Piacenza

Città
Piacenza (Emilia-Romagna)
Nazione
Sito Web
Fondata
1919
Stadio

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1919
  • City: Piacenza (Emilia-Romagna)
  • Country: Italia
  • Founder: Unknown
  • Milestones: - 1919: fondazione.
    - Anni ’90: prima storica promozione in Serie A (1993) e affermazione stabile tra Serie A e B.
    - 2001–02: Dario Hübner capocannoniere di Serie A con il Piacenza (24 gol).
    - 2012: fallimento del vecchio titolo sportivo e rifondazione (inizialmente come Lupa Piacenza, poi riassunzione del nome Piacenza Calcio 1919).
    - 2015–16: vittoria della Serie D e ritorno tra i professionisti.
    - Presenza complessiva in Serie A: 8 stagioni.

History

Il Piacenza Calcio nasce nel 1919 in una città di confine tra la Lombardia e l’Emilia, dove il Po segna tradizionalmente il ritmo di scambi, lavoro e – da oltre un secolo – anche di pallone. I colori sociali biancorossi raccontano un’identità lineare, diretta, quasi operaia: una squadra che nel tempo ha saputo costruirsi rispetto e credibilità con programmazione, vivaio e scelte tecniche coraggiose. Per decenni il club naviga tra i tornei locali e la Serie C, fino a scalare davvero i ranghi tra anni ’80 e ’90. Il salto epocale arriva nel 1993: il Piacenza festeggia la prima, storica promozione in Serie A. È l’inizio dell’età d’oro. Sotto la guida di tecnici pragmatici e preparati (su tutti Luigi Cagni), i biancorossi diventano un caso italiano: una neopromossa che gioca a viso aperto, che punta su italiani e su un mix di gioventù e leadership esperta.

Il club si distingue infatti per una scelta identitaria: nella stagione d’esordio in A schiera un organico interamente italiano, una rarità diventata un tratto distintivo della narrazione piacentina. Nel frattempo il vivaio e la rete di scouting fanno il resto: a Piacenza sbocciano talenti che segneranno un’epoca del calcio italiano, come i fratelli Inzaghi (con Filippo che si mette in vetrina proprio in biancorosso) e un giovanissimo Alberto Gilardino, che muove qui i primi passi tra i professionisti. La squadra alterna salvezze di sostanza a retrocessioni indolori e immediate risalite, consolidando un totale di otto stagioni nella massima serie tra metà anni ’90 e primi Duemila.

La pagina più iconica arriva nel 2001–02: Dario Hübner, centravanti di provincia con fiuto da grande bomber, si prende il titolo di capocannoniere di Serie A segnando 24 gol con la maglia del Piacenza. È la consacrazione di una dimensione tecnica ben oltre i confini locali. Lo stadio, intitolato a Leonardo Garilli – presidente simbolo della crescita biancorossa – diventa il fortino di tante imprese contro le big del campionato.

Come spesso accade nelle realtà territoriali, l’equilibrio economico è una linea sottile. Nel 2012 arriva il crac societario: il vecchio titolo sportivo scompare, ma la piazza non si arrende. Nasce una “fenice” che, dopo la ripartenza, recupera nome e tradizione di Piacenza Calcio 1919. Il ritorno tra i professionisti arriva con la vittoria della Serie D 2015–16, quindi nuovi cicli in Serie C e la ricerca costante di una stabilità tecnica ed economica sostenibile. Oggi il Piacenza resta una casata storica del calcio italiano, con un’identità intatta: lavoro sul territorio, valorizzazione dei giovani, un tifo fedele e una memoria collettiva fatta di imprese senza tempo. Globalmente è un marchio conosciuto dagli appassionati e dagli storici della Serie A, ma il suo baricentro resta, orgogliosamente, la città e la provincia di Piacenza.

Honours

    • title: Serie D
    • years: 2016

Statistical Insights

Indicatori avanzati specifici (win rate storico, gol fatti/subiti per gara, strisce migliori/peggiori) non disponibili con certezza e fonte aggiornata negli ultimi 30 giorni. Dati puntuali: Unknown. Nota: il club ha disputato complessivamente 8 stagioni in Serie A tra metà anni ’90 e primi Duemila.

Key Players

Storici top performer e simboli del club (selezione):
- Dario Hübner (ATT): capocannoniere Serie A 2001–02 con il Piacenza (24 gol), riferimento tecnico e carismatico dell’era Garilli.
- Gianpiero Piovani (ALA): bandiera biancorossa degli anni ’90, oltre 300 presenze complessive; qualità e leadership nelle prime salvezze in A.
- Filippo Inzaghi (ATT): prodotto del vivaio, esploso a Piacenza prima della grande carriera; attaccante d’area con intuito letale.
- Massimo Taibi (POR): protagonista di salvezze pesanti a fine anni ’90, reattività e personalità tra i pali.
- Alberto Gilardino (ATT): esordio tra i pro in biancorosso, talento cresciuto a Piacenza poi campione del mondo; rigorista freddo e movimenti da centravanti scolpiti nel vivaio.

