi specifici 2024–2025 sono Unknown (ultimo agg.: 2024-10).

Projection

Outlook analitico in stile quote: accesso playoff 58–64% (quota fair ~1.60–1.72), top-4 Ovest 20–25% (4.0–5.0), vittoria Western Conference 8–10% (~10.0–12.5), MLS Cup 4–6% (~16.7–25.0), U.S. Open Cup 7–9% (~11.0–14.3). Driver positivi: pipeline academy, asse Illarramendi–Ferreira, finalizzazione di Musa e ritorno al 100% di Velasco. Rischi: profondità difensiva, variabilità away e gestione degli infortuni. Range punti tipico da franchigia playoff, con margine di upside se l’attacco stabilizza xG>1.5/gara e la difesa resta <1.2 xGA/gara.

Trivia

• Il nome. Nato come Dallas Burn, omaggio evocativo a una squadra “di fuoco” negli anni pionieristici della MLS, il club ha scelto nel 2005 di riallinearsi ai canoni calcistici internazionali rebrandizzandosi in “FC Dallas”, mantenendo però un riferimento visivo al Texas con il toro nello stemma. Da qui anche il soprannome “Toros”, mentre “Hoops” richiama le storiche maglie a righe orizzontali.
• Casa e Hall of Fame. Toyota Stadium non è solo uno stadio: è un campus calcistico con decine di campi giovanili e, dal 2018, la sede del National Soccer Hall of Fame. Nessun altro club MLS ospita fisicamente il “pantheon” del calcio USA, dettaglio che rende una visita a Frisco un’esperienza da veri appassionati.
• La famiglia Hunt. Lamar Hunt è stato fra i padri della MLS e a lui è intitolata la U.S. Open Cup: una singolare coincidenza storica per un club che ha sollevato quel trofeo due volte (1997 e 2016). La famiglia Hunt gestisce anche i Kansas City Chiefs in NFL: expertise gestionale trasversale che ha contribuito alla stabilità di FC Dallas.
• L’Academy come fabbrica di talenti. Il club è diventato sinonimo di sviluppo giovanile: Homegrown come Jesús Ferreira, Paxton Pomykal e Brandon Servania, oltre a export prestigiosi quali Reggie Cannon e Bryan Reynolds (entrambi terzini destri approdati in Europa) e Ricardo Pepi, ceduto in Bundesliga con una fee record per un prodotto dell’academy. FC Dallas è spesso citato come “modello Bundesliga” della MLS: scopre, forma, valorizza, rivende.
• Rivalità e trofei “di frontiera”. Il “Texas Derby” contro Houston Dynamo mette in palio “El Capitán”, una replica di cannone della Guerra Civile: un trofeo che letteralmente spara la rivalità. Con l’ingresso di Austin FC, la contesa si è allargata a “Copa Tejas”, simbolo dell’egemonia calcistica nello Stato. Esiste anche la “Brimstone Cup” contro i Chicago Fire, un derby nato dal gioco di parole Burn–Fire: fuoco contro fuoco.
• La striscia che ha fatto scuola. Nel 2010, in regular season, FC Dallas mise insieme una lunghissima serie di gare senza sconfitta, fra le più estese dell’era MLS moderna. Quell’inerzia fu la premessa per correre fino alla finale di MLS Cup, una pietra miliare per la franchigia.
• Dalla maglia al marketing. Le divise “Hoops” hanno contribuito a definire un’identità estetica peculiare in MLS, con un tocco europeo nella denominazione “FC” e un immaginario texano nell’iconografia del toro. Il merchandising ha spesso strizzato l’occhio alla cultura locale, dai riferimenti al ranching ai colori patriottici.
• Porte girevoli con l’Europa. La politica del club ha favorito scambi di know-how: tecnici e giocatori europei hanno trovato in Frisco un contesto per ripartire o rilanciarsi (si pensi ad Asier Illarramendi), mentre il club non ha esitato a investire su un DP proveniente da un big club europeo come il Benfica, con l’arrivo del croato Petar Musa.
• Il mascotte e la community. “Tex Hooper”, il toro mascotte, è spesso protagonista di iniziative sociali che riflettono l’impegno del club nella comunità del North Texas: programmi scolastici, inclusione e progetti grassroots che legano la prima squadra al territorio.
• Un modello sostenibile. In un campionato sempre più competitivo, FC Dallas ha staccato il biglietto per la reputazione di club “sano”: investimento in infrastrutture, academy centrale, scouting mirato e gestione salariale oculata. Risultato: presenza frequente in zona playoff, plusvalenze regolari e una narrativa sportiva coerente con il DNA del club.

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