Tunisia

Città
Tunisi
Nazione
Sito Web
Fondata
1957
Stadio
Social

Official Info

Quick Facts

  • Founded: 1957
  • City: Tunisi
  • Country: Tunisia
  • Founder: Fédération Tunisienne de Football (FTF)
  • Milestones: 1957: fondazione FTF e primi incontri ufficiali; 1963: vittoria Arab Cup; 1978: prima vittoria africana ai Mondiali (3-1 al Messico); 1996: finalista Coppa d’Africa; 2004: trionfo in Coppa d’Africa in casa; 2011: titolo African Nations Championship (CHAN); 2018: ritorno al Mondiale con vittoria su Panama; 2022: successo storico 1-0 sulla Francia ai Mondiali; record continentale di partecipazioni consecutive alla Coppa d’Africa dagli anni ’90.

History

La Nazionale di calcio della Tunisia, soprannominata Aquile di Cartagine, è una delle realtà più solide e riconoscibili del panorama africano. Nata sotto l’egida della Fédération Tunisienne de Football nel 1957, ha costruito la propria identità tecnica su organizzazione, disciplina tattica e un’attenzione maniacale alla fase di non possesso, unita a rapide transizioni. Il debutto sulle scene continentali fu tempestivo: già negli anni ’60 la Tunisia si affacciava con continuità alla Coppa d’Africa, raggiungendo traguardi che consolidarono il movimento locale e l’interesse popolare.
Il primo acuto a livello arabo arrivò nel 1963 con la vittoria dell’Arab Cup, mentre nel 1973 la Nazionale si impose nella Palestine Cup of Nations for Arab Countries, confermando un pedigree competitivo nell’area nordafricana e mediorientale. La svolta storica giunse però nel 1978: alla prima qualificazione al Mondiale, in Argentina, la Tunisia batté 3-1 il Messico siglando la prima vittoria di una selezione africana nella fase finale di una Coppa del Mondo, risultato simbolico nella crescita del calcio del continente.
Dopo un periodo di alti e bassi, gli anni ’90 inaugurarono una nuova era. Nel 1996 le Aquile di Cartagine arrivarono in finale di Coppa d’Africa, piegandosi solo al Sudafrica, ma posando le basi di una continuità che sarebbe diventata marchio di fabbrica: dalla metà degli anni ’90 in poi, la Tunisia ha centrato una lunga striscia di qualificazioni consecutive alla rassegna continentale, record di affidabilità nella CAF. Il coronamento fu nel 2004, quando, guidata dal tecnico francese Roger Lemerre, vinse la Coppa d’Africa in casa superando il Marocco 2-1 a Radès in una finale epica, sospinta da una generazione capace di coniugare qualità e temperamento.
Parallelamente, la Tunisia ha mantenuto una presenza regolare nei Mondiali: oltre al 1978, le qualificazioni del 1998, 2002, 2006, 2018 e 2022 hanno ritagliato al Paese uno status di habitué della rassegna iridata. Nel 2018 è arrivata la vittoria contro Panama; nel 2022 il prestigioso 1-0 alla Francia campione del mondo in carica, pur non bastato per gli ottavi, ha rinverdito la reputazione di squadra ostica e tatticamente matura.
La spina dorsale della Nazionale attinge tanto al campionato locale quanto alla diaspora, in particolare quella franco-tunisina: una pipeline che, nel tempo, ha arricchito il profilo tecnico con calciatori formati in sistemi d’élite europei. Nel 2011 è giunto anche il titolo dell’African Nations Championship (CHAN), torneo riservato ai giocatori del campionato domestico, a testimonianza di un vivaio interno competitivo. La casa delle Aquile è lo Stade Olympique Hammadi Agrebi di Radès, teatro delle notti più intense. Colori sociali rosso e bianco, identità chiara, e una tradizione fatta di rigore strategico: la Tunisia è oggi una nazionale dal respiro globale, capace di coniugare pragmatismo e ambizione.

Honours

    • title: Coppa d’Africa (AFCON)
    • years: 2004
    • title: African Nations Championship (CHAN)
    • years: 2011
    • title: Arab Cup
    • years: 1963
    • title: Palestine Cup of Nations for Arab Countries
    • years: 1973
    • title: Kirin Cup
    • years: 1993

Statistical Insights

Profilo competitivo: presenza regolare alla Coppa d’Africa dagli anni ’90 con record continentale di partecipazioni consecutive. Sei presenze ai Mondiali (1978, 1998, 2002, 2006, 2018, 2022), con vittorie storiche contro Messico (1978), Panama (2018) e Francia (2022). Miglior ranking FIFA: 14º (primavera 2018); peggior ranking: ~65º (2010). Identità statistica: storicamente bilanciata, con tasso di vittoria complessivo intorno al 45–48% nelle gare ufficiali e amichevoli A (stima aggregata da Transfermarkt/FBref). Nelle fasi finali AFCON la Tunisia tende a subire poco (forte indice di clean sheet nelle fasi a gruppi in diverse edizioni) e a decidere molti incontri con margini ridotti (1 gol di scarto). Trend recente: solidità difensiva, buona resa su palla inattiva, affidabilità nelle qualificazioni, ma conversione offensiva altalenante contro avversari d’élite.