Projection

Profilo tecnico-tattico storicamente pragmatico: blocco difensivo compatto, ampiezza sulle corsie, attacco che privilegia transizioni e palle inattive. Con rosa equilibrata e minutaggio ai giovani del territorio, l’outlook è da squadra da parte alta della classifica nella propria categoria, con chance playoff rilevanti. Stima probabilistica (implied odds in stile betting, variabili a seconda della categoria effettiva):
- Promozione diretta: 18–25%
- Accesso playoff: 55–65%
- Rischio playout/retrocessione: 10–15%
Le percentuali sono indicative e dipendono da mercato, stato di forma e infortuni. Gestione delle risorse, solidità difensiva e resa del centravanti di riferimento restano i principali driver.

Trivia

• La scelta identitaria: italiani e lavoro di bottega. Negli anni ’90 il Piacenza fa parlare l’Italia per una decisione controcorrente: schierare una rosa interamente composta da calciatori italiani. Nell’epoca in cui la Serie A attirava stelle da tutto il mondo, i biancorossi abbracciarono la via della continuità culturale, massimizzando comunicazione, coesione di gruppo e conoscenza del campionato. Un tratto che rimane nel DNA della piazza: valorizzare il capitale umano locale prima della vetrina esterna.

• La casa dei Lupi: il “Garilli”. Lo stadio Leonardo Garilli, già Galleana, è intitolato al presidente che guidò la crescita del club. È lì che la squadra costruì salvezze memorabili: partite di sofferenza e ripartenze letali, curve compatte e un manto spesso avaro con le grandi. Il Garilli è più di uno stadio: è un pezzo di identità della città, un riferimento per generazioni di tifosi che hanno visto campioni sfilare al Po con rispetto.

• Hübner, leggenda pop. Dario Hübner incarna la poesia del calcio di provincia: arrivato tardi alla ribalta, segna 24 gol in Serie A 2001–02 con il Piacenza e diventa capocannoniere. Quel titolo, conquistato con una realtà medio-piccola, è entrato nell’immaginario collettivo come simbolo di meritocrazia e talento senza fronzoli. “Bum Bum” era rigori, colpi di testa, tempi di inserimento; soprattutto, carisma.

• La fucina degli Inzaghi e di Gila. Piacenza è una scuola d’attacco: dalle giovanili escono i fratelli Inzaghi, con Filippo che si afferma proprio in biancorosso prima di diventare uno dei grandi centravanti italiani. Poco dopo tocca ad Alberto Gilardino: esordio precoce, movimenti “da 9” scolpiti sul campo del Garilli e una carriera che lo porterà al Mondiale. Per la provincia, vedere i propri ragazzi farsi strada ai massimi livelli è motivo di orgoglio e di appartenenza.

• Caduta e rinascita. Il 2012 segna una ferita: il fallimento del titolo sportivo. La comunità, però, rialza la testa. La rifondazione, il recupero del nome “Piacenza Calcio 1919”, la risalita dalla Serie D: passaggi duri ma formativi. È la narrazione tipica del calcio italiano di provincia, dove la passione civica fa la differenza. La vittoria della D 2015–16 suggella la rinascita e riapre una finestra stabile tra i professionisti.

• Rivalità e geografia. Il Piacenza vive derby di riva e di confine: sfide accese con Cremonese e Parma, storie intrecciate lungo il Po e sull’asse emiliano-lombardo. Partite spesso tirate, cariche di equilibrio tattico, che hanno costruito un repertorio di ricordi: salvezze conquistate al fotofinish, pareggi pesanti in trasferta, domeniche da “Davide contro Golia” con le grandi del Nord piegate al Garilli.

• Simboli e soprannomi. Biancorossi per i colori sociali, “Lupi” per eredità iconografica e spirito di squadra: la tradizione ha nel logo e nella maglia due elementi senza tempo. La maglia bianca con dettagli rossi o, a seconda delle epoche, rossa piena con contrasti candidi, rimanda alla linearità padana: essenziale, concreta, riconoscibile.

• Identità tecnica. Nel tempo il Piacenza ha privilegiato moduli pratici (4-4-2, 4-3-3 o 3-5-2 a seconda delle annate), valorizzando corsie e palle inattive. La natura “competitiva ma sostenibile” del club ha prodotto squadre organizzate, capaci di massimizzare punti nelle partite chiave contro pari livello e di rendere complicata la vita alle big nei giorni giusti.

• Una storia che parla italiano. Il filo rosso del Piacenza è la normalità eroica: una realtà che vive tra le migliori categorie del Paese, che ha toccato l’élite e ci è rimasta abbastanza a lungo da lasciare un segno, che ha saputo cadere e rialzarsi senza perdere la propria umiltà. Un patrimonio del calcio italiano, fatto di persone, luoghi e domeniche che restano.

Statistiche squadra
Casa Fuori casa Tutto
Giocate 17 17 34
Vinte 7 3 10
Pareggi 6 6 12
Sconfitte 4 8 12
Casa Fuori casa Tutto
Per Match Total Per Match Total Per Match Total
Goal 1.3 22 0.9 16 1.1 38
Goal concessi 0.8 13 1.6 27 1.2 40
Cartellini gialli 0 0 0
Cartellini rossi 0.1 1 0 0 1
Reti inviolate 0.4 7 0.3 5 0.4 12
Calci d'angolo 0 0 0
Falli 0 0 0
Fuori gioco 0 0 0
Tiri 0 0 0
Tiri in porta 0 0 0
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