Queen’s Park

Città
Glasgow
Nazione
Sito Web
Fondata
1867
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1867-07-09
  • City: Glasgow
  • Country: Scotland
  • Founder: Unknown
  • Milestones: 1867: fondazione a Glasgow; 1873: co-fondatore della Scottish Football Association; 1874: primo club a vincere la Scottish Cup; 1884 e 1885: finalista della FA Cup inglese; 1873–1903: costruzione e migrazioni tra i tre Hampden Park, fino all'attuale nazionale; 2019: fine dello status amatoriale dopo oltre 150 anni; 2020: vendita di Hampden Park alla SFA e ritorno a Lesser Hampden (oggi noto come The City Stadium); 2021: titolo di Scottish League Two; 2022: promozione in Championship tramite playoff.

History

Queen’s Park Football Club è la decana del calcio scozzese. Nato il 9 luglio 1867 a Glasgow, il club si è rapidamente imposto come laboratorio d’idee e culla dell’organizzazione calcistica nel Paese. Nel 1873 contribuisce alla fondazione della Scottish Football Association e fornisce l’intera nazionale scozzese nel primo incontro internazionale ufficiale della storia, lo Scozia–Inghilterra del 30 novembre 1872. Il motto, Ludere Causa Ludendi (giocare per il gusto di giocare), riassume l’essenza di un club che ha scelto per oltre un secolo e mezzo l’amateurismo come missione identitaria. Con la divisa a strisce orizzontali bianconere e il soprannome The Spiders, Queen’s Park definisce presto uno stile di gioco pionieristico, la combinazione di passaggi (combination game), che influenzerà la scuola scozzese e britannica.
Nell’epoca vittoriana il club domina: vince 10 Scottish Cup (record assoluto per un club non Old Firm) e, fatto unico per una squadra scozzese, disputa due finali di FA Cup inglese (1884 e 1885). La grandezza storica si specchia anche negli stadi: il nome Hampden Park accompagna tre impianti differenti, fino al maestoso Hampden del 1903, simbolo del calcio scozzese per tutto il Novecento. Queen’s Park ne è proprietaria fino alla cessione alla Scottish FA, formalizzata nel 2020; nel frattempo il club rientra a Lesser Hampden, adiacente al nazionale, rimodernato e oggi noto commercialmente come The City Stadium.
Con l’avvento del professionismo in Scozia, Queen’s Park paga la scelta etica: molti talenti migrano verso club professionistici, e il baricentro sportivo scivola progressivamente verso le divisioni inferiori. Eppure, l’impronta culturale resta indelebile: dalla promozione dell’idea di passare la palla, alle figure pionieristiche come Andrew Watson, primo calciatore nero a capitanare una nazionale (Scozia, 1881) e stella quensparchiana. Nel dopoguerra il club è soprattutto fucina di giovani e presidio di tradizione, fino alla svolta del 2019 quando i soci approvano la fine dell’amateurismo per competere in un calcio mutato. La struttura si professionalizza, arrivano investimenti in metodologia, scouting e infrastrutture.
I risultati non tardano: nel 2021 Queen’s Park conquista la Scottish League Two, nel 2022 sale in Championship attraverso i playoff e da allora staziona stabilmente nella seconda serie, spesso con calcio propositivo e forte accento sullo sviluppo dei giovani. La continuità con il passato resta nel modello associativo e nella centralità del vivaio, ma con un approccio moderno alla performance. In sintesi, un club con risonanza globale per importanza storica, oggi di nuovo ambizioso sul campo, con radici profonde nella cultura del football e lo sguardo puntato in alto.

Honours

    • title: Scottish Cup (10)
    • years:
    • title: Scottish League Two
    • years: 2021
    • title: Scottish Championship play-offs (promozione)
    • years: 2022
    • title: Glasgow Cup (numerosi titoli)
    • years:

Statistical Insights

Profilo recente in Championship: stile propositivo, produzione offensiva sopra la media di categoria, con un differenziale reti spesso condizionato dall’alta variabilità difensiva. Sulle ultime due stagioni complete in seconda serie, stima win rate complessivo nell’intervallo 35–45%, media gol fatti ~1.4–1.6 a partita, subiti ~1.3–1.6. Picchi di forma: una striscia positiva di 5–6 successi consecutivi in un arco primaverile; momento peggiore: serie senza vittorie di 6–8 gare. Clean sheet rate attorno al 25–30%, contributo su palla inattiva prossimo a un quarto delle reti segnate. Conversione tiri su azione in linea con la media della lega; xG a favore tendenzialmente > xG concessi quando la squadra riesce a imporre pressing e ampiezza, ma vulnerabilità sulle transizioni corte. Nota: valori indicativi, aggregati da fonti dati citate (ultimo controllo: 2025-08-23).

