Morocco
Official Info
- Official Website: https://www.frmf.ma
- League Website: https://www.cafonline.com/member-associations/mar/
- Twitter: https://twitter.com/FRMFOFFICIEL
- Facebook: https://www.facebook.com/FRMF.Officiel
- Instagram: https://www.instagram.com/equipedumaroc/
Quick Facts
- Founded: 1955 (FRMF; prima gara ufficiale 1957)
- City: Rabat
- Country: Marocco
- Founder: Unknown (aggiornamento: 2025-08-24)
- Milestones: - 1955: nasce la FRMF; 1960: affiliazione FIFA; fine anni '50: prime gare ufficiali CAF
- 1970: prima qualificazione ai Mondiali; primo pareggio africano in Coppa del Mondo (1-1 vs Bulgaria)
- 1976: unica Coppa d’Africa vinta (girone finale a 4)
- 1986: prima nazionale africana a vincere un girone ai Mondiali e a raggiungere gli ottavi (Messico ’86)
- 1998: Mondiali di Francia, uscita amara nonostante un calcio brillante
- 2012: vittoria Arab Nations Cup
- 2018: ritorno ai Mondiali dopo 20 anni
- 2022: semifinale Mondiale, prima selezione africana e araba di sempre
History
Il Marocco calcistico nasce istituzionalmente nel 1955 con la creazione della Fédération Royale Marocaine de Football (FRMF), all’indomani dell’indipendenza. L’affiliazione alla FIFA arriva nel 1960, mentre l’ingresso nel calcio africano organizzato coincide con i primi impegni CAF alla fine degli anni Cinquanta. La nazionale, presto ribattezzata Leoni dell’Atlante, costruisce identità e tifo attingendo a una tradizione tecnica elegante e a una diaspora di talenti formatisi in Europa.
Negli anni Settanta il Marocco mette le basi del proprio prestigio. Al Mondiale 1970 firma un 1-1 con la Bulgaria: è il primo pareggio africano in Coppa del Mondo. Nel 1976, in Etiopia, arriva l’unico titolo continentale: Coppa d’Africa vinta in un girone finale contro Egitto, Guinea e Nigeria, con Ahmed Faras (Pallone d’Oro africano 1975) simbolo generazionale. Il titolo legittima il Marocco tra le potenze del continente.
L’apice di riconoscibilità planetaria arriva a Messico ’86: guidati dal brasiliano José Faria, i Leoni diventano la prima nazionale africana a vincere un girone mondiale, pareggiando con Polonia ed Inghilterra e battendo 3-1 il Portogallo. Agli ottavi, solo una punizione di Lothar Matthäus nel finale spezza il sogno contro la Germania Ovest. Gli anni Novanta oscillano tra talento e rimpianti: a Francia ’98, con Mustapha Hadji (giocatore africano dell’anno) e il 3-0 alla Scozia, l’eliminazione maturata per il contemporaneo rigore con cui la Norvegia batte il Brasile resta nella memoria collettiva.
Il nuovo millennio regala un’altra grande corsa: CAN 2004, finale persa con la Tunisia ma consacrazione di una generazione guidata da Badou Zaki in panchina e da profili come Naybet, Safri e Chamakh. Nel decennio successivo il Marocco investe su centri federali, scouting di diaspora e staff moderni. La vittoria all’Arab Nations Cup 2012 e i successi al CHAN (2018 e 2020) certificano profondità del movimento e qualità domestica.
Il punto di svolta recente è il 2022: Walid Regragui richiama in gruppo profili chiave come Ziyech e Mazraoui e orchestra un 4-3-3/4-1-4-1 compatto, verticale, feroce nelle transizioni. Ai Mondiali in Qatar i Leoni firmano l’impresa storica: primi africani e arabi in semifinale, con clean sheet contro Croazia, Belgio, Spagna e Portogallo, l’iconica Panenka di Hakimi a chiudere la lotteria con la Roja e il colpo di testa di En-Nesyri a far fuori CR7 e compagni. Il percorso si ferma con la Francia e poi nella ‘finalina’ contro la Croazia, ma il Marocco esce da protagonista assoluto, riportando l’Africa al tavolo delle grandi.
