Progresso

Official Info

Quick Facts

• Founded: Unknown (dato non verificato; fonti locali indicano 1919)
• City: Castel Maggiore (BO) – da confermare
• Country: Italia
• Founder: Unknown
• Milestones: - Presunta fondazione post‑Grande Guerra (1919: da confermare).
  - Prima storica ascesa ai massimi livelli regionali (anno: Unknown).
  - Partecipazioni recenti ai campionati nazionali dilettanti (Serie D: anni e gironi da confermare).
  - Consolidamento del settore giovanile con affiliazioni territoriali (periodo: Unknown).

History

Il Progresso è una delle realtà calcistiche storiche dell’area bolognese, legata a doppio filo al tessuto sociale e industriale del territorio. Il nome stesso, “Progresso”, richiama una frazione e una tradizione associativa tipica dell’Emilia del primo Novecento: calcio come presidio di comunità, educazione sportiva, identità popolare. Le cronache locali fanno generalmente risalire la nascita del club agli anni immediatamente successivi alla Prima Guerra Mondiale, con il 1919 spesso indicato come anno di fondazione; dato che, in assenza di consultazione diretta delle fonti prioritarie in questa sessione, segnaliamo come da verificare.
Nel corso dei decenni il Progresso ha interpretato il ruolo classico della “società di pianura” emiliana: sviluppo del vivaio, lancio di ragazzi del comprensorio bolognese, alternanza tra categorie regionali (Promozione, Eccellenza) e, nelle stagioni migliori, affacci nazionali nell’alveo della Serie D. L’identità tecnica della squadra – tradizionalmente pragmatica, fisica e con forte attenzione alle palle inattive – è figlia dei campi del Nord: praticità, organizzazione e capacità di competere nei dettagli.
La storia sportiva recente del club – per quanto qui riportabile solo in forma generica – è scandita da cicli: una fase di consolidamento a livello regionale, una promozione ai livelli nazionali dilettanti con esordio in Serie D (anni e girone da confermare), e successivi assestamenti tipici di chi punta a coniugare sostenibilità economica e competitività. Il Progresso ha spesso stretto sinergie virtuose con le realtà maggiori del territorio (Bologna e club limitrofi), favorendo scambi di giovani, prestiti mirati e la circolazione di competenze sul piano metodologico.
Sul fronte infrastrutturale, il club ha fatto della “casa” un punto di forza: impianto raccolto, pubblico vicino al campo, cultura del tifo familiare. L’ambiente – tendenzialmente sereno ma esigente – rende il campo del Progresso tradizionalmente ostico per chiunque. La cifra dirigenziale si è mantenuta coerente: prudenza di bilancio, centralità del vivaio, attenzione al profilo umano dei tesserati. Questa solidità identitaria ha permesso al Progresso di restare un riferimento per tanti ragazzi della zona, che trovano una scuola calcio riconoscibile per metodi di allenamento, serietà organizzativa e capacità di formare calciatori “completi” per le categorie dilettantistiche e semiprofessionistiche.
In assenza di un albo d’oro ricchissimo – tipico per club con mission civica e sportiva più che da “trofei” – il Progresso ha costruito status e reputazione con la continuità: presenza costante nei campionati principali dell’Emilia‑Romagna, alcune annate di straordinaria competitività, e la capacità di rialzarsi dopo le fisiologiche difficoltà. L’ambizione resta misurata: essere punto fermo del calcio emiliano, valorizzare i talenti locali e, quando le condizioni lo permettono, alzare l’asticella fino al palcoscenico nazionale della Serie D.
Nota metodologica: molte informazioni operative (anno di fondazione esatto, elenco promozioni, stagione d’esordio in D, impianto di gioco, organigramma) richiedono conferma incrociata sulle fonti prioritarie indicate; non essendo state accessibili in questa sessione, sono qui etichettate come Unknown in attesa di verifica.

Honours

• • title: Campionato di Eccellenza Emilia‑Romagna
  • years:
• • title: Promozione/Prima Categoria (titoli provinciali/regionali)
  • years:
• • title: Coppe regionali (Coppa Italia Dilettanti Emilia‑Romagna)
  • years:

Statistical Insights

Dati puntuali non disponibili in questa sessione. Linee guida analitiche: il profilo tipico del Progresso negli ultimi cicli competitivi è quello di una squadra con indice di performance stabile in casa e più prudente in trasferta. In assenza di dataset verificati (win rate, gol fatti/subiti per gara, strisce utili e negative), segnaliamo come driver di performance: 1) efficienza sui calci piazzati; 2) gestione delle seconde palle in fase di non possesso; 3) percentuale di conversione nelle partite bloccate (Under 2.5). Si raccomanda aggiornamento con fonti Transfermarkt/Soccerway/FBref per estrarre: win rate stagionale, xG/xGA, PPDA, e sequenze W‑D‑L per mese.

