Japan

Città
Tokyo
Nazione
Sito Web
Fondata
1921
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1921 (fondazione JFA; prima gara internazionale ufficiale riconosciuta FIFA nel 1930)
  • City: Tokyo
  • Country: Giappone
  • Founder: Unknown (ultimo controllo 2025-08-24)
  • Milestones: - 1921: nasce la Japan Football Association (JFA)
    - 1930: prime gare ufficiali riconosciute (Far Eastern Championship Games)
    - 1936: “Miracolo di Berlino”, rimonta 3–2 alla Svezia ai Giochi Olimpici
    - 1950: ri-affiliazione a FIFA nel dopoguerra
    - 1992: primo titolo continentale (Coppa d’Asia AFC)
    - 1997: qualificazione storica a Francia ’98 (golden goal a Johor Bahru)
    - 1998: prima partecipazione ai Mondiali
    - 2002: co‑organizzatore della Coppa del Mondo con la Corea del Sud
    - 2011: quarto titolo continentale (record AFC)
    - 2018: ottavi di finale Mondiali; Fair Play Award FIFA
    - 2019: finale Coppa d’Asia (2º posto)
    - 2022: batte Germania e Spagna ai Mondiali, ottavi di finale

History

Il Giappone, conosciuto globalmente come Samurai Blue, è la nazionale che meglio incarna l’ascesa tecnica e culturale del calcio asiatico. Le radici istituzionali risalgono al 1921, con la fondazione della Japan Football Association (JFA) a Tokyo; nel 1930 arrivano le prime gare ufficiali riconosciute FIFA, mentre la pagina che introduce il Paese alla storia del calcio internazionale è del 1936: a Berlino, contro una Svezia favorita, i giapponesi ribaltano lo 0–2 e vincono 3–2 in un’epica rimonta rimasta come il “Miracolo di Berlino”.
Dopo la cesura del secondo conflitto mondiale e la ri‑affiliazione FIFA del 1950, il movimento giapponese si struttura progressivamente, fino alla grande accelerazione dagli anni Ottanta in poi, con la nascita della J.League all’inizio dei Novanta come volano di professionalizzazione, scouting e formazione. Il vero spartiacque internazionale è il 1992, quando la nazionale conquista a Hiroshima la sua prima Coppa d’Asia, aprendo un ciclo vincente che la porterà al record continentale di quattro titoli (1992, 2000, 2004, 2011). Nel 1997, a Johor Bahru, un golden goal contro l’Iran sblocca il tabù delle qualificazioni mondiali: Francia ’98 è il debutto, e da allora il Giappone non ha più mancato una fase finale, segno di continuità ad altissimo livello.
Il 2002 è l’anno simbolo della modernità calcistica nipponica: co‑organizzazione del Mondiale con la Corea del Sud, infrastrutture d’avanguardia e un’identità di gioco propositiva che, negli anni, si affina con tecnici di scuola europea e brasiliana (da Troussier a Zico, da Okada a Zaccheroni) e, più recentemente, con la linea interna guidata da Hajime Moriyasu. Nel 2011 arriva il quarto titolo continentale a Doha; nel 2019 la squadra raggiunge la finale della Coppa d’Asia, mentre ai Mondiali spesso tocca l’ottavo di finale, sfiorando i quarti in più occasioni (2010, 2018, 2022). Proprio in Qatar 2022, il Giappone firma due imprese che rimbalzano in tutto il pianeta: le vittorie in rimonta su Germania e Spagna, con primo posto nel girone prima dell’eliminazione ai rigori contro la Croazia.
Oggi la nazionale beneficia di una diaspora di talenti nei top campionati europei e di una filiera domestica efficiente, con scuole calcio e accademie integrate nel sistema JFA. Il DNA tecnico è riconoscibile: intensità senza palla, organizzazione collettiva, qualità tra le linee, ampiezza e transizioni rapide. La cultura del dettaglio e del rispetto – dentro e fuori dal campo – ha reso i Samurai Blue un brand globale, amato dai tifosi e rispettato dagli addetti ai lavori. In sintesi: un modello asiatico con standard europei, capace di coniugare disciplina e creatività. È a tutti gli effetti una nazionale a risonanza mondiale.

Honours

    • title: AFC Asian Cup (Coppa d’Asia)
    • years: 1992, 2000, 2004, 2011
    • title: EAFF E-1 Football Championship
    • years: 2013

Statistical Insights

Win rate complessivo, gol segnati/subiti per gara e strisce record sono in aggiornamento perché variano in base ai criteri di conteggio (solo gare A, amichevoli incluse/escluse). Stato: Unknown (ultimo controllo 2025-08-24).

Key Players

• Takefusa Kubo (ALA/trequartista, Real Sociedad): creatività tra le linee, 1v1, ultimo passaggio e soluzioni da fermo. Rifinitore chiave nel 4-2-3-1/4-3-3.
• Kaoru Mitoma (ALA sinistra, Brighton): conduzioni progressive e tagli dentro il campo; imprevedibilità negli isolamenti sull’esterno.
• Wataru Endo (Mediano, Liverpool): equilibrio, schermature e leadership. Punto di riferimento nelle fasi di non possesso e nel recupero alto.
• Takehiro Tomiyasu (Difensore, Arsenal): polivalenza (terzino/centrale), letture preventive, duelli aerei e qualità in uscita.
• Ritsu Doan (Esterno/trequartista, Freiburg): attacco della mezzaluna, tiri a rientrare e pressione avanzata; jolly offensivo in grado di cambiare ritmo.
• Ko Itakura (Difensore centrale, Borussia Mönchengladbach): tempismo sull’anticipo, pericoloso sui piazzati, affidabilità nelle marcature ibride.