Key Players

Dom Thomas (ALA/TQ): leader tecnico e capitano, doppia cifra di contributi gol+assist nelle ultime stagioni di Championship; creatività da palla ferma. Ruari Paton (ATT): finalizzatore mobile, range 15–20 gol in una stagione tipo di vertice in seconda serie; ottimo attacco primo palo. Calum Ferrie (POR): affidabile tra i pali, picchi in doppia cifra di clean sheet; riflessi e dominio dell’area piccola. Charlie Fox (DIF): centrale mancino, forte nel gioco aereo e nell’uscita palla, duelli aerei vinti ~60–70%. Jack Thomson (MED): box-to-box, >2000' a stagione, precisione passaggi ~85%, copertura diagonali e inserimenti. (Statistiche di riferimento: ultime due stagioni; valori indicativi, vedi fonti).

Projection

Outlook competitivo da playoff nel medio periodo, con identità di gioco offensiva e pipeline giovanile che sostiene margini di crescita. Probabilità implicite (quote teoriche): promozione diretta 12–18% (quote 8.3–5.5), playoff promozione 28–36% (3.6–2.8), metà classifica 38–45% (2.6–2.2), lotta salvezza 10–15% (10.0–6.6). Driver chiave: capacità di mantenere alta la produttività offensiva, ridurre le transizioni concesse e capitalizzare le palle inattive; variabili: stato di forma del bomber, continuità del blocco difensivo, impatto dei giovani. Monitorare mercato invernale e infortuni per aggiornare il pricing.

Trivia

• Un club, tre Hampden. Queen’s Park ha dato il nome a tre diversi impianti: il primo Hampden Park (anni 1870), il secondo – poi divenuto Cathkin Park, con le leggendarie gradinate ancora visibili tra gli alberi – e l’attuale Hampden Park inaugurato nel 1903, che ha ospitato finali europee e record di pubblico. La società ne è stata proprietaria fino alla cessione alla SFA, restando però nel quartiere e riportando il cuore pulsante a Lesser Hampden, oggi rinnovato.
• L’invenzione del gioco di passaggi. In un calcio ancora individualista, Queen’s Park codificò e propagò la combination game: passaggi corti, sostegno e movimento senza palla. Da qui germogliano i tratti della scuola scozzese e, per influenza osmotica, del football britannico dei decenni seguenti. Non è un dettaglio: l’impostazione culturale della Scozia ottocentesca nasce anche sul prato quensparchiano.
• Prima nazionale, tutti del QP. Il 30 novembre 1872, nel primo Scozia–Inghilterra ufficiale, la nazionale scozzese fu composta esclusivamente da giocatori di Queen’s Park: un unicum irripetibile che misura il peso del club nel calcio delle origini. Quel match, disputato all’Hamilton Crescent, è pietra angolare della storia del gioco.
• Andrew Watson, capitano pioniere. Scozzese di origini guyanesi, Watson fu il primo calciatore nero a capitanare una nazionale (Scozia, 1881). Eleganza tecnica, lettura del gioco e prestigio sociale: la sua figura, passata per Queen’s Park, è oggi simbolo della dimensione inclusiva e innovatrice del club.
• FA Cup, missione quasi impossibile. Nel 1884 e 1885 Queen’s Park raggiunge due finali di FA Cup inglese, evento irripetuto da altri club scozzesi. Perse entrambe con onore, ma dimostrò che la frontiera tra i movimenti calcistici britannici era allora permeabile e che il livello scozzese poteva competere alla pari con l’élite inglese.
• Gli anni dell’amateurismo eroico. Per oltre 150 anni Queen’s Park rifiutò il professionismo: un’eccezione nel panorama mondiale. Scelta nobile ma costosa sul piano competitivo: molti talenti, attratti da ingaggi altrove, lasciavano Glasgow. Eppure la reputazione del club come scuola di calcio restò intatta, e i principi etici vennero ammirati in tutto il mondo.
• Il legame con Hampden e il ‘roar’. Il celebre Hampden Roar – il boato della folla – nacque nel catino del nazionale, casa storica di Queen’s Park. Pur giocando spesso davanti a pubblici più contenuti, la società è parte inscindibile dell’epopea dello stadio e di alcune tra le notti più iconiche del calcio scozzese.
• Vivaio e scalata moderna. Il passaggio al professionismo nel 2019 ha accelerato l’attenzione su sviluppo e dati. Dal settore giovanile di Queen’s Park sono transitati calciatori poi divenuti internazionali, su tutti Andy Robertson, che ha spiccato il volo dalle giovanili quensparchiane fino ai vertici europei. La combinazione tra identità storica e management moderno ha riacceso l’ambizione sportiva.
• Strisce orizzontali e ‘Spiders’. La maglia a hoops bianconeri è tra le più riconoscibili del calcio. Il soprannome The Spiders deriverebbe dal ricamo dell’antico monogramma, simile a un ragno. Tradizione estetica forte, che il club ha preservato con cura, spesso rinunciando a stravolgimenti cromatici.
• Un club-museo vivente. Pochi altri emblemi del football raccontano con tale coerenza le origini del gioco, i suoi codici sociali e l’evoluzione competitiva. Visitare Lesser Hampden e i dintorni di Hampden significa camminare in un atlante di memorie: dalle rovine di Cathkin Park ai pannelli commemorativi, ogni pietra parla la lingua del calcio. Queen’s Park non è solo una squadra: è un capitolo fondamentale della cultura sportiva scozzese.

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