Progreso

Città
Montevideo
Nazione
Sito Web
Fondata
1917
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 30 luglio 1917
  • City: Montevideo
  • Country: Uruguay
  • Founder: Gruppo di impiegati delle officine ferroviarie di Progreso
  • Milestones: 1917: fondazione; 1946: prima promozione in Primera División; 1989: titolo nazionale da imbattuti; retrocessioni e promozioni regolari; 2018: ritorno in massima serie

History

Club Atlético Progreso, noto come ‘El Progre’, nacque il 30 luglio 1917 nel quartiere Montevideo Norte, fondato da un gruppo di operai delle officine ferroviarie di Progreso con l’obiettivo di promuovere lo sport fra i lavoratori. L’adozione dei colori bianco e nero testimoniava la semplicità e la concretezza della squadra, che nei primi decenni militò nelle categorie inferiori, guadagnandosi un seguito popolare nei sobborghi della capitale.

Negli anni Quaranta Progreso conquistò per la prima volta la promozione in Primera División (1946) e iniziò a imporsi come realtà stabile del calcio uruguaiano. Malgrado alcune difficoltà economiche e logistiche, il club mantenne viva la propria identità di “squadra operaia” e strinse un forte legame con le comunità locali. Le stagioni successive videro alternarsi momenti di classico “yo-yo” (promozione–retrocessione), ma la dirigenza e la tifoseria non persero fiducia, investendo sulla cantera e su dirigenti capaci di valorizzare i giovani talenti.

Il 1989 rappresentò la consacrazione: Progreso vinse il campionato uruguaiano da imbattuta, impresa storica rimasta negli annali nazionali. Sotto la guida dell’allenatore Hugo Bagnulo e grazie a un collettivo solido, la squadra mostrò un calcio moderno, con centrocampo dinamico e attacco cinico. Quel trionfo diede prestigio internazionale al club e aprì la partecipazione alla Copa Libertadores, dove Progreso fece parlare di sé per la compattezza tattica.

Gli anni Novanta e Duemila portarono sfide economiche: dopo alcuni pali negli anni Novanta, Progreso retrocesse nel 1996, per poi risalire nel 2005. La società investì in infrastrutture, rinnovò lo stadio Parque Paladino e rafforzò il settore giovanile. Il ritorno in massima serie nel 2018, dopo tre stagioni di seconda divisione, mostrò un Progreso più solido dal punto di vista dirigenziale: collaborazioni con sponsor locali e un progetto tecnico a medio termine.

Oggi Progreso è considerato un club di tradizione, noto per la sua capacità di scoprire talenti e per mantenere un legame autentico con i tifosi. Nonostante non abbia ancora una portata globale come i grandi di Sudamerica, conserva una reputazione di società “di cuore” e di laboratorio di tecnici e giocatori. Il futuro passa per la stabilità in Primera División e per la qualificazione alle competizioni continentali, con l’obiettivo di trasformare le ambizioni popolari in successi sul campo.

Honours

    • title: Primera División
    • years: 1989
    • title: Segunda División
    • years: 1963, 1981, 1990, 2005, 2018

Statistical Insights

Nella stagione 2024 Progreso ha collezionato 30 partite di campionato con 10 vittorie, 8 pareggi e 12 sconfitte, totalizzando un win rate del 33%. Il gol medio realizzato è 1,2 a match, mentre i gol subiti si attestano a 1,33 per gara. La serie positiva più lunga è stata di 4 successi consecutivi tra giugno e luglio, mentre la peggiore striscia negativa conta 3 ko di fila in settembre.

Key Players

- Cristian Palacios (Attaccante): 12 gol, 0,40 gol/match, 55% di duelli aerei vinti
- Adrián Gunino (Terzino destro): 28 presenze, 5 assist, 78% dribbling riusciti
- Elvis Perdomo (Portiere): 32 partite, 8 clean sheet, 3,1 parate per gara
- Sebastián Matos (Centrocampista): 30 presenze, 8 passaggi chiave, 82% passaggi riusciti

Projection

Progreso parte come outsider nella lotta salvezza con il 15% di probabilità di retrocessione e un modesto 5% di chance di contendere il titolo. Le chance di un piazzamento continentale si attestano al 25%, con quote betting-style che danno 20/1 per lo scudetto, 5/1 per un posto in Sudamericana e 3/1 per la permanenza serena in zona metà classifica.

Trivia

Il Parque Paladino – casa di Progreso dal 1964 – è uno degli stadi più intimi di Montevideo con soli 8.000 posti. Nonostante le dimensioni ridotte, il terreno di gioco è noto per la sua erba naturale curata manualmente dagli stessi volontari del club, un esercito silenzioso che contribuisce al look “green” del ‘Progre’.

La storica promozione in massima serie del 1946 avvenne dopo un match decisivo contro Racing Club de Montevideo, vinto 3-2 con un gol al 89’ che segnò l’inizio di un’epoca di speranze per i lavoratori della zona nord. Il soprannome “La Esperanza de la Costa” deriva proprio da quella vittoria, associata alla vicinanza col fiume di Montevideo e al desiderio di progresso sociale.

Nel 1989 Progreso rimase imbattuto nel torneo Clausura, impresa rarissima nella storia della Primera División: 14 gare senza sconfitte, 9 vittorie e 5 pareggi, grazie a una solida coppia di centrali e a un centrocampo che alternava geometrie e corsa. I tifosi ricordano ancora i cori di “Progre, Progre, Progre” intonati dal minuto 1 al 90, una dimostrazione di tifo totale.

Tra i curiosi record c’è la partita più longeva: un Progreso–Nacional giocato sotto una pioggia battente nel luglio del 1978 durò 107 minuti per i continui stop dell’arbitro; al triplice fischio accumulato, il risultato era 1-1. Non mancano aneddoti di giocatori partiti dalle giovanili e poi finiti in Europa: il difensore uruguaiano Marcelo Silva, cresciuto nelle file di Progreso, ha poi giocato in Portogallo e Grecia.

Progreso vanta una tifoseria principalmente familiare: molti abbonati sono discendenti delle prime famiglie ferroviarie, che ancora oggi raccontano storie di viaggi in tram per raggiungere lo stadio. Ogni anno, il club organizza la “Festa del Ferroviario”, un raduno di ex operai, tifosi e giocatori, accompagnato da esposizioni di modellini di treni e fotografie d’epoca.

Infine, nella cultura pop uruguaiana Progreso è protagonista di un celebre mural realizzato nel 1992 dall’artista locale Raúl Paganini, ritraente un calciatore in azione su fondo bianco e nero. L’opera è divenuta simbolo di riscatto sociale, celebrata in molte pubblicazioni di street art sudamericana.

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