Key Players

Youssef Msakni (Ala/trequartista) — leader tecnico, dribbling e ultimo passaggio; oltre 100 presenze e 20+ gol in nazionale, spesso decisivo tra le linee. Ellyes Skhiri (Centrocampista) — equilibratore: pressing, letture difensive, inserimenti; 60+ caps, 3–5 reti, volume di corsa e recuperi sopra media. Aïssa Laïdouni (Centrocampista) — intensità, duelli e progressioni palla al piede; 30+ presenze, 1–3 reti, alto tasso di contrasti vinti. Montassar Talbi (Difensore centrale) — timing e pulizia nei disimpegni, leadership arretrata; 30+ caps, presenza dominante nel gioco aereo. Mohamed Ali Ben Romdhane (Mezzala) — box-to-box, inserimenti e piazzati; 30+ presenze, contributo costante in chance create.

Projection

Outlook competitivo solido: la Tunisia resta favorita a vincere i propri gironi di qualificazione continentali (prob. ~70–75%) e a centrare l’accesso alla fase finale del Mondiale nel formato CAF ampliato (prob. ~60–70%). In Coppa d’Africa il profilo è da dark horse: quarti/semifinali alla portata (prob. ~25–30% per la semifinale), titolo possibile ma non probabile (prob. ~7–9%). Valori impliciti modellati su forza elo/CAF, profondità rosa, trend difensivi e continuità storica nelle qualificazioni. Fattori chiave: tenuta offensiva contro blocchi bassi e sfruttamento delle palle inattive.

Trivia

• Soprannome e identità: le Aquile di Cartagine richiamano l’eredità storica del Paese. Il rosso e il bianco, colori nazionali, dominano maglia e stemma, con iconografia che spesso incorpora la stella e la mezzaluna. La casa è lo Stade Olympique Hammadi Agrebi (Radès), uno dei fortini più caldi del Nordafrica.
• Primato mondiale africano: il 3-1 al Messico del 2 giugno 1978 rese la Tunisia la prima nazionale africana a vincere un match nella fase finale della Coppa del Mondo. Quel giorno nacque l’idea della Tunisia come “trend-setter” del calcio africano moderno, capace di accoppiare tattica europea e talento nordafricano.
• 2004, l’anno perfetto: guidata da Roger Lemerre, la Tunisia conquistò l’AFCON in casa battendo il Marocco 2-1 nella finale di Radès. Fu il trionfo di una squadra straordinariamente organizzata, trascinata da elementi come Ziad Jaziri e Francileudo Santos. La gestione dei momenti — soprattutto nelle gare a eliminazione — rimane un case study per gli allenatori del continente.
• CHAN e filiera domestica: il successo al CHAN 2011 (3-0 in finale con l’Angola) certificò la competitività della Ligue Professionnelle 1 e la capacità del Paese di produrre talenti pronti a step superiori. La Tunisia, più di molte pari grado, riesce a mescolare profili del campionato interno con elementi formati in Europa, spesso in Francia.
• Diaspora winning: tanti internazionali sono cresciuti calcisticamente oltreconfine — tra i casi più noti Ellyes Skhiri, Aïssa Laïdouni, Dylan Bronn — integrati in un contesto tattico dove aggressività ordinata e transizioni corte sono centrali. Questo mix ha aumentato l’adattabilità contro avversari di scuola diversa.
• Record e riferimenti: il primatista di presenze storiche è comunemente indicato in Radhi Jaïdi (oltre 100 caps), mentre il miglior marcatore all-time è Issam Jemâa (36 reti). Questi riferimenti, insieme ai leader recenti come Youssef Msakni e Wahbi Khazri (decisivo con la Francia al Mondiale 2022), narrano una linea di continuità tra vecchie e nuove generazioni.
• Rivalità e derby del Maghreb: le sfide con Marocco, Algeria, Egitto e Libia sono appuntamenti ad alta tensione. Sono gare spesso sottili, decise da dettagli: piazzati, densità in zona palla, gestione del ritmo.
• Filosofia di gioco: negli anni la Tunisia ha alternato 4-3-3 e 4-2-3-1, con principi forti su contropressing, compattezza e attacchi rapidi sugli esterni. Il baricentro solitamente medio, con scelta del pressing modulata in base al contesto.
• Mondiali recenti: nel 2018 arrivò la vittoria su Panama e una sconfitta beffarda con l’Inghilterra decisa in extremis; nel 2022 l’affermazione storica contro la Francia (gol di Khazri) confermò l’attitudine a esaltarsi con le big.
• Numeri di continuità: dalla metà degli anni ’90 la Tunisia ha collezionato la più lunga striscia di partecipazioni consecutive alla Coppa d’Africa. Spesso approda ai quarti con regolarità, segno di una base difensiva robusta e di una gestione matura delle fasi del torneo.
• Cultura e tifo: il sostegno popolare è parte integrante del “vantaggio Tunisia”. A Radès il pubblico fa la differenza, spingendo aggressività e ritmo. Un fattore che, storicamente, ha pesato anche nei tie-break qualificazione CAF, dove ogni dettaglio conta.
• Formazione del talento: scuole calcio locali e club storici come Espérance, Étoile du Sahel, Club Africain e Sfaxien sono hub di sviluppo. L’esportazione di giocatori verso Ligue 1, Bundesliga e Serie A ha creato un flusso virtuoso di competenze tecniche e tattiche.
• Dettaglio statistico: la Tunisia tende a subire pochi gol nelle qualificazioni e a capitalizzare su palle inattive. In contesti di equilibrio, la qualità sui calci piazzati (cross tesi, seconde palle) ha spesso sbloccato incontri bloccati.
• Eredità e prospettive: fra rigore tattico e risorse tecniche crescenti, la Tunisia rimane una nazionale da temere: non sempre spettacolare, ma estremamente efficace, soprattutto nelle partite “a somma zero”.

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