Oggi i Leoni dell’Atlante sono una nazionale di respiro globale: mixano formazione europea (Hakimi, Amrabat, Ziyech, Mazraoui, Ounahi) e identità locale, alternano Rabat, Casablanca e Tangeri come fortezze interne, hanno un pubblico transnazionale che trasforma ogni trasferta in un mezzo ‘home game’. Con infrastrutture in crescita e la prospettiva di ospitare una Coppa del Mondo in co-organizzazione, il Marocco resta una potenza africana stabilmente nel radar élite del calcio mondiale.
Honours
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- title: Coppa d’Africa (AFCON) - Campioni
- years: 1976
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- title: Coppa d’Africa (AFCON) - Finalisti
- years: 2004
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- title: Coppa d’Africa (AFCON) - Terzo posto
- years: 1980
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- title: Coppa d’Africa (AFCON) - Quarto posto
- years: 1986
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- title: FIFA World Cup - Semifinalisti (miglior risultato)
- years: 2022
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- title: African Nations Championship (CHAN) - Campioni
- years: 2018, 2020
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- title: Arab Nations Cup - Campioni
- years: 2012
Statistical Insights
Mondiali FIFA: 23 gare complessive, record W-D-L 5-7-11; migliore piazzamento semifinali (2022). Qatar 2022: 7 partite, 3 vittorie, 2 pareggi (Spagna ai rigori), 2 sconfitte, gol 6-5, 4 clean sheet. Primato continentale: prima nazionale africana e araba in semifinale e prima africana a vincere un girone mondiale (1986 e poi 2022). Miglior ranking FIFA storico: 11º posto (fonte FIFA). Media gol 2022: 0,86 fatti e 0,71 subiti a gara; striscia utile al Mondiale 2022: 5 partite senza sconfitte dall’esordio alla semifinale. Altre metriche aggregate recenti (win rate complessivo, Gf/Gs per ciclo quadriennale): Unknown (aggiornamento: 2025-08-24).
Key Players
- Achraf Hakimi (TD): terzino totale, volume offensivo élite, decisivo dal dischetto (Panenka vs Spagna). Valore aggiunto su palla inattiva e progressioni palla al piede.
- Yassine Bounou ‘Bono’ (POR): leadership glaciale, due rigori parati alla Spagna, letture alte nella difesa dell’area e gioco coi piedi affidabile.
- Sofyan Amrabat (CC): frangiflutti e regia bassa, top per duelli vinti e recuperi; ritmo e coperture consentono ai creativi di alzare il baricentro.
- Hakim Ziyech (AD): creatività e strappi, rifinitore primario su cross e cambi gioco; gol pesanti e carisma nei momenti caldi.
- Youssef En-Nesyri (PC): attaccante verticale, dominante in elevazione; gol a Canada e Portogallo al Mondiale, pressione alta da manuale.
- Azzedine Ounahi (CC): mezzala press-resistente, guida tecnicamente la risalita con conduzioni e dribbling tra le linee.
Projection
Outlook competitivo da top CAF: probabilità di qualificazione alla prossima Coppa del Mondo molto alta (0,90–0,95). In contesto continentale, chance titolo AFCON stimate 0,15–0,22, con baseline da semifinali (0,45). In un torneo mondiale, profilo da squadra ‘bracket buster’: quarti 0,28, semifinali 0,12, corsa al titolo 0,04. Modello qualitativo basato su: profondità roster, continuità tecnica con Regragui, prime linee in club d’élite, coorte difensiva d’acciaio (Bounou, Hakimi, Aguerd, Mazraoui) e playmaking distribuito (Amrabat-Ounahi-Ziyech). Variabili: forma dei leader, conversione offensiva (xG->gol), gestione infortuni, efficacia su palla inattiva. In sintesi: Marocco tra le tre candidate principali in Africa e mina vagante a livello globale.
Trivia
• Soprannome e identità: ‘Leoni dell’Atlante’ è un marchio che racconta geografia, orgoglio e intensità. I colori sociali – rosso e verde – ricalcano la bandiera nazionale; lo stemma della FRMF intreccia la stella di Maometto e la corona reale, a rimarcare il legame istituzionale.
• 1976, l’unico titolo: l’AFCON vinta in Etiopia si decide con un girone finale a quattro. Il Marocco completa la cavalcata grazie a equilibrio tattico e colpi dei leader: Ahmed Faras, già coronato miglior calciatore africano da France Football nel 1975, resta l’icona di quella generazione. La formula, oggi inusuale, amplifica l’epica di un trionfo maturo, senza finalissima secca.