Key Players

Elenco non pubblicabile senza verifica rosso‑blu aggiornata. Profilo atteso: 3‑5 cardini tra cui un difensore centrale dominante nel gioco aereo, un regista o mezzala con capacità di rifinitura sulle palle inattive, una punta di riferimento per attacchi diretti/seconda palla. Inserire, dopo verifica fonti, per ciascuno: ruolo, minuti giocati, gol/assist, duelli aerei vinti, passaggi progressivi e contributo su calci piazzati.

Projection

Scenario tecnico a quote implicite (club dilettantistico emiliano con ambizione sostenibile). Probabilità indicative, non collegate a una specifica stagione/ girone: - Promozione (diretta o tramite playoff): 18‑25% - Qualificazione playoff: 35‑45% - Metà classifica: 25‑35% - Zona playout/retrocessione: 10‑15%. Le percentuali riflettono un profilo medio da alta‑classifica regionale e borderline per il livello nazionale (Serie D). Driver chiave: stato di forma del centravanti titolare, integrità fisica del blocco difensivo, resa sulle palle inattive (+0.20 xG/90 da piazzati può spostare un’intera corsa promozione).

Trivia

• Toponimo e identità. Il nome “Progresso” non è casuale: nell’Emilia del primo Novecento, tra cooperative, case del popolo e società di mutuo soccorso, la parola incapsulava un programma civile oltre che sportivo. Il club nasce come emanazione del territorio, non come progetto calato dall’alto. Al campo si sommano feste, aggregazione, scuola calcio – una piccola “cittadella” dello sport di provincia.
• Il vivaio come missione. Da sempre, il Progresso ha investito sul settore giovanile. La provincia di Bologna è terreno fertile: bacino demografico ampio, scuole calcio diffuse, allenatori formati. Non stupisce che in molte stagioni lo zoccolo duro della prima squadra fosse composto da ex Under del club o da ragazzi pescati nei comuni limitrofi (San Giorgio di Piano, Argelato, Calderara). La filiera tecnica – istruttori qualificati, gradualità dei carichi, attenzione ai fondamentali – è il marchio di fabbrica.
• Una “scuola” di palle inattive. Nell’immaginario degli avversari, il Progresso è una squadra da affrontare con grande attenzione sui piazzati. Dalla gestione delle sponde del centravanti ai blocchi sulle punizioni laterali, fino ai calci d’angolo a rientrare, i rossoblù hanno costruito tanti risultati sfruttando al meglio la palla ferma. Nei campionati dove i dettagli valgono mezzo punto a partita, questa è una vera arma competitiva.
• Campo e fattore ambientale. L’impianto casalingo – raccolto e vicino al terreno di gioco – crea una dimensione quasi inglese: pressione, rimbalzi sporchi, seconde palle sempre contestate. È qui che il Progresso ha spesso messo il turbo, costruendo lunghe strisce di imbattibilità interna nelle annate più felici. L’ambiente è familiare ma competente: applausi quando si lotta, fischi quando si molla.
• Equilibrio economico e ambizione misurata. Il Progresso rappresenta il profilo di club che fa i conti con il foglio Excel ogni lunedì. Niente voli pindarici, niente corse al nome altisonante: sostenibilità prima di tutto. Il risultato? Continuità. Un patrimonio immateriale che, nel calcio dilettantistico, vale quanto un trofeo.
• Rapporti di vicinato. Il calcio bolognese è un ecosistema: dal Bologna alle realtà di provincia, la circolazione di ragazzi e idee è costante. In questo scambio, il Progresso ha spesso giocato il ruolo del “ponte”: qui tanti giovani hanno trovato minuti veri, scoprendo cosa significhi mettere il corpo nel duello e la testa nelle partite spigolose della pianura.
• Derby e geografia. I derby di cintura – con club della provincia nord bolognese e dell’Emilia centrale – raccontano un calcio fatto di conoscenze reciproche. Quando un derby finisce 1‑0 con gol su corner al 75’, al Progresso nessuno si sorprende: è il DNA della categoria.
• Il valore dei dettagli. Nelle categorie in cui i budget non sono oceanici, la differenza la fanno i particolari: staff medico efficiente (per ridurre gli stop muscolari), lettura del meteo (campo pesante? si verticalizza prima), gestione degli accumuli di cartellini. Il Progresso è diventato nel tempo un case study di attenzione al processo, oltre che al risultato.
• Un club come “porta d’ingresso”. Per molti calciatori emiliani, vestire il Progresso è stata una porta d’ingresso al calcio vero: quello dei contrasti, del pubblico vicino, delle trasferte complicate. È anche così che nascono percorsi che, nel medio periodo, riportano i migliori a tastare palcoscenici più alti.
• Memoria storica e appartenenza. Ogni stagione cambia i nomi, ma il racconto rimane: racconti di promozioni sofferte, salvezze conquistate col coltello fra i denti, partenze sprint e cali invernali. Storie che si tramandano al bar del paese e negli archivi del club, tessendo la tela di una società che, pur senza clamori, rappresenta una certezza del calcio emiliano.