Juve Stabia
Official Info
- Official Website: https://www.ssjuvestabia.it
- League Website: https://www.legab.it
Quick Facts
- Founded: 1907 (origini come Stabia Sporting Club; rifondazioni successive 1953, 2002–2003)
- City: Castellammare di Stabia (NA)
- Country: Italia
- Founder: Unknown (verificato il 2025-08-23)
- Milestones: - 1907: nasce lo Stabia Sporting Club.
- 1933: prima cessazione delle attività per difficoltà economiche.
- 1939–45: fase Juventus Stabia/Juve Stabia nel secondo dopoguerra.
- 1953: nuova crisi societaria e ripartenza.
- 2001: fallimento del titolo sportivo dell’allora società.
- 2002–2003: rinasce come Comprensorio Stabia, poi rinomina in S.S. Juve Stabia.
- 2010–11: vittoria Coppa Italia Lega Pro e promozione in Serie B tramite playoff.
- 2011–12: ritorno in Serie B con stagione di rilievo (Sau mattatore).
- 2018–19: vittoria del Girone C di Serie C e promozione in Serie B.
- 2023–24: vittoria del Girone C di Serie C e nuova promozione in Serie B.
History
La storia della S.S. Juve Stabia è una narrativa tutta italiana di passione popolare, resilienza e rinascite. Le origini risalgono al 1907, quando a Castellammare di Stabia nasce lo Stabia Sporting Club, una delle realtà calcistiche più antiche del Sud. I colori gialloblù, diventati iconici, accompagnano fin da subito il legame viscerale con la città e il territorio stabiese. La prima parte del Novecento è segnata da entusiasmi e difficoltà economiche, fino alla cessazione delle attività nel 1933. Nel secondo dopoguerra la tradizione rinasce con la denominazione Juventus Stabia/Juve Stabia, a sottolineare l’ambizione di una piazza che vuole misurarsi stabilmente nei campionati nazionali.
Gli anni Cinquanta e Sessanta alternano slanci sportivi e nuove crisi, con un’altra ripartenza dopo il 1953. La tifoseria, soprannominata “le Vespe” come la squadra, diventa il vero motore: cori, striscioni, trasferte e una Curva capace di stringersi intorno al club nei momenti più bui. Il Romeo Menti – stadio intitolato al compianto attaccante, eroe del Grande Torino – diventa la casa della comunità calcistica stabiese.
Il cambio di secolo porta l’ennesimo scossone: il fallimento del 2001 costringe a ricominciare. Ma Castellammare non molla. Tra 2002 e 2003 si riparte come Comprensorio Stabia, quindi la ragione sociale torna S.S. Juve Stabia. È l’avvio di un ciclo che, con programmazione e idee, porterà risultati tangibili. La stagione 2010–11 è spartiacque: la squadra conquista la Coppa Italia di Lega Pro e, attraverso i playoff, centra una promozione che mancava da decenni. In Serie B, nel 2011–12, il club si fa rispettare con un calcio propositivo e un bomber come Marco Sau capace di firmare una stagione memorabile.
Dopo la parentesi cadetta arrivano nuove onde: retrocessioni e ripartenze, senza mai spegnere la fiamma. Nel 2018–19 le Vespe trionfano nel Girone C di Serie C, tornando in Serie B da campionesse. Il nuovo ciclo conferma la vocazione: lottare, risalire, sorprendere. Il 2023–24 ribadisce il DNA competitivo con un’altra vittoria del Girone C e una difesa d’acciaio. Il marchio Juve Stabia è oggi sinonimo di progetto sostenibile, scouting mirato e allenatori capaci di valorizzare giovani e profili in cerca di rilancio.
Pur non avendo la portata di un brand globale, la Juve Stabia rappresenta un caso emblematico di radicamento territoriale, resilienza economico-sportiva e identità forte: una realtà che vive di cicli, ma che quando si accende, punge, eccome se punge. Le Vespe restano una presenza riconoscibile nel calcio italiano, tra tradizione, calore di piazza e una certa attitudine a sfidare i pronostici.
Honours
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- title: Serie C (Girone C)
- years: 2019, 2024
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- title: Coppa Italia Serie C (Lega Pro)
- years: 2011
Statistical Insights
Profilo recente fortemente difensivo: nella stagione di promozione dalla Serie C (Girone C) la Juve Stabia ha chiuso con la miglior difesa del raggruppamento e un rapporto gol subiti per partita intorno a 0,5; produzione offensiva essenziale ma efficace (circa 1,3–1,5 gol segnati a gara). Tasso di vittorie in campionato nell’ordine del 55–60%, con una lunga serie utile in doppia cifra e poche sconfitte complessive nell’intero torneo. In casa, rendimento da capolista (media punti molto alta), con capacità di gestione del vantaggio e numerosi clean sheet; fuori casa, squadra compatta e pragmatica, con pareggi “pesanti” e successi maturati su episodi e piazzati. Punti deboli: fasi di sterilità offensiva in alcuni tratti e difficoltà nel ribaltare il risultato quando subisce il primo gol. Nota: stime derivate da dati incrociati Transfermarkt/Soccerway/FBref; dettagli di gara puntuali non completamente disponibili, ultimo controllo 2025-08-23.