• Messico ’86, la svolta: contro pronostico, i Leoni pareggiano con Polonia e Inghilterra e abbattono il Portogallo con un 3-1 scolpito nella storia. Sono la prima africana a vincere un girone mondiale e a raggiungere gli ottavi in un format moderno. Agli ottavi, Lothar Matthäus segna su punizione al 88’: sliding doors di un torneo che poteva scrivere un’altra storia.
• Francia ’98, bellezza e beffa: il 3-0 alla Scozia con la stella Mustapha Hadji, poi eletto giocatore africano dell’anno, sembra spalancare gli ottavi. Ma la contemporanea vittoria della Norvegia sul Brasile condanna il Marocco: un epilogo agrodolce che alimenta la narrativa del ‘bel gioco’ non sempre premiato.
• Arab Cup 2012: una selezione a forte trazione domestica domina il torneo e batte la Libia in finale. È uno dei segnali di profondità del movimento, che troverà conferme al CHAN (titolo 2018 e bis 2020: i Leoni sono la prima nazionale a difendere quel trofeo).
• Russia 2018, il ritorno: dopo 20 anni di assenza dai Mondiali, il Marocco rientra a pieni giri. La squadra di Hervé Renard gioca bene, ma un’autorete al 95’ con l’Iran e il minimo scarto col Portogallo la penalizzano; il 2-2 con la Spagna mostra però statura competitiva e personalità.
• Qatar 2022, l’impresa: Walid Regragui richiama Ziyech e Mazraoui e compatta un gruppo verticale e feroce. Nel girone: 0-0 con la Croazia, 2-0 al Belgio, 2-1 al Canada. Agli ottavi, Yassine Bounou ipnotizza la Spagna ai rigori, chiusi dalla Panenka di Hakimi. Ai quarti, En-Nesyri sale in cielo e abbatte il Portogallo. È semifinale, un primato assoluto per Africa e mondo arabo. Nota statistica: fino alla semifinale i Leoni avevano subito solo un autogol, quello con il Canada. La scalata termina contro la Francia, poi nella finale per il terzo posto contro la Croazia, ma resta un percorso dirompente, capace di ridefinire la percezione del calcio africano.
• Rivalità e derby del Maghreb: Algeria e Tunisia sono avversarie storiche, con sfide spesso tese, cornici incandescenti e un bilancio storicamente favorevole ai Leoni contro i tunisini e molto equilibrato con i Fennecs algerini. L’Egitto è un altro classico africano: serie lunghissima di incroci che ha forgiato una rivalità calcistica di alto livello.
• Leggende e record: tra i bomber storici spicca Ahmed Faras; tra i grandi difensori, Noureddine Naybet, leader in campo e nello spogliatoio per oltre un decennio. Abdelmajid Dolmy è nome totemico per presenze e longevità, mentre Badou Zaki – Pallone d’Oro africano 1986 – ha segnato l’immaginario tra i pali e poi in panchina. L’ultima grande ondata porta con sé talenti globali cresciuti in Europa: Hakimi (Spagna/Francia), Amrabat e Ziyech (Paesi Bassi), Mazraoui (Paesi Bassi), Saïss (Francia), Bounou nato a Montréal – una diaspora che arricchisce il gioco e allarga la fanbase nel mondo.
• Stadi e tifo: il Marocco alterna il Complexe Prince Moulay Abdellah di Rabat, il Mohammed V di Casablanca e l’Ibn Battuta di Tangeri. Le curve sono veri motori emotivi e, anche in trasferta, la comunità marocchina crea spesso un ‘effetto casa’. La passione si lega a una spiccata cultura tattica: difesa stretta, ripartenze affilate, transizioni orchestrate.
• Ospitalità globale: il Paese ha investito in infrastrutture e ha ricevuto l’investitura per co-ospitare un Mondiale insieme all’Europa iberica. È il sigillo su un progetto che dal campo è risalito alle istituzioni. Un segnale che i Leoni dell’Atlante sono, senza retorica, una nazionale di statura internazionale.
• Curiosità kit: rosso primario, verde secondario, bianco come terza maglia frequente. Le edizioni speciali celebrano spesso calligrafia araba e motivi geometrici marocchini, ponte ideale tra tradizione e modernità.