Projection

Profilo Elo e ranking FIFA collocano regolarmente il Giappone tra le prime due potenze AFC. Modello di forza: difesa compatta, ampiezza offensiva, pipeline di talento europeo. Proiezione betting-style (range stabili):
- Qualificazione a una fase finale Mondiale: 90–97% (favorita del girone AFC in quasi tutti gli scenari)
- Passaggio ai gironi come testa di serie/seconda fascia: 65–75%
- Raggiungere gli ottavi: 55–65%
- Raggiungere i quarti: 25–35%
- Vincere la Coppa d’Asia in una futura edizione: 20–28% per torneo (co-favorita con Iran/Corea)
- Media gol attesi pro/contro tipica del ciclo recente: attacco sopra media AFC, difesa top-3 confederazione. Variabilità bassa contro avversari AFC, più alta contro top UEFA/CONMEBOL.

Trivia

• Identità e colori: il soprannome Samurai Blue fonde tradizione e modernità. Il blu, fissato definitivamente dagli anni Sessanta, si è imposto come cifra stilistica e mediatica, al punto da diventare un vero brand. La rappresentazione grafica minimal e i font della JFA hanno anticipato tendenze poi diffuse globalmente.
• “Miracolo di Berlino” (1936): contro la Svezia, il Giappone firma una rimonta storica da 0–2 a 3–2 ai Giochi Olimpici. È il primo grande colpo internazionale e un riferimento identitario ricorrente nella narrazione sportiva nipponica.
• Agonia e riscatto: nel 1993, nelle qualificazioni a USA ’94, il pareggio subito al 90’ contro l’Iraq passa alla storia come la “Tragedia di Doha”. Quel trauma diventa benzina per la generazione che nel 1997, a Johor Bahru, piega l’Iran con un golden goal e inaugura la striscia di partecipazioni mondiali iniziata nel 1998.
• Record continentali: con quattro Coppe d’Asia (1992, 2000, 2004, 2011), il Giappone detiene il primato all-time del torneo. Nel 2001, in Confederations Cup da co‑organizzatore, arriva fino alla finale (persa di misura contro la Francia), segnale di competitività fuori dall’Asia.
• Maestri e scuole: Philippe Troussier plasma il blocco che vince la Coppa d’Asia 2000; Zico, icona globale, guida il trionfo del 2004; Alberto Zaccheroni orchestra il quarto titolo nel 2011, con organizzazione e transizioni modello. Con Hajime Moriyasu, la nazionale consolida un’identità “double phase”: pressing alto e compattezza bassa, ampiezza costante con ali tecniche.
• 2010–2022: la soglia dei quarti sfiorata più volte: sotto Takeshi Okada nel 2010 (ko ai rigori con il Paraguay), nel 2018 (vantaggio di due gol sul Belgio, poi rimonta) e nel 2022, quando il Giappone doma Germania e Spagna con piani partita di altissima qualità tattica, chiudendo primo nel girone prima dell’uscita ai rigori con la Croazia.
• Campioni di Fair Play: iconico il comportamento dei tifosi giapponesi che ripuliscono gli spalti e dei giocatori che lasciano gli spogliatoi in ordine impeccabile con biglietti di ringraziamento. Nel 2018 arriva anche il FIFA Fair Play Award, a suggello di una cultura sportiva esemplare.
• Numeri storici: il primatista di presenze è Yasuhito Endo (oltre 150 caps), playmaker che ha unito durata e intelligenza tattica. Il miglior marcatore all-time è Kunishige Kamamoto (75 gol), centravanti simbolo di un’epoca e ancora oggi riferimento statistico. Dietro di lui, una generazione moderna ricca di attaccanti versatili (da Shinji Okazaki a Takuma Asano) testimonia la trasformazione del reparto.
• J.League e diaspora: il campionato domestico è stato volano di crescita infrastrutturale e tecnica. L’export verso l’Europa – dalle Big 5 ai tornei di sviluppo – ha creato un ponte competitivo che consente oggi al CT di selezionare calciatori abituati a ritmi e modelli tattici di alto livello.
• Stadi di casa: Saitama Stadium 2002 e il Japan National Stadium di Tokyo sono le “case” più iconiche. Atmosfere ordinate ma appassionate, scenografie sobrie e grande attenzione al dettaglio organizzativo sono parte integrante della “firma” Samurai Blue.
• Filosofia: rigore, sincronismi, gestione degli spazi. Il Giappone eccelle nelle rotazioni tra terzini e mezzali, nella riaggressione immediata e nelle letture preventive dei centrali. Le ali, tecniche e rapide, aprono il campo; la catena sinistra, storicamente, è uno dei punti forti. Il tutto sostenuto da preparazione atletica e cura del gesto tecnico che fanno scuola.
• Cultura pop e impatto: dalla grafica delle maglie alle collaborazioni con manga e brand globali, l’immaginario Samurai Blue viaggia oltre il campo. È una nazionale che “fa tendenza”, capace di unire radici e innovazione, con un seguito internazionale crescente e un’offerta mediatica in più lingue attraverso JFATV e i canali social ufficiali.

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