Key Players
Unknown: rosa e gerarchie aggiornate in vista del campionato successivo alla promozione; ultimi dati di dettaglio non completi al 2025-08-23. Indicazioni qualitative: struttura difensiva solida (centrali fisici e terzini di spinta), mediana di corsa con un play in grado di alzare il primo passaggio, terminale offensivo capace di attaccare profondità e palla inattiva come arma ricorrente.
Projection
Outlook analitico in stile quote: salvezza diretta ~45–55% (quota implicita 1.80–2.20 in doppia chance salvezza), play-out ~20–25% (4.00–5.00), metà classifica/comfort zone ~20–25% (4.00–5.00), zona playoff ~10–15% (6.50–10.00). Modello basato su tre fattori: 1) continuità tecnico-tattica post-promozione; 2) mercato (profondità e qualità dell’XI titolare); 3) metriche difensive sostenibili al livello superiore. Se la difesa resta top-quartile per expected goals concessi e la panchina garantisce minutaggi distribuiti, la permanenza risulta outcome più probabile. Variabili chiave: rendimento al Romeo Menti, disciplina (cartellini) e conversione sui piazzati.
Trivia
• Le Vespe: il soprannome di squadra e tifosi è tra i più azzeccati del calcio italiano. Non è solo un riferimento cromatico (giallo e blu con inserti neri), ma descrive lo stile: rapido, pungente, capace di colpire in ripartenza e sulle palle inattive. L’insetto è stato spesso stilizzato anche nello stemma societario.
• Romeo Menti, casa e simbolo: lo stadio prende il nome dall’attaccante del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga. Una dedica che racconta il rispetto profondo della città per la storia del nostro calcio. Il Menti, tradizionalmente attorno ai 12.000 posti, è un catino caldo: la vicinanza del pubblico al campo e l’acustica della Curva rendono complicata la vita a molte avversarie.
• Rinascite infinite: poche piazze hanno attraversato con la stessa fierezza fasi tanto dure. Dal primo stop nel 1933 al fallimento di inizio Duemila, la Juve Stabia ha più volte riscritto il proprio destino. La rinascita come Comprensorio Stabia e il ritorno alla denominazione storica dimostrano una governance locale capace di compattarsi attorno al bene comune.
• 2010–11, la svolta: l’annata della Coppa Italia di Lega Pro è ricordata come l’inizio del “nuovo corso”. Oltre al trofeo, arrivò la promozione in Serie B tramite playoff, con una squadra verticale e aggressiva, capace di reggere i ritmi nei momenti caldi. Fu il biglietto da visita per il decennio successivo.
• Marco Sau, stagione d’autore: l’attaccante sardo, prestito di lusso, firmò una stagione da protagonista in Serie B con la maglia gialloblù, diventando idolo dei tifosi e lasciando un’eredità tecnica importante: attacco della profondità, tempi di smarcamento, freddezza sotto porta. Non il capocannoniere del campionato, ma un riferimento nella memoria collettiva stabiese.
• La fabbrica dei rilanci: la Juve Stabia spesso ha valorizzato giocatori bisognosi di rilancio o giovani in rampa di lancio, trasformando il Menti in vetrina. È una strategia identitaria: scouting su profili motivati, minutaggi distribuiti e staff tecnico focalizzato su crescita e dettagli, soprattutto in fase difensiva.
• Derby e geografia emotiva: la mappa delle rivalità dice molto della storia gialloblù. Dalla provincia (Sorrento, Nocerina, Casertana) ai contesti regionali più ampi (Salernitana, Avellino, Benevento), fino a incroci accesi con Turris. Partite che travalicano la classifica e raccontano il sentimento del territorio.
• Città di bomber: Castellammare di Stabia ha dato i natali a campioni come Fabio Quagliarella. Anche quando il legame con la maglia non è diretto, la visibilità dei “figli della città” ha contribuito a proiettare il nome di Castellammare e delle Vespe oltre i confini provinciali.
• Estetica gialloblù: nel corso degli anni la maglia ha visto declinazioni con righe più o meno larghe, colli a V o polo, inserti navy e dettagli dorati. Ma l’identità non è mai cambiata: giallo dominante, blu a contrasto e lo stemma con riferimenti alla Vespa e alla città.
• Cultura del dettaglio: molte stagioni positive sono state costruite su particolari spesso poco raccontati: la cura delle palle inattive (sia a favore che contro), l’uso accorto delle rotazioni per mantenere brillantezza, la capacità di “far partita” anche con budget inferiori. Un club che ha fatto dell’efficienza la propria cifra.
• L’equilibrio come valore: le migliori Juve Stabia degli ultimi anni hanno condiviso un mantra tattico: baricentro medio, linee strette, aggressioni mirate, pressing a ondate e transizioni fulminee. Non necessariamente spettacolo pirotecnico, ma efficacia. Un pragmatismo che, nelle categorie professionistiche italiane, fa la differenza.
• Il pubblico come differenziale: la spinta del Menti ha prodotto rimonte, vittorie di prestigio e salvezze pesanti. Per molti avversari, giocare a Castellammare significa affrontare non solo undici in campo, ma una comunità intera. È qui che il concetto di “club identitario” trova la sua massima espressione.